Le imprese dell’Atalanta e le scoperte di Sartori
a splendida avventura dell’Atalanta in Champions proseguirà tra Valencia e San Siro. Merito di una società modello a gestione tecnicofamiliare grazie al presidente Antonio Percassi, che in Serie A c’era già stato da giocatore, e al figlio Luca amministratore delegato. Merito di Gian Piero Gasperini, l’allenatore con la mentalità più europea del nostro campionato. E ovviamente merito dei giocatori, perché in campo ci vanno loro. Quando una squadra vince, e soprattutto riceve gli elogi di tutti, il segreto è proprio nella perfetta fusione di queste tre componenti: societàallenatore-giocatori. L’Atalanta è soltanto l’ultima conferma, con l’aggiunta di un altro segreto che si chiama Giovanni Sartori, da cinque anni responsabile dell’area tecnica, l’uomo incaricato di osservare e scegliere i giocatori da proporre all’allenatore e alla società. centravanti di scorta nel Milan della “stella” di Liedholm, a 62 anni Sartori non si è ancora stancato di percorrere 60 mila chilometri all’anno, al volante della sua auto, per scoprire nuovi giocatori per l’Atalanta, dopo aver fatto altrettanto per 16 anni al Chievo, che grazie ai suoi consigli per gli acquisti, ma non per la pubblicità, è stato promosso per la prima volta in Serie A, arrivando persino in Europa proprio come l’Atalanta. Se Gasperini ha stravinto in Ucraina, qualificandosi per gli ottavi di
Champions senza Gomez e Ilicic, lo deve anche ai gol di Castagne e Gosens, scoperti da Sartori, a cavallo del 2-0 del rilanciato Pasalic. E come loro, con l’aiuto del suo prezioso braccio destro Maurizio Costanzi, erano stati suggeriti quasi tutti gli altri, da Gomez ai tempi del Catania all’ultimo arrivato Kulusevski, ora in prestito al Parma. Inutile quindi cercarlo allo stadio, perché Sartori riesce a seguire l’Atalanta dal vivo meno dei suoi fedelissimi tifosi, impossibile leggere sue dichiarazioni sui giornali, e tantomeno vederlo in tv. “Fatti e non parole” è il suo motto, simile a quello di altri grandi rabdomanti silenziosi del calcio al servizio della propria società. Per la discrezione e i risultati, il discorso vale anche per Tare, che alla Lazio ha portato i vari Milinkovic, Correa, Luis Alberto, Luiz Felipe e Caicedo. E per allargare i confini vale anche per Berta, l’italianissimo scopritore di talenti dell’Atletico Madrid, che ha fatto la fortuna di Simeone. E non a caso sia Tare, sia Berta, in tempi diversi, sono stati cercati invano dall’ultimo declinante Milan. Mentre Sartori nel Milan ci è già stato, anche se pochi se lo ricordano. Come pochi sanno che tra i segreti dell’Atalanta ci sono anche i suoi acquisti.