«SONO PICCOLETTO MA NON SI VEDE... IL CAGLIARI VOLA È GIUSTO SOGNARE»
«Vorrei somigliare a Cannavaro. Il Ninja? I suoi complimenti mi danno forza, è un top»
Il primo a farglielo notare, quando Fabio Pisacane debuttò in serie B col Genoa nel 2005 a 19 anni dopo aver sconfitto con forza la sindrome di GuillainBarrè, fu Sabri Lamouchi, centrocampista franco tunisino, oggi allenatore. «Mi disse “Sei uguale a Fabio Cannavaro”». Poi Fabio, scugnizzo dei Quartieri Spagnoli, il Pallone d’oro napoletano, lo ha conosciuto davvero. «A Dubai. Il mio idolo, il mio stesso nome, mi guardavo i suoi video». Difensore centrale, marcatore puro, gran stacco di testa, un Cannavaro in miniatura, Pisacane è il simbolo italiano del Cagliari che con 24 punti si è sorprendentemente insediato al terzo posto in serie A. Domenica ha segnato di testa alla Fiorentina, svettando sopra il giovane colosso Vlahovic. Ha saltato la prima col Brescia, poi nessuno l’ha più spostato dal centro della difesa a quattro (terza migliore della A) di Rolando Maran che ha preso solo 12 gol. «Sa che c’è? Che siamo più compatti e che tutto parte dall’attacco. Le punte difendono e copriamo meglio il campo».
►Pisacane, partiamo dalle sue cifre: 47 palle recuperate, altrettante respinte difensive, 23 di testa, 103 giocate di testa, 10 palloni intercettati.
«Significa che sono cresciuto. Ora mi gestisco meglio, anche nell’alimentazione e nel riposo. Il mio difetto, essere piccoletto, l’ho trasformato in un vantaggio. Sono arrivato in A a 29 anni. Nessuno mi ha regalato niente, ho dovuto faticare il doppio. Tutto con le mie forze e questo mi gratifica ancora di più».
►Le facciamo un nome: Cistana, difensore del Brescia. Ha 22 anni, pochi gettoni in A e da lunedì è a Coverciano con la Nazionale. Lei in azzurro fu convocato da Prandelli nel 2012 per meriti morali perché rifiutò di prendere dei soldi per vendere una partita fa quando era al Lumezzane in C. Che effetto le fa?
«Faccio i miei complimenti a
Cistana, mi auguro sia un fenomeno».
►Lei ci pensa alla Nazionale, col Cagliari è terzo? Sarebbe un premio anche alla squadra.
«Non mi precludo niente. Le prestazioni degli ultimi tempi sono buone. Il c.t. Mancini è uomo di buon senso».
►In fondo ha fatto un solo errore quando è scivolato col Verona consentendo a Faraoni di pareggiare.
«E’ partita la zolla. Ma quel che non dimenticherò mai è che il nostro pubblico, meraviglioso, mi ha applaudito come avessi fatto un gol. Hanno capito che
in campo io do tutto».
► E in questa città vuole restarci a vita. Dice che il Poetto con quelle palme le ricorda Miami.
«Vero. Io e mia moglie Maria Rosaria ci siamo innamorati di Cagliari e del Cagliari. Abbiamo comprato casa e ci viviamo coi tre figli. Lunedì abbiamo festeggiato i 5 anni di Andrea, al quale avevo promesso di dedicare il gol, con tanti bambini figli di sardi. La società mi ha allungato due volte il contratto. Penso di aver conquistato questa gente».
►Domenica pomeriggio Radja Nainggolan ha detto che quando si parla del Cagliari si parla troppo poco di Pisacane.
«Radja mi ha dato ancora più forza. Queste parole dette da un top player come lui sono bellissime. Ha alzato il livello dei nostri allenamenti. Neppure lui sa quanto è forte».
► Anche lei, Pisadog, a suo modo è leader.
«Credo di avere autorevolezza nel guidare la difesa, l’ho sempre fatto. E mi metto a disposizione degli altri. Inizialmente posso sembrare antipatico, poi capiscono chi sono e come sono».
►Castro ha detto che è così legato a lei perché è sincero e onesto.
«E io sono legato a lui allo stesso modo. Ho un debole per i sudamericani e tifo Boca da sempre. Col Pata abbiamo in comune che veniamo entrambi da quartieri difficili».
► Tanto amico, tanto compagnone, ma a Luca Pellegrini col quale condivide il procuratore (Raiola) non le manda a dire se sbaglia.
«Dico la stessa cosa detta per Radja: Luca non sa neppure lui quanto è forte. E’ bello e dannato. Ha personalità. Ma per arrivare lontano bisogna cercare la perfezione. Domenica quei due gol con la Fiorentina non dovevamo prenderli».
► Ci definisca Maran.
«Uno pratico. Sa ciò che vuole e non si piange addosso».
► Il Cagliari può andare in Europa?
«Piedi per terra. Ma Cagliari si aggrappa al Cagliari ed è giusto che la gente sogni».