La Gazzetta dello Sport

Gasperini vede rosa «È proprio l’andata che ci dà più fiducia Siamo cresciuti»

«Attenzione e lucidità negli ultimi 20 metri: queste sono le nostre chiavi»

- Di Andrea Elefante - INVIATO A KHARKIV (UCRAINA)

Chi nel tempo ha imparato quanti intrecci, calcoli, variabili contenga quasi sempre un girone di Champions e soprattutt­o chi ha imparato a leggerli, quella sera uscì da San Siro con una sensazione che era piuttosto un sospetto: questa era una partita - l’Atalanta l’aveva appena persa contro lo Shakhtar Donetsk, al minuto 95, prendendo gol in contropied­e - che sarebbe bastato pareggiare, che «bisognava» pareggiare. E ora la Dea rischia di pagarla. Gian Piero Gasperini non lo pensò. O meglio, non aveva rimorsi perché non ama fare calcoli: quel gol dell’1-2 subìto cercando fino all’ultimo il 2-1 era il male necessario per essere così. Per essere l’Atalanta su cui lavora ogni giorno. E, si è capito poi, per essere ancora in corsa per gli ottavi di Champions: non essendo così, con ogni probabilit­à non avrebbe poi tolto al City il punto a cui «rinunciò» quella sera.

Fiducia

Il pareggio, quello contro Guardiola, che l’ha fatta rinascere, l’ha tenuta viva. E stasera le impone di togliere allo Shakhtar ciò che gli lasciò. «Proprio l‘andata - ha detto ieri Gasperini - ci dà fiducia, non solo perché da allora la squadra è cresciuta. La loro vittoria fu un premio esagerato, dopo quella beffa non ci speravamo più, però poi ci sono stati segni del destino: i due pareggi di Shakhtar e Dinamo, soprattutt­o quello di Zagabria, ci hanno lasciato delle opportunit­à».

Sopravviss­uti

Non facili: se il 1° ottobre a San Siro poteva bastare un pareggio, stasera no. Da allora è tutto un camminare sul filo e questa è la madre di tutti i «dentro o fuori». Vincere o vincere: all’Atalanta serve la notte perfetta per restare in Europa, che sia Champions oppure Europa League, e il paradosso è che in teoria è più facile arrivare seconda che terza. Ed è la partita perfetta per il calcio di Gasperini: senza calcoli, appunto. «Lo Shakhtar ha più chance, sono dettate dalla classifica, ma per non rischiare, devono vincere anche loro. Noi invece, per restare in Champions o andare in Europa League, dobbiamo vincere e basta». Un destino da sopravviss­uti: mai nessuno in Champions è arrivato agli ottavi dopo aver fatto un punto nelle prime quattro partite e soltanto il Newcastle nel 2002 passò partendo con tre sconfitte: «Avere ancora la possibilit­à di qualificar­ci, dopo una salita così, ci fa arrivare qui con grande fiducia e morale».

Condottier­o

Le altre soluzioni

Anche se lo squadra ucraina ha tutto per fare male: «Ha giocatori molto tecnici, una grande qualità offensiva, la velocità di Taison che può portarli alla superiorit­à numerica. Sarà fondamenta­le reggere il loro urto offensivo, poi ci possono concedere qualche occasione nella loro metà campo: attenzione e lucidità negli ultimi venti metri, queste saranno le chiavi». E anche se, dopo Zapata, Gasperini in due giorni ha perso anche Ilicic e poi Kjaer: «Sono assenze pesanti, ma ci è già capitato nell’ultimo mese: avremo soluzioni diverse e le useremo, come abbiamo già fatto quando sono mancati».

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