Giro tutto stelle: Carapaz per il bis E la maglia rosa sarà ecologica
Sicuri
di Scognamiglio
Domenica 2 giugno, dentro l’Arena di Verona, li hanno separati appena 65”: Richard Caparaz ha avuto la meglio su Vincenzo Nibali ed è diventato il primo ecuadoriano della storia a vincere il Giro d’Italia. Ma l’aria che tira è quella di una nuova appassionante contesa, a distanza di 12 mesi, e sempre sulle strade della corsa rosa. Lo Squalo ha annunciato il proprio sì: a 35 anni e mezzo, andrà a caccia del tris dopo i trionfi 2013 e 21016 e i 6 podi nelle ultime 6 partecipazioni. E per Carapaz, passato dalla Movistar alla Ineos, manca solo l’ufficialità che sarebbe «molto vicina», secondo quanto risulta alla Gazzetta. La tendenza è chiara: il Giro 2020, che scatterà sabato 9 maggio da Budapest per concludersi domenica 31 maggio a Milano, è una sirena di grande fascino per le stelle del pedale.
Debutti
Prendi Peter Sagan: lo slovacco della Bora-Hansgrohe, unico storia a vincere 3 Mondiali di fila (2015-2016-2017) e personaggio per eccellenza del ciclismo mondiale, ha deciso di debuttare al Giro proprio nell’anno in cui la grande partenza è il più vicino possibile alla sua Zilina. Non sarà neppure quantificabile l’entusiasmo che potrà suscitare nel pubblico sia nelle tappe ungheresi sia dallo sbarco in Sicilia in poi: Peter ha nell’Italia la seconda patria ciclistica e il suo è un grande amore ricambiato. Oppure prendi Romain Bardet, classe 1990 come Sagan e come Sagan ancora a «digiuno» di Giro d’Italia: il francese dell’Ag2r, due volte sul podio del Tour de France (2° nel 2016 e 3° nel 2017) ma meno competitivo per l’assalto alla maglia gialla nelle ultime due stagioni, aveva bisogno di nuovi stimoli che ha trovato proprio nella caccia alla rosa. Stile offensivo, intelligenza sudella periore alla media, sensibilità fuori dal comune: Bardet ha già visto in ricognizione le tappe di Madonna di Campiglio e dello Stelvio, a proposito di voglia e determinazione.
Contendenti
Pure l’Astana diretta da Beppe Martinelli ha già comunicato le proprie scelte e come previsto il capitano per il Giro d’Italia sarà il danese Jakob Fuglsang: avrà 35 anni e alle spalle solo un’altra partecipazione (12° nel 2016, quando era al servizio di Vincenzo Nibali), ma è reduce dalla miglior stagione della carriera, nobilitata dal colpaccio alla Liegi-Bastogne-Liegi. Mentre la Uae-Emirates non si è ancora sbilanciata, però tutto lascia pensare che si voglia puntare — in chiave rosa — su quel grandissimo talento che risponde al nome di Tadej Pogacar. Lo sloveno ha appena 21 anni ma è stato già capace di impressionare all’ultima Vuelta, conclusa al 3° posto dietro a Roglic e a Valverde, con la maglia bianca di miglior giovane e tre tappe vinte. Senza dover trascurare, tornando alla Trek-Segafredo di Nibali, la presenza di Giulio Ciccone: l’abruzzese, che venerdì compirà 25 anni, ha esaltato tutti nel 2019 e prima di indossare due giorni la maglia gialla del Tour aveva illuminato il Giro vincendo la tappa del Mortirolo e conquistando la maglia azzurra di miglior scalatore.
Manovre
Non finirà qui. Il firmamento del Giro si arricchirà di altre stelle. Perché non tutte le squadre si sono ancora sbilanciate — stasera a Madrid si presenta la Vuelta e dunque finalmente si avrà il quadro completo dei percorsi dei 3 grandi giri — e l’anno 2020 al panorama consueto di sfide aggiunge la lotta per le medaglie dei Giochi di Tokyo, un appuntamento che pesa sulle scelte complessive dei big. Ma cominciamo dai punti fermi: da Nibali e Sagan, da Ciccone a Bardet, fino a Fuglsang e l’ok in arrivo di Carapaz e Pogacar. E allora sì, come inizio non è davvero niente male.
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