Nave italiana assaltata dai pirati La minaccia dei narcos messicani
Èstato un arrembaggio in piena regola, in stile Pirati dei Caraibi, anche se l’assalto è avvenuto nel Golfo del Messico. Un commando di otto uomini, sopraggiunto su due barchini, ha attaccato la Remas, una nave italiana (75 metri, 2.600 tonnellate) di rifornimento per le piattaforme petrolifere offshore del gruppo Micoperi di Ravenna. Dieci minuti di terrore in cui i nuovi corsari, saliti a bordo, hanno aperto il fuoco contro l’equipaggio di 35 marinai (nove italiani), rubando tutto ciò che hanno trovato e lasciandosi alle spalle due feriti, entrambi italiani (Andrea Di Palma, 42 anni, di Ravenna e Vincenzo Grosso di Molfetta, Bari), fortunatamente non in pericolo di vita. Il primo ufficiale di bordo, Alessandro Fiorenza, ha raccontato: «Pensavo di essere in un film. C’era sangue e un ragazzo a terra mi ha detto: “Mi hanno sparato”. Non c’erano bende, così ho cercato di fermare l’emorragia con i fili del caricabatterie». La procura di Roma ha già aperto un’inchiesta per pirateria, come previsto dal codice di navigazione. C’è un precedente. L’11 aprile 2009, pirati somali nel Golfo di Aden sequestrarono la Buccaneer, con a bordo 16 persone (10 italiani) rimasti in ostaggio per 4 mesi.
Arrembaggi
In Messico c’è da anni anche un’emergenza criminalità sui mari, legata ai cartelli dei narcos. Nel 2018 gli attacchi dei pirati sono cresciuti vertiginosamente del 310%. Da allora, le navi messicane hanno registrato oltre 300 assalti per rubare il carburante, ma anche macchinari e altri equipaggiamenti che valgono una fortuna sul mercato nero: pezzi di motori e alluminio.