HA DETTO Mazzarri e il Natale dei rimpianti: contro le ultime, tre sconfitte
Lecce, Samp e Spal da “fanalini di coda” hanno battuto i granata Senza questi sprechi il Toro sarebbe adesso in zona Europa
Beati gli ultimi, se incontrano il Toro. Già, sono nove i punti distribuiti dai granata alle squadre pericolanti, quelli che separano Walter Mazzarri dalle posizioni nobili della graduatoria. E due dei tre sorprendenti capitomboli si sono verificati in casa, il che fa più male, naturalmente. Alla terza giornata il Lecce fermo a 0 punti, sbancò il Grande Torino (2-1) tra lo stupore generale visto che il Toro era a punteggio pieno (Sassuolo+Atalanta). Beh, si pensò, una partita storta può capitare, specie col caldo e così alla quarta giornata ci si attendeva un immediato riscatto a Marassi, ma anche quel giorno la Sampdoria fanalino di coda riuscì a piegare i granata ottenendo i primi tre punti del suo cammino. Un match avaro di occasioni da rete terminato 1-0 grazie a un guizzo di Gabbiadini all’undicesimo della ripresa al quale i torinisti non seppero replicare: fu la loro partita peggiore in fase di costruzione.
Brescia, l’eccezione
Ora, sarebbe bastato ricavare sei-sette punti dal trittico Lecce-Samp-Spal per ritrovarsi adesso in piena zona Europa. Certo, con i se e i ma non si va da nessuna parte, però il dato di cronaca deve rappresentare materia di attenta riflessione per Mazzarri e i suoi giocatori. Che soltanto a Brescia, sabato 9 novembre, hanno saputo mettere sotto (e in maniera netta: 4-0) l’ultima della classe di quel momento. Guarda caso la settimana prima si era perso il derby, a Mompiano scesero in campo undici tori infuriati che
Con l’uomo in meno non avrei dovuto mettere un’altra punta: ma volevamo vincerla
«Colpa mia» L’allenatore si è assunto la responsabilità dell’ultimo stop
alla mezzora avevano già ipotecato il successo grazie alla doppietta di Belotti. In quella circostanza la formazione mandata in campo era formata da dieci undicesimi di quella che ha giocato l’altra sera contro la Spal: c’era Meitè e non Berenguer che però entrò nella ripresa e firmò una bella doppietta.
La forza mentale
E questo è un altro aspetto degno della massima attenzione perché ci introduce nel campo minato delle analisi psicologiche. E’ vero che i tecnici moderni dovendo gestire quotidianamente venticinque calciatori
E i giocatori? Diversi elementi hanno mostrato preoccupanti cali di concentrazione
devono saper allenare anche le menti, comprendere i caratteri, tenere presenti le varie personalità al momento di fare una scelta e addirittura operare un avvicendamento (vedi per esempio la stizza manifestata dal mite Berenguer l’altra sera). In una corsa di resistenza qual è il nostro campionato la forza mentale incide sui risultati allo stesso modo di quella fisica e delle qualità tecniche di una rosa. Ecco, il dato che balza all’evidenza ripercorrendo le diciassette prestazioni del Torino è il calo di tensione nervosa di cui restano vittime a turno, nelle varie fasi di un match, diversi elementi della squadra. Troppi. Da comandante responsabile ed esperto, Mazzarri nel dopo Spal si è caricato sulle spalle tutto il peso della sconfitta definendo l’innesto di Zaza «un mio errore dettato dalla voglia di vincere. Con l’uomo in meno avrei dovuto pensare innanzitutto all’equilibrio tra i reparti e magari accontentarmi del pareggio». E’ una onesta ammissione di colpa anche se priva della controprova: il gol di Petagna lo si sarebbe potuto prendere anche mantenendo il 4-4-1.
Giocatori al riparo
L’allenatore naturalmente lo sa, però ha preferito allontanare dai suoi uomini i malumori del tifoso deluso. Bene, ci sta, perché la difesa dell’armonia interna è un requisito indispensabile per poter progettare una ripresa di campionato all’insegna del riscatto, della risalita verso posizioni non anonime. Dopo di che i suoi giocatori devono tenere ben presente che Mazzarri ha colpe assai relative se dopo il precoce vantaggio e con la Spal disorientata la squadra non ha espresso le azioni e la determinazione necessari a chiudere il conto (solo Belotti è andato vicino al raddoppio); e se Strefezza e Petagna colpiscono in piena area senza contrasto; e se il giovane Bremer, infine, commette un «falletto» a metà campo probabilmente non da ammonizione ma certamente da evitare se in precedenza l’arbitro ti aveva già mostrato un cartellino giallo...