«SULLA DUCATI HO SBAGLIATO IO UN VINCENTE E LO DIMOSTRERÒ»
«Ho giudicato male il team: cambierà Punto alla rossa ufficiale per il 2021»
Èpartito con la fidanzata per le Maldive, il sorriso e un peso in meno sul cuore. Johann Zarco anche nel 2020 sarà in MotoGP, questa volta con la Ducati, la quarta moto guidata in poco più di un anno. Se non è un record, poco ci manca.
3Johann, come definirebbe il suo 2019?
«Non voglio usare la parola “pentito”. È stata una grande esperienza per inseguire quello che resta il mio obiettivo, diventare campione del mondo. Quest’anno la corsa verso quel traguardo ha subìto una frenata, ma ora c’è l’opportunità Ducati. Ero un pilota veloce e sono convinto anche buono per vincere in MotoGP. È stato un anno difficile, sono successe tante cose, a cominciare dalla separazione dal mio manager (Laurent Fellon, che lo ha fatto firmare con Ktm senza informarlo dell’offerta Honda; n.d.r.). L’esperienza della Ktm, se non mi ha fatto diventare più veloce, mi ha reso più uomo».
3Perso Fellon, è rimasto solo. «Non lo sono totalmente, c’è Claude Michy (promotore del GP di Francia; n.d.r.) che mi consiglia e per me ha una grande importanza. Però mi lascia libero di decidere. Tra poco avrò 30 anni e credo di poter parlare da solo. L’ho fatto con la Honda e poi con la Ducati, e sono stati felici di trovarsi direttamente di fronte a me, creando subito una relazione chiara. Un manager ti può far guadagnare di più, ma non è il mio obiettivo in questo momento».
3 Rotto il contratto con la Ktm, c’è chi l’ha accusata di non essere professionale, altri hanno apprezzato l’onestà di non restare soltanto per l’ingaggio.
«Può essere che non abbia gestito bene la sfida e abbia sbagliato. Però io so che nel 2107 e 2018 avevo un gran ritmo e nel 2020 avrò l’occasione di riprovarci. Quest’anno sono passato da lottare per il podio a giocarmi il 17o posto. Ero incazzato, avevo la sensazione di perdere il mio sogno».
3La Ktm nel finale di stagione ha mostrato passi avanti. Col senno di poi, lo rifarebbe? «Avessi anche un solo pensiero di aver potuto fare le cose in maniera diversa, significherebbe avere rimpianti. Invece no. Non ho più 10 anni davanti, non sono Quartararo che ne ha 20 e se sbaglia una sfida avrà altre occasioni. Serviva una decisione forte, alla mia età la gente non ti lascia molte opportunità per rifarti. Forse potevo insistere, ma stavo perdendo ritmo, avevo paura di sprecare tutto».
3La Yamaha la voleva come collaudatore.
«Era un’ipotesi mentre correvo ancora con la Ktm. Ma rimasto a piedi mi sono ritrovato