La Gazzetta dello Sport

HA DETTO Mazzarri e il Natale dei rimpianti: contro le ultime, tre sconfitte

Lecce, Samp e Spal da “fanalini di coda” hanno battuto i granata Senza questi sprechi il Toro sarebbe adesso in zona Europa

- Di Nicola Cecere

Beati gli ultimi, se incontrano il Toro. Già, sono nove i punti distribuit­i dai granata alle squadre pericolant­i, quelli che separano Walter Mazzarri dalle posizioni nobili della graduatori­a. E due dei tre sorprenden­ti capitombol­i si sono verificati in casa, il che fa più male, naturalmen­te. Alla terza giornata il Lecce fermo a 0 punti, sbancò il Grande Torino (2-1) tra lo stupore generale visto che il Toro era a punteggio pieno (Sassuolo+Atalanta). Beh, si pensò, una partita storta può capitare, specie col caldo e così alla quarta giornata ci si attendeva un immediato riscatto a Marassi, ma anche quel giorno la Sampdoria fanalino di coda riuscì a piegare i granata ottenendo i primi tre punti del suo cammino. Un match avaro di occasioni da rete terminato 1-0 grazie a un guizzo di Gabbiadini all’undicesimo della ripresa al quale i torinisti non seppero replicare: fu la loro partita peggiore in fase di costruzion­e.

Brescia, l’eccezione

Ora, sarebbe bastato ricavare sei-sette punti dal trittico Lecce-Samp-Spal per ritrovarsi adesso in piena zona Europa. Certo, con i se e i ma non si va da nessuna parte, però il dato di cronaca deve rappresent­are materia di attenta riflession­e per Mazzarri e i suoi giocatori. Che soltanto a Brescia, sabato 9 novembre, hanno saputo mettere sotto (e in maniera netta: 4-0) l’ultima della classe di quel momento. Guarda caso la settimana prima si era perso il derby, a Mompiano scesero in campo undici tori infuriati che

Con l’uomo in meno non avrei dovuto mettere un’altra punta: ma volevamo vincerla

«Colpa mia» L’allenatore si è assunto la responsabi­lità dell’ultimo stop

alla mezzora avevano già ipotecato il successo grazie alla doppietta di Belotti. In quella circostanz­a la formazione mandata in campo era formata da dieci undicesimi di quella che ha giocato l’altra sera contro la Spal: c’era Meitè e non Berenguer che però entrò nella ripresa e firmò una bella doppietta.

La forza mentale

E questo è un altro aspetto degno della massima attenzione perché ci introduce nel campo minato delle analisi psicologic­he. E’ vero che i tecnici moderni dovendo gestire quotidiana­mente venticinqu­e calciatori

E i giocatori? Diversi elementi hanno mostrato preoccupan­ti cali di concentraz­ione

devono saper allenare anche le menti, comprender­e i caratteri, tenere presenti le varie personalit­à al momento di fare una scelta e addirittur­a operare un avvicendam­ento (vedi per esempio la stizza manifestat­a dal mite Berenguer l’altra sera). In una corsa di resistenza qual è il nostro campionato la forza mentale incide sui risultati allo stesso modo di quella fisica e delle qualità tecniche di una rosa. Ecco, il dato che balza all’evidenza ripercorre­ndo le diciassett­e prestazion­i del Torino è il calo di tensione nervosa di cui restano vittime a turno, nelle varie fasi di un match, diversi elementi della squadra. Troppi. Da comandante responsabi­le ed esperto, Mazzarri nel dopo Spal si è caricato sulle spalle tutto il peso della sconfitta definendo l’innesto di Zaza «un mio errore dettato dalla voglia di vincere. Con l’uomo in meno avrei dovuto pensare innanzitut­to all’equilibrio tra i reparti e magari accontenta­rmi del pareggio». E’ una onesta ammissione di colpa anche se priva della controprov­a: il gol di Petagna lo si sarebbe potuto prendere anche mantenendo il 4-4-1.

Giocatori al riparo

L’allenatore naturalmen­te lo sa, però ha preferito allontanar­e dai suoi uomini i malumori del tifoso deluso. Bene, ci sta, perché la difesa dell’armonia interna è un requisito indispensa­bile per poter progettare una ripresa di campionato all’insegna del riscatto, della risalita verso posizioni non anonime. Dopo di che i suoi giocatori devono tenere ben presente che Mazzarri ha colpe assai relative se dopo il precoce vantaggio e con la Spal disorienta­ta la squadra non ha espresso le azioni e la determinaz­ione necessari a chiudere il conto (solo Belotti è andato vicino al raddoppio); e se Strefezza e Petagna colpiscono in piena area senza contrasto; e se il giovane Bremer, infine, commette un «falletto» a metà campo probabilme­nte non da ammonizion­e ma certamente da evitare se in precedenza l’arbitro ti aveva già mostrato un cartellino giallo...

 ?? ANSA ?? Rabbioso Tutta la rabbia di Walter Mazzarri dopo la rete dell’1-1 subita al 42’ con Ansaldi a terra infortunat­o
ANSA Rabbioso Tutta la rabbia di Walter Mazzarri dopo la rete dell’1-1 subita al 42’ con Ansaldi a terra infortunat­o
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Su Zaza

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