La Gazzetta dello Sport

Un Brescia-Torino da B&B Balo-Belotti: chi riparte?

Mario vuole dimenticar­e i fatti di Verona e accogliere Grosso in panchina. Andrea intende rilanciare i suoi

- Di Matteo Brega e Mario Pagliara

Uno bresciano, l’altro bergamasco. E quindi nemmeno troppo distanti geografica­mente. Uno in A dal 2007 e l’altro dal 2014. Eppure Mario Balotelli e Andrea Belotti oggi manderanno in scena solo il secondo incrocio della loro carriera.

Ripartire

Per uscire dal labirinto verbale serve una risposta concreta. Il labirinto verbale sta nel chiedersi ancora se sia il Brescia a dover aiutare Balotelli o il contrario. Per il bene di tutti e due i soggetti in causa, bisognereb­be che entrambi si sostenesse­ro. Dopo i fatti di Verona, tornerà a contare solo il campo. Il campo sul quale ci sarà un allenatore nuovo (Fabio Grosso al posto di Eugenio Corini) in panchina per Mario e i suoi compagni. Lui che va alla ricerca del 50° gol in Serie A contro il Torino che in carriera ha rappresent­ato sempre un buonissimo avversario su cui riversare le proprie voglie. Mario infatti ha incrociato i colori granata 5 volte senza perdere mai (4 successi e un pareggio) infilando anche un paio di gol, in entrambi i casi con la maglia del Milan. Oggi vorrebbe aggiungern­e un altro. Il fine è molteplice: per il Brescia e per se stesso visto che la Nazionale resta un pensiero fisso.

«Dare tutto»

C’è un post lasciato a galleggiar­e lì, sul pavimento liquido dei social, che è un po’ il manifesto del suo essere capitano. In quel «dare tutto, andare oltre», c’è Belotti. Il capitano spesso silenzioso, che non smette mai di essere il trascinato­re di questo Toro. Il centravant­i in formato anti-divo: schivo, riservato, per nulla appassiona­to di social e dintorni (e forse anche per questo la frase pubblicata su Instagram nelle ultime ore meritava una citazione), uno a cui piacciono poco i riflettori e che invece preferisce una vita riempita dagli allenament­i e dalla normalità familiare con la sua Giorgia. Ma il Gallo è anche un capitano che, quando è arrivato il momento di attraversa­re la burrasca, non si è certo risparmiat­o dal metterci la faccia. Lo ha fatto il giorno dopo le sberle romane prese dalla Lazio, incontrand­o i tifosi al Filadelfia, lo ha rifatto presentand­osi alle telecamere dopo la sconfitta nel derby. Davanti a tutti, quasi a voler dare l’esempio, un po’ come fa durante gli allenament­i. E come replica in campo, con le sue generose rimonte o sgobbando in un pressing alle volte senza frontiere. Non è solo un bomber, questo Belotti. Anche se quello che gli riesce meglio accade sempre negli ultimi venti metri. È da lì che si ricomincia. Da «quell’andare oltre» le ultime cinque giornate in cui è rimasto secco, oltre il suo ultimo gol (su rigore) al Parma del 30 settembre. E il flash back ci riporta al 26 settembre, volendo ripescare l’ultimo gol su azione. C’è un digiuno da spezzare. Belotti non vede l’ora.

Dobbiamo ripartire con il medesimo fuoco che avevamo contro la Juventus

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I due sono stati avversari solo il 27 febbraio 2016 in Milan-Torino 1-0
ANSA-LAPRESSE La sfida Mario Balotelli, 29 anni, e Andrea Belotti, 25. I due sono stati avversari solo il 27 febbraio 2016 in Milan-Torino 1-0
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Walter Mazzarri
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