SÌ A SAN SIRO MA MENO EDIFICI I CLUB DELUSI «VALUTEREMO»
Da «battere» anche l’ira del San Paolo: i tifosi hanno individuato in Lorenzo il capo rivolta
Sarà una notte lunga, che non consentirà troppe divagazioni. L’ha capito, Lorenzo Insigne. Sa di vivere un momento estremamente delicato e che non può permettersi di sbagliare. Sa pure di avere la tifoseria contro. Giovedì, al San Paolo, ha subìto la contestazione e gli insulti della gente sugli spalti, riunita lì dalla possibilità di poter assistere all’allenamento, così come deciso dal club. In lui, i tifosi hanno individuato il capo della ribellione, colui che ha capeggiato la rivolta contro Aurelio De Laurentiis. E, stasera, potrebbe succedere la stessa cosa, dopo l’avvertimento recapitato dalla curva A ai giocatori con quattro striscioni sistemati nei punti nevralgici della città.
Tensioni
Il capitano è scosso, probabilmente, avrà sottovalutato ciò che sarebbe potuto accadere con quell’atto d’insubordinazione. E, oggi, si ritrova a dover fare i conti con un ambiente infuocato, che non ha nessuna intenzione di perdonare niente, né a lui né agli altri giocatori. Da Insigne, la gente si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso, di collaborazione con il club e con Ancelotti: da napoletano, avrebbe dovuto meglio considerare il dà farsi, senza farsi prendere dall’istinto e dalla delusione del momento. Oggi, è lui il capro espiatorio, il capitano sul quale s’è abbattuta la rabbia della gente. Ma sarebbe ingiusto addossargli tutte le colpe dell’ammutinamento. La sua, forse, è stata quella di aver agito in maniera irresponsabile, senza considerare le problematiche che la squadra sta vivendo.
Accoglienza
La domanda è: come sarà accolto dal San Paolo? L’ipotesi più probabile è che la squadra tutta verrà contestata. Ma è quella di Insigne la posizione più delicata. Tra il capitano e l’ambiente napoletano il feeling s’è interrotto da tempo, così come con Ancelotti e De Laurentiis. Le parti vivono di sopportazioni e questo stato di cose non agevola il compito di nessuno. Insigne potrebbe non avere la serenità per affrontare un momento del genere, s’era pensato che l’allenatore potesse escluderlo dalla gara di stasera. Un’ipotesi senza riscontro. D’altra parte, il cammino del Napoli deve riprendere, la stagione è iniziata appena da tre mesi e ce ne sono altri sette prima di arrivare alla fine.
Tregua
È necessario, però, che scatti una tregua. In questo momento, la squadra ha bisogno di ritrovare la serenità e la concentrazione per affrontare il Genoa ed evitare ulteriori complicazioni. Il San Paolo dovrà mettere da parte la rabbia e sostenere la squadra e il proprio capitano. Insigne è un caso da un paio di anni, ha già conosciuto la contestazione di Fuorigrotta e il suo rapporto con De Laurentiis è praticamente nullo. L’impressione è che il futuro del capitano e di alcuni suoi compagni (Koulibaly, Mertens, Callejon) sarà lontano da Napoli.