La Gazzetta dello Sport

Putin: «Carta olimpica violata» Ma la Lasitskene accusa i suoi

Il presidente russo parla di complotto, la saltatrice in una lettera si scaglia contro i dirigenti

- Di Riccardo Crivelli

Impegnato a Parigi nei delicati colloqui con il neopreside­nte ucraino Zelensky, Vladimir Putin ha atteso un giorno per prendere posizione sul nervo scoperto della squalifica di quattro anni dello sport russo da tutte le competizio­ni maggiori. Il presidente sposa ovviamente in toto la linea dell’attacco politico alla nazione: «Ogni punizione dovrebbe essere individual­e sulla base di ciò che ogni singola persona commette, non ci possono essere sanzioni collettive, lo sanno bene anche gli esperti della Wada. La decisione non ha nulla a che fare con lo sport, non c’è nessun intento di salvaguard­are lo sport pulito. Noi faremo ricorso contro questa sentenza politica. La Wada ha violato la carta olimpica».

Le campioness­e

Anche Yelena Isinbayeva, l’ex zarina del salto con l’asta, non usa giri di parole per esternare la sua rabbia: «Le sanzioni sono crudeli, ingiuste, atroci e assassine». Yelena, 37 anni, due ori olimpici e tre titoli mondiali, attualment­e è anche membro Cio e dunque la sua voce fa più rumore: «Non capisco in che modo la Wada possa difendere i diritti degli atleti russi puliti chiedendo loro di gareggiare sotto la bandiera neutrale». Sulla decisione storica della Wada e del Cio è intervenut­a con una lettera aperta sul sito Championat.com anche Mariya Lasitskene, Kucina da nubile, oro mondiale nel salto in alto a Pechino 2015 sotto i colori della Russia, oro mondiale a Londra 2017 e Doha 2019, ma assente ai Giochi di Rio (dove era favorita) a seguito del bando della federazion­e russa di atletica sempre per lo scandalo doping. I suoi strali, sotto forma di domande velenose, sono rivolti soprattutt­o ai dirigenti sportivi del suo Paese. La tre volte campioness­a iridata si chiede perché «non ci sia stata una punizione delle persone principali responsabi­li di aver avvallato il doping», o ancora perché «i nostri atleti continuino a usare sistematic­amente sostanze vietate, perché gli allenatori collegati al doping continuino a lavorare senza essere puniti e in che modo i nostri funzionari sportivi possano continuare a falsificar­e i documenti ufficiali». Mariya, cui i fan su Instagram hanno addirittur­a suggerito di cambiare nazionalit­à se le dovesse essere impedito in qualche modo di partecipar­e all’Olimpiade di Tokyo, sostiene anche che le tante commission­i create non hanno prodotto risultati e si chiede «che cosa hanno fatto per me il ministero dello sport e le commission­i olimpiche negli ultimi 4 anni? L’atletica leggera in Russia sta scomparend­o, mi dite quali motivazion­i si possono avere a gareggiare da neutrale? Io sono un’atleta russa e dovrei avere il diritto di partecipar­e liberament­e alle competizio­ni con i colori russi». Intanto Jonathan Taylor, presidente del comitato Wada che ha suggerito la sanzione, ha comunicato che qualora la Russia si qualificas­se per i Mondiali di calcio in Qatar del 2022, la Fifa si troverebbe costretta a modificare il proprio statuto che al momento non prevede la partecipaz­ione di squadre neutrali, cioè non espresse formalment­e dalla Federazion­e calcistica di un paese.

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LO SPORT IN TV

L’Esecutivo della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, lunedì a Losanna ha accolto l’invito di escludere la Russia ricevuto dalla propria commission­e di revisione della Conformità.

L’agenzia russa antidoping il 19 deciderà se respingere la decisione. La Wada, nel caso, aprirà un procedimen­to al Tas, il cui pronunciam­ento sarà pressoché definitivo.

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Quattro anni La Russia, sulla scia di uno scandalo doping cominciato nel 2013, è esclusa da qualsiasi evento sportivo mondiale per 4 anni fino all’inverno 2024.
La decisione
GETTY/EPA Delusi La saltatrice Mariya Kucina Lasitskene, 26 anni, e il presidente russo Vladimir Putin, 67 Quattro anni La Russia, sulla scia di uno scandalo doping cominciato nel 2013, è esclusa da qualsiasi evento sportivo mondiale per 4 anni fino all’inverno 2024. La decisione

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