CHE SPRECHI INTER GELATA DAL BARÇA 2
CONTE ELIMINATO, CARLETTO AVANTI MA DIVORZIA
Lukaku segna ma si mangia tre gol, i catalani sbancano San Siro 2-1 con rete della vittoria di Fati (17 anni) Ora i nerazzurri retrocedono in Europa League. Il tecnico triste «Ci spiace, una grande delusione»
Come brucia
«Usciamo senza rimpianti», aveva ordinato Conte. Come può l’Inter non averli con tutti i gol che ha sprecato? Lukaku ha segnato quello del pareggio, ma ne ha sbagliati tre imperdonabili: uno all’inizio, che poteva spianare la notte, e due nella ripresa, al momento di chiudere il match. Contro un Barcellona trasfigurato dal turnover, che ha giocato dignitosamente, ma senza disperarsi, l’Inter avrebbe potuto (dovuto) farcela, ma le sono mancate le forze e i valori tecnici. Il contrasto tra il vecchio Borja Valero (34 anni), precettato ancora una volta dall’emergenza, e i due ragazzini del Barça che hanno segnato, Carles
Perez (21) e Ansu Fati (17), è una lettura del match. Un’altra è il 63% di possesso che si è permesso il Barcellona, quasi senza volerlo, con 2 soli titolari e un’andatura da passeggiata. L’Inter paga la sfortuna (Barella, Sensi…), ma anche un mercato imperfetto. A Dortmund, Conte sbraitava contro la coperta corta perché presentiva una notte del genere. Aveva ragione. Ora Antonio dovrà essere bravo, fin da domenica a Firenze, a convertire in rabbia buona la delusione di ieri e a trascinare i suoi legionari stremati fino al mercato di gennaio, dove non basterà rifinire. Sapendo bene che l’Europa League non sarà un buon amico della corsa scudetto.
Come un anno fa
Nerazzurri eliminati all’ultima del girone, come un anno fa con il Psv, con il destino nelle proprie mani e una partita decisiva più che abbordabile. E così l’ultima qualificazione agli ottavi di finale di Champions resta distante 7 anni. È bene ripassare il bilancio dell’Inter nelle 9 stagioni del dopo-Triplete: un ottavo di finale e un quarto arrivati subito, quasi per inerzia da trionfo, poi un buco di 6 stagioni in Champions, prima di riaffiorare nella scorsa e uscire due volte nei gironi. Negli stessi 9 anni il Barça ha vinto due Coppe e centrato 3 semifinali, non scendendo mai sotto i quarti. Ma lasciando stare i top club, prendiamo uno Shakhtar Donetsk. È rimasto quasi sempre visibile, galleggiando in alto: 4 ottavi di finale e un quarto. Ha ragione Conte quando spiega che la sua Inter è all’inizio di un percorso. Il primo posto in A non deve illudere. Per posizionare stabilmente il club in una zona medio-alta di Champions serviranno tempo, investimento e ottimi giocatori. Non può essere Brozovic tutta la qualità dell’Inter e le occasioni decisive
non possono capitare a D’Ambrosio e Biraghi.
Che sprechi…
Valverde sembra un salumiere davanti alla bilancia: «Suarez? Lascio o tolgo?». Tolga, tolga… Con la rinuncia in extremis del Pistolero, il Barcellona schiera due titolari: Lenglet dietro e Griezmann davanti. Estemporaneo anche il 3-4-1-2, con Vidal trequartista, in pressione su Brozo. E l’ardore iniziale dei catalani non è da Clasico. Infatti dopo venti minuti, l’Inter ha già avuto tre palle gol, di cui due da sbadataggini del Barça. Insomma la serata sembra mettersi bene per i nerazzurri. Morbida. Però se la ruota gira bene, devi approfittarne. E invece dopo gli sprechi con la Roma, ecco quelli di coppa… D’Ambrosio sparacchia da ottima posizione (5’), Lukaku si fa rimpallare da Lenglet (10’) e Biraghi calcia su Neto (19’). D’Ambrosio e Biraghi, non le due eccellenze tec
I flash della partita
1 La disperazione di Romelu Lukaku al fischio finale di Kuipers AP
2 L’esultanza di Carles Perez dopo la rete del vantaggio, la sua prima in Champions LAPRESSE 3 La gioia di Lukaku dopo l’1-1 GETTY 4 Il colpo di Ansu Fati, per il 2-1 Barça ANSA niche della squadra. La prima volta che ci prova il Barcellona invece sceglie un colletto bianco: Griezmann, campione del mondo. Pesca il giovane Carles Perez a centro area che fa gol (23’). Lo dicevano alla vigilia: occhio ai bambini… Meglio di titolari svogliati. Se hai 21 anni e sei al Barça, vuole dire che hai talento e personalità. Quelli così si eccitano in un San Siro del genere. Infatti Perez era già andato al tiro pericolosamente. Sotto come un anno fa con il Psv: fantasmi. E il Borussia è già avanti con lo Slavia. Se Lenglet al 33’ non sbagliasse a un passo da Handanovic, sarebbe notte fonda.
Lukaku sì e no
Invece lo spavento riaccende l’Inter e carica Lautaro come un toro. Prima cerca la porta, poi lotta al limite e cucina il pareggio di Lukaku. Minuto 44’: nello stesso istante lo Slavia pareggia a Dortmund. Inter qualificata, ora. Ma è ancora lunga perché il Barça se la gioca con dignità, guidata da un buon Rakitic, che oscura Brozo, e la stanchezza non gioca a favore di un’Inter in emergenza eterna, con titolari insostituibili. Quando al 17’ Valverde mette il vitaminico De Jong in faccia all’esausto Borja Valero e inserisce pure Luis Suarez che all’andata fece l’inferno, San Siro deglutisce ansia. In questa situazione non puoi permetterti altri sprechi e invece tra il 16’ e il 19’ Lukaku ne sbaglia un altro paio colossali. E il Borussia è in vantaggio. Conte cambia gli esterni e poi osa tutto: Esposito per Borja. Lautaro, il migliore, si batte quasi da solo. Gli sbandierano via due gol in fuorigioco. Poi entra Ansu Fati, il bambino, fa una magia da predestinato e manda tutti a letto.
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