CAPELLO «Ora tutte le stelle vogliono la Signora Diavolo, sbagliati certi giocatori Ma se arriva Ibra...»
«Apprezzo Sarri: è anche pratico Nel club rossonero poca pazienza»
Juventus-Milan è la sua partita: sei stagioni da giocatore e due da allenatore con i bianconeri, quattro campionati da calciatore e quindici annate tra scrivania e panchina con i rossoneri. ► Fabio Capello, perché oggi c’è questo divario tra Juventus e Milan, con 16 punti dopo 11 giornate? «La Juve si è rinforzata anno dopo anno, approfittando delle debolezze degli avversari. Con la crescita in Europa, la Juventus è diventata una destinazione gradita alle grandi star, vedi Ronaldo. Solo il Napoli ha cercato di contrapporsi, ma la differenza tecnica e di mezzi alla fine ha reso impossibile la sfida. Oggi c’è l’Inter, che ha la forza del gruppo Suning alle spalle e può permettersi di compiere investimenti importanti».
► Il Milan in questo momento non può reggere il confronto sul piano economico.
«Il Milan ha avuto la disavventura di essere ceduto a persone che non avevano le risorse per gestire un club di valore mondiale. Adesso c’è il fondo Elliott, che dà la priorità ai conti, considerato anche il debito pregresso. Si sta cercando di costruire qualcosa, ma le scelte di alcuni giocatori si sono rivelate sbagliate. Serve gente da Milan».
► Chi sono i calciatori da Milan arrivati negli ultimi tempi? «Hernandez e Leao».
► Quale politica seguire allora?
Programmare nel tempo, comprando ogni estate due-tre elementi di ottimo livello».
► L’obiettivo stagionale?
«Lottare gara dopo gara ed essere realisti. Il Milan attuale non può permettersi di sognare».
► In pochi mesi tre allenatori: Gattuso, Giampaolo e Pioli. Non sono troppi?
«Sicuramente questo non aiuta a trovare la strada giusta. Bisogna avere pazienza e capire che troppi cambiamenti destabilizzano l’ambiente».
► Gattuso è arrivato quinto a un punto dalla Champions: non meritava di restare?
«Ha lavorato benissimo. Penso che il problema di fondo sia stata la differenza di vedute».
► Giampaolo arruolato a luglio e licenziato a ottobre: perché non dargli ancora tempo?
«Credo che Giampaolo abbia pagato il fatto di essere considerato troppo integralista. Forse non ha valutato bene il parco giocatori a disposizione e pensare il calcio in un solo modo in questi casi non aiuta».
► Dalla Mls dicono che Ibrahimovic potrebbe tornare.
«Sarebbe un bel colpo, perché Ibra non viene a svernare. In Italia può ancora fare la differenza. Lo conosco bene e sono sicuro che se dovesse tornare in Serie A, cercherebbe di essere protagonista».
► Una sua caratteristica?
«E’ un uomo intelligente e di personalità. Gli dicevo “Zlatan, devi migliorare il colpo di testa e l’impostazione del tiro”. Lui capì e iniziò a lavorare su questi aspetti tecnici, mostrando grande umiltà. Caratteri e persone diverse, ma anche Seedorf si comportò così».
► La Juve è l’unico club italiano che in Europa viaggia bene.
«La vittoria a Mosca, contro una squadra sicuramente non di primo livello, ha dimostrato che anche Sarri sa essere pratico. Ho apprezzato in questi mesi la sua gestione perché non ha voluto imporre un’idea di gioco a tutti i costi, ma ha cercato di trovare un compromesso tra la sua filosofia e le caratteristiche dei calciatori. Se Allegri avesse vinto a Mosca così, lo avrebbero criticato. Io invece dico “bravo Sarri”, perché riconosce l’importanza del risultato».
► Higuain sta sorprendendo tutti.
«Io non sono sorpreso perché lo conosco bene e sono contento per lui. Ha voluto dimostrare di essere ancora utile e importante per la Juventus».
► Higuain è sempre stato giudicato con i gol, ma il colpo di tacco di Mosca e altre situazioni raccontano che c’è qualcosa di più nel suo repertorio.
«Ha visione di gioco e fa vincere le squadre. Nel mio Real Madrid fu importante ed era giovane. Ora ha maggiore esperienza ed è migliorato».
► De Ligt balla tra elogi e qualche critica.
«Bisogna dargli tempo, ma ha qualità notevoli. Forse nel suo primo campionato italiano avrebbe avuto bisogno di ritrovarsi Chiellini al suo fianco. Lo avrebbe aiutato».
3Pjanic con Sarri pare ancora più decisivo.
«Non è mai stato in discussione. Ha qualità immense. Ora si dice che tocchi di più il pallone, ma per me quello che conta è sempre la verticalizzazione e lui ha sempre avuto questa dote. Lo stesso discorso riguarda Bonucci, un altro capace di scegliere la profondità. Servono tecnica e coraggio per farlo».
► La stagione di Ronaldo?
«In area resta il numero uno al mondo. Non lo vedo bene fisicamente come un anno fa e questo spiega perché Sarri lo abbia sostituito a Mosca. La gestione di un campione di 34 anni è fondamentale».
► In Europa 5 punti su 18 nell’ultima tornata: continuiamo a prendere legnate.
«La ragione è molto semplice: in Europa si corre di più e gli arbitri spezzano di meno il gioco. Siamo deboli soprattutto sul piano atletico».