La Gazzetta dello Sport

SERA DI LU-LA SPENTA ALLA COPPIA DELL’INTER NON RIESCE L’IMPRESA

- Di Carlo Angioni - MILANO

Lukaku segna la rete del pari ma spreca la palla del raddoppio. L’urlo di Lautaro fermato due volte per posizione irregolare ma anche da un ottimo Neto. La coppia d’oro esce a capo chino

Il finale è triste, perché dopo aver lottato, aver preso e dato spallate, aver pensato di potercela fare e fatto urlare San Siro tre volte per altrettant­i gol annullati, l’Inter va a casa. La LuLa doveva essere pienissima per smontare i trucchetti dei ragazzini del Barça, ma Lukaku e Lautaro non riescono nell’impresa: un gol e il match ball malamente sprecato davanti a Neto nel personale tabellino del belga; tanta corsa, tanta garra ma poche occasioni per sfondare nella serata dell’argentino. E quindi niente vittoria-qualificaz­ione marchiata Lu-La da scrivere nei libri della storia nerazzurra. Così, quando Kuipers fischia una fine oramai scritta dopo il gol di Ansu Fati e la Curva Nord continua comunque a incitare la squadra, l’obiettivo resta fermo sul numero 9 e sul numero 10: Romelu è immobile come una statua, con le mani nei fianchi; mentre il Toro, qualche metro più in là, ha la testa bassa e le mani sulle gambe. Arrivano gli abbracci consolator­i dei difensori catalani, ma è poca roba davanti alla delusione dei due attaccanti.

Sfondament­o

«Ci abbiamo provato, abbiamo dato tutto e andiamo avanti», dice capitan Handanovic in campo, con l’eliminazio­ne arrivata da una manciata di minuti. Ha ragione Samir. I nerazzurri ci provano e la LuLa certo non si risparmia. C’è la serata a digiuno con la Roma da cancellare, c’è da rimettersi l’Inter sulle spalle. Romelu fa tanto movimento, segna subito ma è in fuorigioco. Si traveste anche da play, ha l’occasione ma si fa stoppare da Lenglet. Poi, quando l’umore di San Siro tende verso il basso causa improvviso vantaggio Barça, il numero 9 ci mette il piedone numero 48 per ridare fiato al sogno qualificaz­ione. Non aveva mai segnato ai catalani e l’amico Lautaro ha meriti gigantesch­i perché difende un pallone con i denti nel corpo a corpo con Todibo. Sembra che possa essere l’alba del nuovo inizio nerazzurro, perché i 71mila del Meazza esplodono di entusiasmo. C’è ancora un tempo per potere vincere, ma quando Lukaku spara addosso a Neto, da due passi, un pallone di platino, tutto sembra ancora più difficile, anche perché quasi in contempora­nea il Borussia si prende il 2-1 che condanna l’Inter ben prima del sorpasso del Barça.

Il Toro

Anche Lautaro non gode di grande fortuna. A Barcellona, all’andata, aveva giocato una partita monumental­e e timbrato la prima volta in Champions. Stavolta, al numero 10 manca solo il gol. Anzi, uno lo segna ma il fuorigioco c’è e l’urlo resta strozzato in gola (come a Lukaku poco dopo). Lui, alla fine, è comunque promosso. E il Barça dopo una serata così di sicuro continuerà a provare l’assalto per metterlo

accanto a Messi. Intanto il Toro è dell’Inter, poi chissà. Come dice anche Beppe Marotta, che prima della sfida lascia aperto ogni scenario: «Noi vogliamo crescere quindi vogliamo puntare su giovani come Lautaro Martinez o Lukaku: sono interessan­ti e giovani e vogliamo crescere con loro. Ma il destino appartiene alla testa dei giocatori; se Lautaro intende stare con noi, a noi fa piacere, se si farà attrarre dalle idee di altri club si faranno le valutazion­i. Al momento è molto legato all’Inter e ne siamo orgogliosi».

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 ?? LAPRESSE ?? Maledetto fuorigioco
È il 35’ del secondo tempo: Lautaro segna ma stavolta è il suo compagno Lukaku a essere beccato in offside
LAPRESSE Maledetto fuorigioco È il 35’ del secondo tempo: Lautaro segna ma stavolta è il suo compagno Lukaku a essere beccato in offside

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