Ronaldo scopre la prima crisi E il debito sale...
ORA L’ALIENO SEMBRA UMANO MA RONALDO SA COME RIPARTIRE
El’alieno si scoprì umano, troppo umano. Un extraterrestre precipitato sulla Terra: Cristiano ha avvertito la fatica di abitare questo scomodo pianeta, fatto di difese spigolose e attacchi bianconeri ancora balbettanti. La sostituzione dell’Allianz con Paulo Dybala farà storia per tutto il corredo di polemiche assortite, ma è anche il momento in cui si è rotto l’idillio tra il cavaliere portoghese e la sua Signora. Fino ad allora nessuna partita negativa aveva mai scalfito lo status di Cristiano alla Juventus. La prova di forza di Sarri contro il Milan, apprezzata da gran parte della tifoseria, si è però resa necessaria da quello strano girare a vuoto di Ronaldo, lontanissimo dai suoi veri livelli. Colpa degli acciacchi fisici, della difficoltà ad allenarsi, del nuovo modo di attaccare voluto dall’allenatore toscano. La somma degli addendi regala quasi una certezza: è questa la prima crisi del
Ronaldo bianco e nero. Passeggera e non certo allarmante: il portoghese ha in mente un piano per rimettere presto il costume e volteggiare sui cieli della A. I malumori per le sostituzioni, in fondo, passano in fretta: gli è capitato di inalberarsi perfino con Ferguson e Zizou, i due tecnici con cui ha avuto un rapporto quasi simbiotico.
Mai così male
La sosta ha una doppia lama: da una parte permette a Cristiano di allontanarsi dalla bufera juventina, dall’altra costringerà il numero sette a impegnare ancora di più il suo fisico, mentre forse gli servirebbe scalare marcia. Nei fatti, il portoghese non si allena veramente da Juve-Genoa e le ultime prestazioni opache sono figlie delle lunghe sedute personalizzate alla Continassa. Un momento no si concede a tutti e i bianconeri non hanno il minimo dubbio sul pronto riscatto portoghese: avrà pure quasi 35 anni, ma resta di gran lunga il migliore della compagnia. E chi in questi anni ha pensato che CR7 fosse vicino all’eclissi, alla fine è sempre rimasto abbagliato. Certo, i nudi dati raccontano che l’arma si è al momento inceppata: CR7 ha concluso lo scorso campionato con una media di 0,7 gol a partita, mentre in questo scende giù fino a 0,5. Più nel dettaglio: l’anno passato la metteva dentro ogni 128 minuti, mentre stavolta ne servono ben 173. Conseguenza anche delle alchimie sarriste che gli fanno toccare meno il pallone vicino alla porta avversaria, mentre con Allegri occupava militarmente l’area di rigore. Per ritrovare un inizio così asfittico in campionato bisogna tornare a due stagioni fa, l’ultima al Real, quando partì con l’handicap di una squalifica: se in queste prime dieci presenze ha segnato 5 reti, nel 2017-18 si fermò a due. Piccola avvertenza: finì la Liga con il solito grappolo, 26 centri totali.
Propulsore Portogallo
Ieri a Lisbona con i compagni di nazionale Cristiano ha ostentato il sorriso di sfida, quello con cui di solito si prepara alle partite importanti: «Sono tornato», ha sigillato in una Instagram Story, servita a tirare via gli ultimi dubbi sulla sua presenza nei prossimi due match. Si è allenato con gli altri e ha lucidato la carabina perché contro Lituania (domani) e Lussemburgo domenica, deve strappare la qualificazione per la fase finale dell’Europeo. Ronaldo si presenterebbe alla competizione da detentore del titolo: particolare suggestivo, occasione ghiotta. Per questo, al netto dei problemi fisici e dell’eccessivo utilizzo, la Nazionale può essere un balsamo in questo periodo convulso. I guai al ginocchio destro non sono gravi, si risolveranno un po’ alla volta, ma servono soprattutto gol ed esultanze per rimettersi in ritmo. Anche perché di ritorno a Torino bisognerà affrontare a Bergamo quei diavoli dell’Atalanta, non la partita più facile del campionato. All’alieno è concesso «umanizzarsi», basta che non ci si abitui troppo alle atmosfere terrestri.