San Siro, sì vincolato Ma i club: «Valuteremo se andare avanti così»
La Giunta decide il pubblico interesse per il nuovo stadio: «Meno edifici, Meazza salvo». Inter e Milan deluse
La strada per il nuovo San Siro è molto più in salita. La Giunta di Palazzo Marino ha deliberato il pubblico interesse seguendo le indicazioni del Consiglio comunale, ma Inter e Milan non si aspettavano tanta rigidità sulla salvezza del Meazza e sull’edificabilità attorno allo stadio. Ecco perché le società non hanno stappato bottiglie di spumante per festeggiare: «I club si riservano di analizzare nel dettaglio l’atto e valutare se le condizioni poste siano compatibili con la fattibilità e la sostenibilità economica del progetto». Poche parole ufficiali che provano la delicatezza del momento. Già, perché l’ok formale dato dalla politica sconfessa in pratica l’intero progetto delle società, che ora frenano, prendono tempo, pensano sempre di più anche all’alternativa Sesto San Giovanni. D’altronde Inter e Milan chiedono di costruire un nuovo stadio abbattendo il Meazza ma il Comune dice «lo stadio di oggi venga salvato»; e chiedono di costruire una zona commerciale e di intrattenimento di un certo tipo (e di una certa grandezza) ma il Comune – proprietario dei terreni – dice «le volumetrie le decidiamo noi».
Volumetrie doppie
Il succo della decisione di Palazzo Marino è questo, come detto dal sindaco Beppe Sala: «Alla luce del percorso tecnico e politico compiuto fino ad ora – si legge nella nota –, la Giunta ha deliberato il pubblico interesse alla proposta di Milan AC e Inter FC sullo stadio, ma eventuali altre opere (ad esempio spazi commerciali, uffici, hotel) saranno autorizzate solo nella misura prevista dal corrente Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano». Non è una precisazione da poco: secondo il Piano di governo del territorio (Pgt) di Milano appena approvato, il rapporto tra superficie e metri cubi edificabili a San Siro è di 0,35. Peccato che il progetto presentato a luglio da Inter e Milan ha un indice di edificabilità vicino allo 0,70: niente di irregolare, ovviamente, perché i club sfruttano la legge sugli stazioni che permette di arrivare a cubature maggiori. Perché il masterplan da 1,2 miliardi sia sostenibile le società hanno previsto un centro commerciale da 65mila mq e altri spazi per intrattenimento-uffici-albergo di 85mila mq. Volumetrie impossibili da realizzare restando entro i limiti fissati ieri dal Comune. Non solo: Inter e Milan hanno previsto di realizzare la zona extra-stadio dove c’è il Meazza. Ipotesi ora diventata impossibile. Già il Consiglio comunale aveva chiesto la salvezza dello stadio e la Giunta non ha cambiato i piani: «La costruzione di un nuovo impianto sportivo ha aperto la questione sul futuro di San Siro – si legge nella nota di Sala –. Ribadiamo la volontà di rifunzionalizzarlo e siamo pronti a valutare soludi, che non prevedano la rinuncia all’attuale impianto, bensì la rigenerazione attraverso altre funzioni». Anche qui sembra che non ci sia grande spazio per le società. Ma ora cosa succede? Inter e Milan sono concentrati su Verona e Juve, poi analizzeranno con i tecnici le pagine della delibera comunale. Un progetto completamente modificato sarà sostenibile per le tasche dei club? San Siro è sempre stato la priorità, ma uno stadio da 650 milioni ha bisogno di una parte commerciale importante: tenere in piedi un Meazza misto, impianto sportivo e zona commerciale, è uno scoglio forse troppo alto. Mediare con il Comune di Milano sembra molto più difficile: ecco perché il piano B a Sesto San Giovanni si rafforza. I club stanno lavorando anche a questa soluzione. E non solo (o non più) per fare pressione su Sala.