Iannone nella rete antidoping Già richieste le controanalisi
Esito il 7 gennaio, la sostanza trovata sarebbe il Drostanolone: usata nel bodybuilding, ha effetti negativi per chi sta in sella
Sotto l'Albero Andrea Iannone e l'Aprilia si aspettavano di certo ben altro. La "velina" della Fim, con la sospensione provvisoria del pilota dell'Aprilia MotoGP per violazione delle norme del Codice Antidoping della stessa Fim, non ha incartato un pacco regalo, ma ha avvolto nello sconcerto e inquietudine l'abruzzese e la Casa di Noale. Dopo aver rassicurato tutti su Instagram (sotto, a lato, il messaggio di Iannone), la parola passa all'avvocato Antonio De Rensis, che insieme al consulente, il professor Alberto Salomone dell'Università di Torino, difende il pilota abruzzese, nel cui campione di urine, esaminato dopo il GP di Malesia del 3 novembre, sono state rinvenute tracce di una sostanza appartenente alla categoria degli steroidi anabolizzanti androgeni esogeni, vietata e compresa nella sezione 1.1.a della Lista proibita della Wada. A proposito di controlli, Scott Redding (Ducati Sbk) sui social è stato sibillino: «Fatene di più e a più piloti per avere lo sport pulito. O ci sarebbero inattese sorprese...».
Via alle controanalisi
Ricevuta la notifica ufficiale della sospensione, Iannone ha chiesto alla Corte Disciplinare Internazionale (CDI) le controanalisi su un secondo campione, mentre ha evitato la strada della revoca della sospensione provvisoria, al momento non opportuna. «La richiesta di controanalisi è stata effettuata dice il legale De Rensis -, ora bisogna aspettare i tempi: la data presumibile dell'esito è fissata per il 7 gennaio, presso lo stesso laboratorio accreditato dalla Wada a Dresda che ha effettuasere to il primo controllo. Io e il professor Salomone saremo presenti: solo allora sapremo il dato certo delle sostanze e il quantitativo rilevato, fondamentale per tutta la dinamica. Fino ad allora servono però prudenza e cautela».
Più muscoli
La sostanza incriminata sarebbe il Drostanolone, uno steroide anabolizzante androgeno nato per curare alcune forme di tumore al seno, ma diffuso nel mondo del bodybuilding per aumentare la forza e indurire la massa muscolare per una maggiore definizione. Obiettivo, quello dell'incremento dei muscoli, che però è controproducente per un pilota. Non a caso - come ha appunto fatto Iannone, che con il lavoro in palestra ha perso 7 kg di peso in stagione - un motociclista cerca di espiù agile e leggero, non di avere ulteriore “zavorra” in sella. Con tutta la cautela del caso, la pista ritenuta più probabile resta quella della contaminazione alimentare con carni "trattate", che il pilota potrebbe aver mangiato nelle sue 5 settimane di permanenza in Oriente fra il GP di Thailandia e Malesia.
Il tempo stringe
Iannone, che si è messo a disposizione per qualsiasi forma di controllo, ha ricevuto il pieno sostegno della casa di Noale, come sottolinea il legale: «C'è grande supporto e sintonia con l'Aprilia: una bella unità di intenti con il pilota, ed è importante». Per Noale, ancor più che per Iannone, i tempi stringono: con i test prestagionali al via fra 50 giorni a Sepang (7 febbraio), occorrono certezze per pianificare la stagione. In gergo calcistico, il collaudatore Aprilia Bradley Smith si sta riscaldando, ma è presto per ogni conclusione.
L’iter giudiziario
Tutto l'iter, che può chiudersi con una sanzione variabile dalla reprimenda alla sospensione di 2 anni, non è veloce. Se l'esito delle controanalisi dovesse negare la positività, il procedimento si annullerebbe con effetto immediato; se invece dovesse ribadire la positività, scatterebbe il deferimento della FIM, con apertura del processo, fissazione di un'udienza secca e possibilità di produrre memorie difensive. La CDI ha 45 giorni di tempo per emettere la decisione («Ma è probabile che possano bastare anche solo un paio di settimane», dice De Rensis), contro il cui esito si può ulteriormente ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna. Per il bene delle parti coinvolte si spera di non doverci arrivare.
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