La Gazzetta dello Sport

Ecco perché Ibrahimovi­c sarebbe il rinforzo ideale per scuotere i rossoneri

Lo svedese svegliereb­be tante mezzepunte milaniste A Napoli sarebbe servito bene. A Bologna che mix...

- Di Sebastiano Vernazza MILANO

Viene o non viene? E se viene, dove va? Impazza il toto-Ibra, 38enne che potrebbe ritornare in Italia, in un campionato che l’aveva molto amato tra Juve, Inter e Milan. In Serie A sono tre le squadre iscritte alla corsa per Zlatan: Milan, Napoli e Bologna. Proviamo qui a collocarlo in ognuno di questi tre club, con un’avvertenza: parliamo di Ibrahimovi­c, per cui sarebbe lui nel caso a decidere in quale ruolo giocare, previo consulto con il nuovo allenatore, concession­e massima.

Milan

Il Milan è la squadra italiana che più avrebbe bisogno dello svedese, per ragioni caratteria­li e tecniche. Oggi i giocatori rossoneri sono fragili, insicuri. Nel dopo partita di domenica, Alessio Romagnoli sembrava incline alla rassegnazi­one, accettava con mestizia le domande sulla superiorit­à di Dybala nell’uno contro uno decisivo. Il Milan ha imboccato la strada pericolosa dell’apatia, dell’ineluttabi­lità degli eventi. Ibrahimovi­c sferzerebb­e Milanello, dissolvere­bbe il torpore che lo avvolge, scatenereb­be qualche sana litigata, forse una rissa, urla da spogliatoi­o che rigenerano e fortifican­o. Sul campo si prenderebb­e l’intera scena d’attacco, fungerebbe da pilone centrale. Lo vedremmo bene circondato dalle tante mezzepunte di Pioli, pronte a sfruttarne gli smistament­i. La memoria corre alla stagione 2011-12 del Milan, quando Antonio Nocerino segnò 11 gol, diversi dei quali grazie a Ibra. Se Zlatan ha moltiplica­to le reti di Nocerino, con rispetto parlando del mediano oggi svincolato, chissà quale effetto rigenerant­e avrebbe su Paquetà, Calhanoglu, Suso e compagnia depressa.

Napoli

Città bellissima da visitare, difficile da vivere nella quotidiani­tà. Ibra però è cresciuto a Rosengard, il ghetto di Malmoe che ha poco da invidiare a certi quartieri napoletani malfamati. Nell’adolescenz­a in Svezia si vaccinato e poi ha accumulato carisma e personalit­à, quanto basta per fronteggia­re gli eccessi di Napoli. Sarebbe il «frontman» ideale per il Napoli impaurito di oggi. Il figlio di De Laurentiis non direbbe una parola fuori posto davanti a Zlatan, suo padre presidente conterebbe fino a dieci. Carlo Ancelotti, che conosce bene lo svedese per averlo allenato al Psg, gli affiderebb­e l’attacco, rimodulato nel nuovo 4-3-3 che il tecnico ha in mente per uscire dalle secche. Lozano e Insigne sarebbero ottimi fornitori.

Bologna

La più sentimenta­le delle opzioni. Ibra, figlio di padre bosniaco e madre croata, e Sinisa Mihajlovic, di papà serbo e mamma croata. Mescolanza balcanica, un inno alla ex Jugoslavia. Comunione di caratteri forti, indomabili. Ibra diventereb­be il re leone del 4-2-3-1 rossoblù. Lui e il 37enne Palacio, 75 anni in due, una coppia di irriducibi­li «vecchietti». Bologna godrebbe una volta di più.

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