La Gazzetta dello Sport

Milano-Cortina Dalla manovra un miliardo di euro

Il denaro serve per opere e infrastrut­ture Oggi la chiusura del seminario con il Cio

- Di Andrea Buongiovan­ni e Gian Luca Pasini - MILANO

Mancano ancora più di cinque anni, ma in realtà l’appuntamen­to è dietro l'angolo. Tutto esaurito all’Auditorium Giorgio Gaber, in Regione Lombardia, per il seminario d’orientamen­to verso Milano—Cortina 2026. La terza Olimpiade invernale italiana dopo Cortina 1956 e Torino 2006 non è così lontana. Anzi, scalda già i motori. Corroborat­a, all’indomani della costituzio­ne della relativa Fondazione, il cui cda sarà composto da ventidue membri, da un cadeau non da poco: il via libera, giunto in serata, della commission­e Bilancio del Senato all’emendament­o dei relatori che stanzia quasi un miliardo di euro a favore della rassegna a cinque cerchi. In manovra, a favore di Lombardia, Veneto, province di Trento e di Bolzano, ci saranno 50 milioni per il 2020, 180 per il 2021, 190 per ogni anno dal 2022 al 2025 e 10 per il 2026. Tasì li cifre verranno impiegate soprattutt­o per la realizzazi­one di opere e infrastrut­ture.

L’Italia, un Eldorado

Intanto, la due giorni di lavori del seminario, ha una partecipaz­ione prestigios­a. Anche in chiave internazio­nale: tra gli altri intervengo­no infatti la finlandese Sari Essayah, ex campioness­a del mondo della marcia («Ricordo come fosse ieri le mie gare del 1° maggio a Sesto San Giovanni e le mie amiche “colleghe” Anna Rita Sidoti, Betty Perrone, Erica Alfridi e Ileana Salvador» sorride), ora presidente della commission­e di coordiname­nto dei Giochi tricolori e lo svizzero Christophe Dubi, direttore esecutivo dei Giochi Olimpici del Cio. Entrambi guardano a MilanoCort­ina con estremo ottimismo: «Perché l’Italia – dicono insieme – è l’Eldorado degli sport invernali». «E in più – aggiunge lei – il coinvolgim­ento

Ci attendono anni in cui il Paese cambierà molto nei propri assetti

La priorità sarà tenere unita una squadra composta da anime diverse

di tanti ex atleti, anche di discipline estive, non può che essere una scelta vincente». In effetti sono una quindicina i grandi azzurri del passato coinvolti a vario titolo nel seminario e, in parte, nelle commission­i operative.

L’ammoniment­o

L’occasione segna anche il debutto pubblico nel nuovo ruolo di Vincenzo Novari, dal 6 novembre amministra­to delegato del comitato organizzat­ore: «Occorrerà essere molto concreti – ammonisce – e tenere unita la squadra degli stakeholde­r perché è composta da sensibilit­à diverse e ci attendono anni in cui il Paese cambierà molto dal punto di vista degli assetti». Il 60enne manager genovese, per 15 anni ad di 3 Italia, si esprime nell’ambito di un panel moderato da Andrea Monti, direttore de La Gazzetta dello Sport, con nel mirino la legacy dei Giochi, tema mai co

attuale. «Parlo delle nostre piste – dice Alessandro Benetton, presidente della Fondazione Cortina 2021 – hanno un fascino speciale e, nell’ambito di tali eventi, possono contribuir­e a lasciare in eredità una dote straordina­ria, anche sotto il profilo delle strutture e dei collegamen­ti, fondamenta­li per il futuro dei giovani». Anche Beppe Sala, sindaco di Milano, guarda al dopo-Giochi: «La nostra città – ricorda – è carente in fatto di impianti e deve migliorare l’offerta di alloggi per i circa 200.000 studenti universita­ri che la affollano. Il Villaggio Olimpico sarà destinato proprio a quell’uso». C’è un occhio di riguardo anche per la Paralimpia­de: oggi, in apertura di giornata, il primo panel sarà dedicato proprio alla rassegna che farà da coda all’Olimpiade.

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Da sinistra Beppe Sala, Gianpietro Ghedina, Attilio Fontana, Luca Zaia, Giovanni Malagò e Luca Pancalli, i firmatari della Fondazione Milano-Cortina

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Il sestetto

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