La Gazzetta dello Sport

«Ora rialziamoc­i e riprendiam­o il nostro cammino»

Il tecnico: «Ci ho creduto fino alla fine Adesso arriviamo al meglio al Natale»

- di Davide Stoppini- MILANO

Stavolta è senza appello e fa più male, perché spedisce l’Inter all’inferno, decidete voi se individuar­lo nell’eliminazio­ne o nell’Europa League. Stavolta il 2-1 è senza appello, non è mica come quello contro la Juve che ti dà tempo di rimontare (e infatti così è stato, in classifica). La faccia di Antonio Conte dopo il gol di Ansu Fati è un inedito. È la prima senza parole della stagione, senza la forza di riattivare la squadra, perché nessuno ormai ne aveva più. Diceva Conte alla vigilia: «Importante sarà non avere rimpianti». E un rimpianto grande così l’Inter ce l’ha: essere arrivato a questo bivio con la benzina per fare giusto una scampagnat­a, quando invece la macchina andava caricata per un viaggio vero.

Delusione

E poi certo, le occasioni mancate a Barcellona, quelle a Dortmund, le ultime di ieri sera. Le difficoltà forgiano, ama ripetere Conte. «La verità è che abbiamo creato molte occasioni per vincere, alcune molto importanti ha raccontato -. Ci è mancato cinismo, un po’ di precisione per concretizz­are quanto creato, sia nel primo sia nel secondo tempo. Il calcio è semplice: se la butti dentro vinci le partite e hai ragione, altrimenti tutto diventa complicato. Onestament­e ho poco da rimprovera­re ai calciatori, hanno dato tutto, è mancato solo il gol e poi il 2-1 ci ha ammazzato psicologic­amente, nel momento in cui stavamo producendo il massimo sforzo. Ci credevo ancora, stavamo attaccando e avremmo potuto segnare da un momento all’altro». La frittata l’ha fatta Ansu Fati, insieme a una lettura complessiv­a troppo morbida di tutta la difesa: «Peccato per quel gol, ha spento la squadra e le possibilit­à c’erano ancora tutte - ancora Conte -. Questa sconfitta è una grande dispiacere. Per i tifosi, certo: devo ringraziar­li, San Siro ci ha spinto fino alla fine. E poi mi dispiace per i miei calciatori: poteva finire diversamen­te, è un peccato. Per quanto fatto vedere a livello di prestaMarc­os zioni, penso meritassim­o la qualificaz­ione in questo girone. Ce la siamo giocata fino alla fine, era il girone più complicato di tutti. Ma poi, se non passi il turno, devi solo rimboccart­i le maniche, continuare a far crescere questi ragazzi, anche come esperienza in questo tipo di partite. Ora dobbiamo rialzarci e riprendere il cammino».

Ora il vertice

Cammino che vuole dire campionato, ovviamente. La Champions è un ricordo, il più due sulla Juventus è quel che ha spinto i tifosi ad applaudire la squadra anche dopo il fischio finale, sotto la curva. «C’è tanta delusione - ha aggiunto il tecnico nerazzurro -, ma ho detto ai ragazzi che dobbiamo ripartire, fin da domenica. Stiamo facendo cose importanti, in un momento per noi non semplice, questo deve essere chiaro a tutti e a loro per primi. Mancano due partite a Natale, arriviamoc­i nel migliore dei modi». E la sosta di Natale fa rima anche con mercato, se è vero che la società ha aperto all’arrivo di due calciatori, un centrocamp­ista e un esterno mancino. Ora, a Champions esaurita, sarà il momento del vertice tra il tecnico e dirigenti per fare il punto. De Paul e Alonso sono i due nomi in pole position. «Ma io ora non penso al mercato - ancora Conte -. Penso solo a recuperare dei giocatori, ne abbiamo bisogno. Però questi che hanno giocato sono stati bravi tutti. Ho visto nei loro occhi molta delusione: ecco, a loro dico che siamo più forti dopo questa Champions. E poi gli uomini veri sono quelli che si rialzano subito». E in fondo basta guardare la classifica in campionato per tornare a sorridere.

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Poco cinismo. Il calcio è semplice: se la butti dentro vinci e hai ragione Antonio Conte tecnico dell’Inter

Abbiamo avuto occasioni, peccato, ma ai ragazzi non posso dire nulla Antonio Conte Sull’eliminazio­ne

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AFP Carica Antonio Conte, 50 anni, prima stagione alla guida dell’Inter

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