KULUSEVSKI-INTER CI VUOLE IL JOLLY
Dimarco-Parma può sbloccare l’affare Ora gli uomini contati sono il vero nodo
di Laudisa, Stoppini
Non è il caso di arrivare agli estremi del Verona, dove i tre subentranti sono andati tutti a segno, riacciuffando una gara che li vedeva sotto 0-3. Quella è una situazione limite, e l’Inter non può certo ispirarsi, con tutto il rispetto, all’Hellas. Però basta restare alla sfida di Firenze: Montella in panchina pesca Vlahovic, e lui scaraventa in porta al palla del pareggio. Conte fa entrare Politano, Agoumé e Godin: il primo e l’ultimo hanno responsabilità nella stessa azione, il francesino classe 2002 praticamente non tocca mai la palla (un passaggio tentato e non completato). Facendo le somme, siamo a un impatto negativo. Sicuramente non positivo, tanto meno decisivo. L’ultima giocata di un panchinaro capace di influire sul risultato fu il gol di Barella del debutto di Champions con lo Slavia, secoli fa. Da allora Conte non ha più potuto pescare nulla: dato che stride nel turno in cui Mkhitarian la chiude per la Roma, Gabbiadini decide il derby, persino Spalek del Brescia va a segno. Tutti subentranti.
Stanchezza
All’Inter, si sa, la panchina è corta per via degli infortuni: a Firenze al 90’ ci erano rimasti seduti i due portieri, Ranocchia, Dimarco, Lazaro ed Esposito (tre in meno della norma). Ma oltre ai k.o. a ripetizione, che hanno promosso alcuni panchinari a un ruolo da titolari (anche con successo, come accaduto a Borja domenica), pesano anche l’inadeguatezza al progetto di alcuni. Il caso più eclatante è Lazaro: a lungo ai margini, ha giocato un paio di gare convincenti, ma non viene considerato una soluzione praticabile in ogni situazione. Per Politano, invece, si può ormai parlare di involuzione e bocciatura: dopo l’ottima stagione passata, l’adattamento al nuovo ruolo non è mai stato compiuto, Conte lo ha fatto scalare in fondo ai ranking interni. Così le scelte già ridotte diventano esigue, così i titolari “sani” non escono mai. Così si parla di stanchezza che condiziona lucidità e rendimento. È il caso dei due attaccanti, e in particolare di Lukaku: in parte è sicuramente vero, visto il filotto di gare consecutive, ma il belga non è fra i primi 15 attaccanti, nei campionati top5, con più minuti. Lewandowski, Mané, Kane hanno riposato anche meno di lui. Certo, il gioco che Antonio Conte chiede alle sue punte è dispendioso, e la LuLa ha dovuto fare gli straordinari in una squadra in cui, fino al gol di Borja, le ultime 8 reti le avevano firmate loro. Il circolo è vizioso, ma non si vedono occasioni per romperlo. Non in questo 2019.
Prove di recupero
Per l’ultima gara dell’anno, col Genoa sabato, la situazione invece potrebbe anche peggiorare. All’emergenza “sanitaria” si aggiunge infatti il fattore squalifiche: fuori anche Brozovic e Lautaro. Se si giocasse oggi i sostituti delle due colonne sarebbero Lucien Agoumé e Sebastiano Esposito. Due minorenni titolari in campionato: una situazione che all’Inter, e in Italia, ha pochi precedenti. I due ragazzi del 2002 sono stimati e futuribili, ma... Esposito è il più rodato e il suo impiego potrebbe essere definito una “scelta tecnica”: l’impressione è che abbia superato Politano, specie dopo il poco convincente ingresso di domenica. Seba ha un certo feeling con Lukaku, con cui farebbe coppia, e il suo esordio da titolare era nell’aria. Discorso diverso per il francesino, che lo stesso Conte poche settimane fa aveva definito «non pronto». Qui siamo davvero alla soluzione obbligata. Anche per questo oggi, dopo la seduta di recupero di ieri, lo staff medico proverà a “rimettere in piedi” almeno qualcuno degli infortunati: la speranza è di riuscirci con Gagliardini,
che verrebbe più che utile almeno in panchina. La sorpresa potrebbe arrivare da un’accelerazione su Sensi, tutt’altro che scontata anche perché rischiosa visto la storia recente del giocatore. Il recupero più “possibile” è quello di Candreva, che però in mezzo andrebbe adattato. Meglio in panchina, forse, per poter pescare qualcosa da lì, una volta tanto.