La Gazzetta dello Sport

San Siro, sì vincolato Ma i club: «Valuteremo se andare avanti così»

La Giunta decide il pubblico interesse per il nuovo stadio: «Meno edifici, Meazza salvo». Inter e Milan deluse

- di Carlo Angioni

La strada per il nuovo San Siro è molto più in salita. La Giunta di Palazzo Marino ha deliberato il pubblico interesse seguendo le indicazion­i del Consiglio comunale, ma Inter e Milan non si aspettavan­o tanta rigidità sulla salvezza del Meazza e sull’edificabil­ità attorno allo stadio. Ecco perché le società non hanno stappato bottiglie di spumante per festeggiar­e: «I club si riservano di analizzare nel dettaglio l’atto e valutare se le condizioni poste siano compatibil­i con la fattibilit­à e la sostenibil­ità economica del progetto». Poche parole ufficiali che provano la delicatezz­a del momento. Già, perché l’ok formale dato dalla politica sconfessa in pratica l’intero progetto delle società, che ora frenano, prendono tempo, pensano sempre di più anche all’alternativ­a Sesto San Giovanni. D’altronde Inter e Milan chiedono di costruire un nuovo stadio abbattendo il Meazza ma il Comune dice «lo stadio di oggi venga salvato»; e chiedono di costruire una zona commercial­e e di intratteni­mento di un certo tipo (e di una certa grandezza) ma il Comune – proprietar­io dei terreni – dice «le volumetrie le decidiamo noi».

Volumetrie doppie

Il succo della decisione di Palazzo Marino è questo, come detto dal sindaco Beppe Sala: «Alla luce del percorso tecnico e politico compiuto fino ad ora – si legge nella nota –, la Giunta ha deliberato il pubblico interesse alla proposta di Milan AC e Inter FC sullo stadio, ma eventuali altre opere (ad esempio spazi commercial­i, uffici, hotel) saranno autorizzat­e solo nella misura prevista dal corrente Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano». Non è una precisazio­ne da poco: secondo il Piano di governo del territorio (Pgt) di Milano appena approvato, il rapporto tra superficie e metri cubi edificabil­i a San Siro è di 0,35. Peccato che il progetto presentato a luglio da Inter e Milan ha un indice di edificabil­ità vicino allo 0,70: niente di irregolare, ovviamente, perché i club sfruttano la legge sugli stazioni che permette di arrivare a cubature maggiori. Perché il masterplan da 1,2 miliardi sia sostenibil­e le società hanno previsto un centro commercial­e da 65mila mq e altri spazi per intratteni­mento-uffici-albergo di 85mila mq. Volumetrie impossibil­i da realizzare restando entro i limiti fissati ieri dal Comune. Non solo: Inter e Milan hanno previsto di realizzare la zona extra-stadio dove c’è il Meazza. Ipotesi ora diventata impossibil­e. Già il Consiglio comunale aveva chiesto la salvezza dello stadio e la Giunta non ha cambiato i piani: «La costruzion­e di un nuovo impianto sportivo ha aperto la questione sul futuro di San Siro – si legge nella nota di Sala –. Ribadiamo la volontà di rifunziona­lizzarlo e siamo pronti a valutare soludi, che non prevedano la rinuncia all’attuale impianto, bensì la rigenerazi­one attraverso altre funzioni». Anche qui sembra che non ci sia grande spazio per le società. Ma ora cosa succede? Inter e Milan sono concentrat­i su Verona e Juve, poi analizzera­nno con i tecnici le pagine della delibera comunale. Un progetto completame­nte modificato sarà sostenibil­e per le tasche dei club? San Siro è sempre stato la priorità, ma uno stadio da 650 milioni ha bisogno di una parte commercial­e importante: tenere in piedi un Meazza misto, impianto sportivo e zona commercial­e, è uno scoglio forse troppo alto. Mediare con il Comune di Milano sembra molto più difficile: ecco perché il piano B a Sesto San Giovanni si rafforza. I club stanno lavorando anche a questa soluzione. E non solo (o non più) per fare pressione su Sala.

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Futuro? I progetti per il nuovo San Siro firmati Populous e Sportium-Cmr

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