La Gazzetta dello Sport

MAGIE, GOL, RECORD UN ANNO DA URLO UN FUTURO SCRITTO «SEMPRE IN EUROPA»

- Di Andrea Elefante - INVIATO A BERGAMO

Certe parabole sono scritte anche nei numeri, dai numeri, e forse era scritto che un anno di campionato iniziato con un 5-0, a Frosinone, dovesse finire con un 5-0. In realtà era tutt’altro che prevedibil­e, ma questa Atalanta - si è capito - è forte anzitutto della sua illeggibil­ità: la si conosce, non la si evita. Sa diventare troppo in troppe cose per riuscire a contrastar­la. Nelle giornate di piena come ieri non prevede le altrui difese immunitari­e. E tracima, come ha fatto per dodici mesi. Un 2019 storico già prima di ieri, il martirio del Milan è stato il tocco finale. Il fiocco sull’ultimo regalo per la sua gente che non va allo stadio: va all’Atalanta.

La banda di assatanati

Breve riassunto in numeri, dunque. Settantadu­e punti: solo la Juventus (79) ne ha guadagnati di più. Ventuno vittorie come l’Inter, contro le 24 della Juve. Ottantuno gol segnati in campionato, 15 in più della Lazio (e in questo torneo già 43, la proiezione è di 96). Otto gol in Champions. Dieci gol in Coppa Italia. Il totale fa 99, che sarebbe anche una cifra beffarda, ma diventerà spinta per toccare quota cento nel 2020. Ancora: l’Atalanta è la squadra che nell’anno solare ha tirato di più nello specchio (258) e giocato più palloni in area avversaria (1156). La ricerca della porta come pensiero fisso: a volte diventa persino ossessione, ma pure per chi deve difendersi da quella banda di assatanati.

Papu, il gps

E’ una banda, sì: hanno suonato già in dodici, in quattro si sono occupati degli assoli. Muriel 10

Il 2019 finisce come era iniziato: con un 5-0 in campionato. Ma Ilicic non frena: «Per la Champions serve accelerare». E Gasp detta la linea: «Mercato mirato, e in anticipo »

gol, Ilicic 7, Zapata 6 (e manca da più di due mesi) e Gomez 5: nei top campionati europei solo il Manchester City ha più giocatori (sei) con almeno cinque gol segnati. Per il Papu un’abitudine da cinque campionati, e sì che quest’anno si sta dedicando soprattutt­o ad altro. Però è il collante che tiene legata la squadra, il suo gps, l’uomo che alimenta il sacro fuoco offensivo e ogni tanto torna ragazzino, quando la tentazione del tunnel si impadronis­ce di lui. Non aveva resistito contro la Dinamo Zagabria un mesetto fa e non ha resistito ieri: tutto quasi uguale tranne la fascia (da destra a sinistra) e il tiro finale. «E quando vedi gol così - ha detto poi Gasperini - resti esterrefat­to e non pensi nulla: sono gol che restano nella storia del calcio, non solo dell’Atalanta».

Bologna bruciava

Gomez ha stappato la bottiglia, Ilicic ha finito di agitarla, perché ieri si era alzato con il piede giusto. Ma lui è così, lo sa anche Gasp: «Ha bisogno di qualche pausa ogni tanto, ma poi riparte. Abbiamo fatto arrivare un pacco di Svitol e l’abbiamo svitato per bene...». Ilicic è ripartito e poi si è messo le mani sulle orecchie, «ma mi è venuto così, spontaneo: non ce l’avevo con nessuno». Chi li ha visti scorazzare ieri ha capito perché una settimana prima, a Bologna, non si era vista la vera Atalanta. «E quella partita bruciava, per quello siamo partiti così forte», ha spiegato il tecnico. «I gol che avevamo sbagliato con il Bologna li abbiamo fatti oggi», ha ghignato Ilicic.

La lavagna di Gasp

Lui in realtà non ne aveva sbagliati perché non c’era, come non c’era Gomez, ma poi lo sloveno è tornato serissimo parlando di futuro, anche immediato: per dire della fame di questa squadra che non sa sedersi. O, come ha detto il suo allenatore, «si rigenera in continuazi­one, non solo a livello di condizione, anche se prende qualche schiaffo». Dunque il tarlo nel cervello di Ilicic, a nome di tutti: «Ora dobbiamo pensare a partire forte nel 2020: come punti siamo un po’ indietro, se vogliamo di nuovo la Champions». Ecco cosa ha in testa l’Atalanta, e Gasperini non nega. Anche se circostanz­ia: «Con tante gare non abbiamo avuto tempo di scrivere il traguardo di fine stagione sulla nostra lavagna, il chiodo fisso era superare il girone di Champions. Oggi ci scriverei “Europa”: se fosse ancora Champions tanto meglio, ma non sarà facile. Si vedrà a primavera, ma l’ambizione è che giocare anche fuori dall’Italia possa diventare una costante: scrivo “continuità europea”, perché le sfide europee ci hanno fatto crescere tanto».

Mercato strategico

Forse su quella lavagna Gasperini ha scritto anche un paio di nomi per il mercato di gennaio, ma le parole che distilla con cura lasciano intuire discorsi di programmaz­ione già fatti con il club e vedute anche più complessiv­e. Fare sì, ma non tanto per fare: «La nostra vera forza è avere un gruppo solido, 14-15 giocatori interscamb­iabili, affidabili, inseriti e dunque non avere problemi di spogliatoi­o. I Percassi non cambiano strategia, giustament­e restano sempre con i piedi per terra, e a me non serve una rosa troppo ampia. Visto che il mercato di gennaio spesso non offre tanto, per tenere l’Atalanta a questi livelli si può pensare a inseriment­i mirati principalm­ente a garantirsi anche un futuro: perché questo calcio ti macina nel tempo, non bisogna mai restare statici. E avendo disparità di mezzi economici, è meglio giocare d’anticipo: come fanno i nostri difensori».

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Gol come quello di Gomez ti zittiscono: restano nella storia del calcio, non solo dell’Atalanta

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La festa del Gewiss 1 A fine partita la gioia dei giocatori nerazzurri sotto la curva PisanI
2 Presenze record al Gewiss: ieri c’erano 21.000 spettatori
LAPRESSE 2 La festa del Gewiss 1 A fine partita la gioia dei giocatori nerazzurri sotto la curva PisanI 2 Presenze record al Gewiss: ieri c’erano 21.000 spettatori
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