Da Alibegovic a Tonut La A dei figli d’arte
L’oro sta in panchina, è una legge del calcio moderno. Poi se la panchina costa (e pesa sui conti), meglio per l’allenatore: significa che tra le riserve può pescare campioni che fanno vincere partite scivolose come l’ultima col Milan. Ecco la fotografia di questo scorcio di stagione juventina, in cui i costi degli stipendi pagati dalla Signora si sono alzati decisamente, ma i frutti sono stati raccolti in abbondanza. Spesso Sarri riesce così a fare la differenza con un cambio: gli basta girarsi, e c’è l’imbarazzo della scelta. C’era
già stato sentore alla prima di campionato al Tardini, dove in panca c’era una fortuna: è stato calcolato circa 400 milioni per valore dei giocatori, compresi i 75 per De Ligt. Non c’è da stupirsi se il parco calciatori pesi di più a bilancio: nella trimestrale licenziata la settimana scorsa gli stipendi dei tesserati sono aumentati da 77 milioni a 86, gli ammortamenti da 43 a 47. Il trimestre lugliosettembre, come noto, è il meno indicativo per un club di calcio, visti i ridotti impegni agonistici, ma l’eccellenza e la profondità di una rosa costano... Ma sono pure necessari: la sfida
bianconera è infatti ai big europei, tutti con panchine milionarie. E questo spaccato numerico sta, comunque, dentro a un piano strategico più ambizioso: l’acquisto di CR7 è stata infatti una leva per espandersi a livello globale e ha già portato a un boom di ricavi.
In Juve-Napoli l’ingresso di Danilo, nuovo arrivato da 37 milioni, spaccò la partita. A San Siro con l’Inter l’ha risolta a gara in corso Higuain. E allo stesso Pipita è bastata mezzoretta per decidere il derby con un assist a De Ligt (altro acquisto “pesante”). Nel freddo di Mosca
ha deciso il panchinaro Douglas, col Milan una genialata di Dybala, appena entrato al posto di Ronaldo. Proprio la Joya e il gemello Pipita sembravano i sacrificati sull’altare dei conti: le trattative milionarie non si sono concretizzate, ma la permanenza della coppia ha dato parecchi punti a Sarri. Certo, in apparenza, il rovescio della medaglia sembrerebbe un aggravio sui conti con un debito salito al 30 settembre a 574 milioni (+110 da giugno) ed è lo stesso club ad aver spiegato che l’aumento è «determinato principalmente dagli esborsi legati alle campagne trasferimenti (-113,1 milioni netti)». Ma questo sforzo va inserito nel progetto complessivo, annunciato da Agnelli nell’assemblea dei soci di ottobre che ha approvato la ricapitalizzazione da 300 milioni. Una manovra d’attacco, tutta in investimenti, secondo un cronoprogramma stabilito anzitempo. Denaro fresco che servirà per sviluppare la società e trovare presto un Ronaldo del futuro.