Un’occasione per provare il tridente delle stelle
i tutte le partite in teoria inutili, questa Leverkusen-Juve è forse la meno inutile perché può offrire risposte interessanti senza l’apparente assillo del risultato. La prima “risposta seria sulla mentalità” l’ha chiesta Sarri stesso, preoccupato di un eventuale calo di tensione come quello del finale della scorsa stagione: il messaggio del tecnico è chiaro e giusto, guai a sottovalutare qualsiasi appuntamento o mi arrabbio. Ma al test psicologico, se possibile, ne aggiungiamo uno noi di carattere tecnicotattico. Sempre ieri, infatti, Sarri ha precisato che questa Juve non può permettersi un attacco a tre con Dybala, Higuain e Ronaldo per 90’. Lasciando però intendere che qualcosa oggi potrebbe succedere, forse non dall’inizio. Domanda: se non ora, quando? Se la sostenibilità di un tridente come quelli schierati spesso da Barcellona, City,
Liverpool, Real Madrid, Psg, tutti aspiranti alla Champions, non può essere sperimentata contro il Leverkusen, allora quali altre occasioni concederà il calendario? D’accordo che la difesa sarà molto probabilmente quella di riserva, e il centrocampo deve risolvere infortuni a ripetizione, ma parliamo sempre della celebrata rosa della Juve. Dei venti e passa titolari. E di un mercato estivo che ha portato nomi quali Rabiot e Ramsey sulla cui affidabilità fisica è lecito qualche dubbio, anche se il gallese, quando c’è, non può essere messo in discussione. Bernardeschi è uno dei casi sempre meno rari di crisi d’identità da personalità multipla: in realtà l’azzurro fatica ad ambientarsi da trequartista, non trova i tempi e la posizione, dà il meglio quando parte dalla fascia per poi accentrarsi come con Mancini. Comprensibile il tentativo di Sarri di cercare il suo nuovo Callejon, anche se Berna non ha caratteristiche e saggezza tattica per sdoppiarsi nel ruolo di equilibratore. Alla faccia dell’equilibrio, quindi, ci piacerebbe vedere assieme quei tre, almeno stasera, invece di condannare Dybala e Higuain a una staffetta in nome della sacralità di CR7. Poi il campo dirà che no, meglio non illudersi. Ma prima magari vediamo.
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