Effetto Mihajlovic a mille Il Bologna sbanca Lecce
Con Sinisa in panchina, 11 punti in 7 gare. Doppietta di Orsolini, i rossoblù nella parte sinistra della classifica
Fermate un attimo il mondo, mettetelo in pausa. Perché serve una considerazione, un approfondimento, un «rewind», uno spaccato di (quasi) impensabile realtà in coda a una partita a senso unico in cui il Lecce s’è preso piccole fette di dignità solo nel finale: con tutto quel che è successo dal 13 luglio in poi, questo Bologna impallinato dalla sorte, privato del proprio allenatore per un’infinità di tempo ma guidato da uno staff aderente come un guanto, ecco, questo Bologna ha saputo fare 22 punti, appoggiarsi alla classifica di sinistra per poter passare un Natale nella «Top Ten». Morale: se quindi la cavalcata-salvezza di un anno fa fu un mezzo miracolo, questa nuova marcia che sa di destino tritato cosa è? Il tutto, poi, condito dallo «score» con Mihajlovic vicino: 11 punti nelle 7 panchine che ha vissuto, 3 vinte nelle ultime 4 gare da quando ha ripreso a tampinare tutti a Casteldebole. Numeri, non teoremi.
Il morso dell’Orso
E poi, la partita: in tribuna Roberto Donadoni, l’ex allenatore del Bologna ha una masseria in Puglia, e Davide Cassani, c.t. dell’Italia di ciclismo e gran tifoso rossoblù. La gara è stata quasi un tirassegno, perché se è vero che al 10’ Babacar si è visto annullare un (bel) gol per fuorigioco, è altrettanto vero che da quel momento in poi il Bologna ha cominciato a graffiare, corrodere, urtare e creare lividi. Fra Palacio, Poli, Orsolini e gli errori dei salentini, nel Lato A del match i rossoblù hanno intascato 11 occasioni da gol. Una produzione mostruosa, pari alla tenerezza di un Lecce che non eccellente nella qualità - fa una fatica bestiale ad edificare gioco in casa, quindi davanti alla sua gente che non ha visto ancora una vittoria. Ebbene: in tutto questo, Orsolini (con i suoi compagni d’arsenale, Soriano e Palacio su tutti) ha trovato non solo una doppietta ma una ferocia adulta. Il primo gol è tempismo puro su mezza magia di Sansone, il secondo è un Orso-trucco: inserimento in area, Calderoni mangiato col doppio passo e botta nel sette. Di destro. Il suo non-piede. Chapeau.
La lite è una miccia
Sinisa, reduce dai 2.500 chilometri in 3 giorni, si era tolto il piumino pesante al 5’ del primo tempo. La sua vicinanza conta. Lui sa come prendere i suoi ragazzi, da Orso al Pitbull. Quando dopo aver subito un tunnel, Gary Medel riceve anche una botta dal greco Tachtsidis, il cerino prende fuoco. Non solo fra i due ma anche con Sinisa: il Pitbull ringhia e Mihajlovic di più; Sinisa che girandosi verso la panchina cerca il sostituto che non c’è, non è pronto. Perché se lo fosse stato l’avrebbe cambiato in un attimo. L’intervallo dopo i «vaffa» reciproci fra i due poteva diventare una polveriera: no, Medel è rientrato e ha finito la partita. Morale: Sinisa ha acceso la miccia dello screzio globale al minuto 40’ e il
Bologna ha segnato l’1-0 al 43’ dopo aver sprecato l’impensabile. Un caso? Forse no.
Europa e Lecce
Ora per il Bologna - alla terza vittoria fuori casa - si è spalancata la classifica di sinistra. Sogni di Europa? Se ne parlerà a gennaio contro la «nuova» Fiorentina, il 6. E il Lecce? Liverani punta sul mercato, urge qualità: l’exploit finale (gol di Babacar sottoporta e rasoiata di Farias per il 3-2) non deve lasciare tracce illusorie. Il primo tiro in porta è stato al 39’ s.t., la costruzione casalinga è una strada pieni di dossi, la morbidezza è troppa e dietro le gomme sono spesso sgonfie (peggior difesa col Genoa). Ma 15 punti fanno ragionare con calma. Quindici punti meritati, sia chiaro.