La Gazzetta dello Sport

«Ma in campo i nostri sono pochi Adesso portiamoli a 4 per squadra»

Il presidente della Fipav Cattaneo: «Oggi la regola ne prevede 3, però la scelta va condivisa con le leghe»

- Di Davide Romani

La doppietta mondiale di domenica è l’ultimo capitolo di una lunga storia di successi internazio­nali che la pallavolo di club italiana sta ottenendo. Solo l’anno scorso cinque coppe europee vinte su 6 - due al maschile e tre al femminile con l’esaltante doppietta di Champions a Berlino - e Trento capace di vincere il Mondiale per Club. Un dominio figlio di due leghe, quella maschile e quella femminile, che hanno la fortuna di avere i migliori giocatori e le migliori giocatrici in campo internazio­nale. «È la testimonia­nza della bontà dei nostri campionati – racconta Chicco Blengini, c.t. dell’Italia maschile -. Sono i più forti al mondo dove giocano i migliori atleti». Ma questa supremazia fatica a riproporsi con la Nazionale. Risale al 2005 l’ultimo successo in campo maschile (in Serbia e Montenegro) e al 2009 (in Polonia) quello al femminile. In entrambi i casi titolo europeo che gli uomini conquistar­ono in finale sulla Russia e donne sull’Olanda. Oro che poi è sparito dai radar azzurri. «Ci sono diverse motivazion­i – prova a spiegare il presidente federale Bruno Cattaneo -. Quelle tecniche che riguardano l’evoluzione del gioco: il passaggio al rally point system privilegia la potenza alla tecnica. Quelle regolament­ari che riguardano il numero di stranieri e straniere nei nostri campionati».

Stranieri

Sia il presidente federale che il c.t. azzurro pongono l’attenzione sul numero di italiani in campo nelle squadre di club che attualment­e prevede un massimo di 4 stranieri su 7. «Da tempo è una mia convinzion­e – continua Cattaneo –. Il passaggio a 4 italiani è un risultato al quale vorrei arrivare attraverso il dialogo con le leghe maschili e femminili. I giovani ci sono, basta farli giocare. Penso a Balaso, Lavia, Cortesia, Giannelli. E poi non sarà più giovanissi­mo, ma uno come Nelli ha contribuit­o alla qualificaz­ione all’Olimpiade nella complicata vittoria con l’Australia. Mentre in passato questo è stato fatto solo con i giovani stranieri che poi ritroviamo da avversari con le Nazionali. Pensiamo ad Atanasijev­ic, Podrascani­n, Stankovic. Si sono formati in Italia». Anche Blengini prova ad avanzare un’ipotesi per cercare di dare più spazio ad atleti di casa: «È difficile trovare una relazione tra i risultati dei club e quelli della Nazionale – analizza il Commissari­o tecnico -. Diamo merito agli imprendito­ri che investono nel volley e così facendo danno visibilità al nostro movimento. Le vittorie dei club sono di aiuto per il movimento: più pubblico, più persone che si avvicinano a questo gioco. Però la formula 3 italiani-4 stranieri potrebbe essere invertita. Soprattutt­o in campo maschile alla luce della riduzione delle squadre in Superlega (si arriverà a un campionato a 12 squadre, ndr). Spesso con questa formula gli italiani vengono cercati e fatti giocare sostanzial­mente nel ruolo di libero e al centro. Con l’aumento a quattro italiani in campo si aprirebber­o spazi ad esempio per gli schiacciat­ori».

È una cosa che penso da tempo. Lavia, Cortesia: i giovani ci sono, basta farli giocare

Top players

Chi della Generazion­e dei Fenomeni che vinceva nel club e in Nazionale e fino all’anno scorso ha vinto da allenatore con Perugia è Lorenzo Bernardi. «I successi di Civitanova e Conegliano sono figlie di una progettual­ità e non di casi estemporan­ei. La Lube arriva da una stagione dove ha vinto scudetto e Champions League, l’Imoco la Coppa Italia, lo scudetto e ha raggiunto la finale di Champions persa con Novara – è l’analisi di Mister Secolo -. Entrambe hanno in campo dei top players. Giocatori e giocatrici di prima fascia sia italiani che internazio­nali in grado di far la differenza. Ma va fatta una distinzion­e tra uomini e donne. In campo maschile c’è meno scelta rispetto al femminile. Prendiamo le due squadre che hanno festeggiat­o domenica. Civitanova ha schierato la diagonale Bruno-Rychlicki, Leal come schiacciat­ore e i due centrali Simon e Bieniek. Come italiani c’erano Balaso e Juantorena. Diverso il discorso per Conegliano che può contare su quattro top players di casa: Egonu, Sylla, De Gennaro e Folie». Però Bernardi è scettico sull’individuar­e l’aumento a 4 degli italiani in campo come soluzione per tornare a vincere con la maglia azzurra: «Bisognereb­be valutare se garantire il posto ai giocatori italiani sia un vantaggio oppure uno svantaggio. Piuttosto si potrebbe lavorare sul settore giovanile per far uscire qualche nuovo Giannelli e pensare all’impiego di giovani futuribili».

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Crescendo la quota di italiani, si aprono spazi in ruoli diversi, non solo liberi e centrali

In campo maschile è più difficile trovare dei top player ma non penso che cambiare regole aiuti

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Bruno Cattaneo Presidente Fipav
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Lorenzo Bernardi Allenatore
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Chicco Blengini C.t. Italia

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