Ringhio Napoli vittoria al 94’ Vola il Bologna Iachini in viola
SASSUOLO, UN’ORA DA INCORNICIARE POI FURIA AZZURRA
Emiliani avanti con Traore, poi le reti del brasiliano e l’autogol di Obiang
Sale in cattedra Allan e la banda Gattuso gode al 94’. La vittoria mancava da due mesi
All’ultimo respiro. Il cinepanettone del Napoli diventa un film brillante dopo aver sfiorato l’horror. Troppo presto per parlare di svolta. Troppe le variabili indipendenti, dal crollo improvviso del Sassuolo all’autogol di Obiang al 94’. Ma partite così, se non cambiano la stagione, possono essere il punto di ripartenza. Per un tempo il Napoli è stato sull’orlo del baratro e anche oltre, irriconoscibile, senza identità, senz’anima: quasi rifiutasse Gattuso e i suoi nuovi principi come un corpo estraneo. Mentre il Sassuolo divertiva e si divertiva, trascinato da Locatelli e dal solito Traore ancora in gol, con una nuova anima più concreta e meno pretenziosa. Poi una luce s’è spenta e se n’è accesa un’altra, quella del Napoli, quella di Allan e di Elmas, quella dello stesso Gattuso. E risultato ribaltato, da 0-1 a 2-1. Il Napoli non vinceva dal 19 ottobre con il Verona. Forse pensava d’averla scampata bella col pari, però ha cercato il successo fino all’ultimo. Non è la svolta, ma non è neanche poco.
Grazie Sassuolo
Un sentito grazie va però rivolto al Sassuolo che ha avuto la partita in mano, poteva chiudere per k.o. tecnico dopo un tempo, e invece è rientrato al 46’ come se fosse già in vacanza nei mari del Sud. Due partite in una. Sennò difficilmente al Napoli sarebbe riuscito il ribaltone. Il Sassuolo non ha perso perché ha giocato con leggerezza, perché non ha pensato a proteggersi. No. Ha perso perché gli è sfuggito il filo del gioco e perché fisicamente era come se le fibre esplosive di Traore,
Duncan e Kyriakopoulos si fossero improvvisamente ammosciate. E forse anche De Zerbi qualche responsabilità ce l’ha. Ha visto Duncan e Boga con il fiato corto, ma i cambi – Djuricic e Magnanelli – hanno finito col peggiorare la situazione. E poi s’era già giocato un primo cambio in difesa, fuori Marlon e dentro Romagna, di cui forse non si sentiva il bisogno.
Locatelli che avvio
Una cosa però si può dire: il vecchio Sassuolo, quello che somigliava al Palermo o al Benevento, con più qualità naturalmente, non c’è più. De Zerbi ha smesso di chiedere ai suoi di
fare il City o il Barça, la manovra ora è più cauta, la partenza bassa un dogma gestito con attenzione. E il 4-2-3-1 sa essere spettacolare. Oltretutto la mossa vincente, per un tempo, è stato il trequartista a sorpresa: Duncan, un mediano, a schermare Fabian Ruiz già in difficoltà di suo a impostare dal basso. Mentre il Napoli non sa proprio che fare, e non è soltanto colpa dello spagnolo, il Sassuolo ha manovra, profondità, triangolazioni offensive. Su tutti, Locatelli che sembra quello del Milan, ma con quegli anni in più che danno saggezza, geometrie, corsa utile, meno sprechi. E un senso della posizione da veterano. Traore da esterno – prima sinistra, poi destra – è sempre un pericolo incontrollabile. I due esterni, Muldur e Kyriakopoulos, spingono che è un piacere. Ma i gol potevano essere di più.
Ribaltone
Non si capisce invece che Napoli
sia di fronte. Non basta riportare Allan in mezzala. Il brasiliano commette errori gravi, Zielinski come lui, Di Lorenzo è timido, e davanti Callejon e Insigne fanno a gara a chi è la più brutta copia del glorioso passato. Fatica a tenere una palla il Napoli che incantava una volta per il suo possesso. E Milik è solo. Quel Mertens in panchina sembra un peccato. Gattuso però trova la chiave con un cambio che non t’aspetti: fuori Luperto, dentro Hysaj e Di Lorenzo stopper. Così Allan e Zielinski ritrovano la grinta, le fasce si fanno più solide e il Sassuolo si deprime col passare dei minuti. Il pari di Allan in girata è un colpo alla brasiliana. Gattuso insiste inserendo Elmas in mezzala e Mertens finto nove. Con il macedone in mezzo, e il vecchio tridente davanti, è un altro Napoli. Fino all’autogol di Obiang al 49’.
Urge il regista
Non è guarito il Napoli. Ma qualche indicazione è arrivata per Gattuso. Oggi Mertens ed Elmas meritano di giocare. Di Lorenzo può dare una mano aspettando Koulibaly. E Insigne deve darsi una smossa. Il campionato – un posto nelle coppe s’intende – può essere ancora recuperato. Ma il prossimo step obbligatorio è un centrale di ruolo, uno smistapalloni. Torreira non è Jorginho ma sarebbe già qualcosa. Per il Sassuolo ieri arebbe servito lo psicologo. Occasione davvero sprecata. Ma la verità è che, con questa rosa, certe prestazioni sono da applaudire a prescindere.