SPETTACOLAZIO
Luis Alberto, Lulic e Cataldi: grande ripresa e trionfo a Riad Da oggi Inzaghi può pensare in grande Sarri deluso: «Senza energie» JUVE SVUOTATA: BATTUTA ANCORA 3-1
La Lazio lo ha rifatto. Ha battuto la Juve come in campionato, con lo stesso risultato (3-1) e ha sollevato al cielo di Riad la sua 5^ Supercoppa italiana. Per la Juve molto più di una sconfitta, quasi un trauma. Una piaga sull’orgoglio dei pluri-campioni d’Italia doversi piegare davanti allo stesso nemico due volte in soli 15 giorni. Anche perché quel nemitch, virtualmente, sta solo 3 punti dietro in campionato e ora avrà nel cuore molta convinzione in più. Se all’Olimpico, la Juve aveva condotto a lungo e aveva pagato episodi, ieri la Lazio è stata superiore in tutto. Sarri ha ridotto l’inciampo a un problema di energie fisiche. Ma se non riesce a intercettare la stanchezza un club che può tenere fuori i 110 milioni di Danilo e De Ligt e che può inserire in corsa Cuadrado, Ramsey e Douglas Costa, chi può farlo? Perdere 2 partite su 24 non è una tragedia, ma Sarri si porta a casa un po’ di grane. Ora sa che la panchina di lusso non risolve sempre tutto e che il Tridente stellare ha noie di sostenibilità. E sa di dover metter mano alla difesa che ha subito almeno un gol in 16 delle 24 partite. Il tecnico dovrà poi lavorare di psicologia con De Ligt, bocciato alla prima gara decisiva, e con CR7 che ha perso la prima finale dopo 12 vinte. E’ l’orgoglio che lo spinge in cielo. Non ama vedersi così sconfitto.
Eroe Lulic
Lazio perfetta, a cominciare da Inzaghi che ha indovinato tutto: gestione della vittoria dell’Olimpico, della vigilia di Riad, della partita. Parolo e Cataldi entrano e fanno assist e gol. Pur non avendo la panca d’oro di Sarri, Simone ha osato togliere il migliore, Luis Alberto. Sembrava un azzardo, ha avuto ragione lui. La squadra si è comportata da grande: ha preso in mano il maco, è andata oltre la delusione del pareggio e ha vinto con personalità. L’eroe è stato Lulic, già totem della lazialità per quel gol famoso nel derby: un gol costruito e uno firmato. In Arabia la Lazio ha staccato il tagliando della definitiva maturità. Difficile ora nascondersi per lo scudetto. Più facile ci riesca un elefante dietro un lampione.
Ancora loro
Sarri sceglie il tridente e De Sciglio per sostenerlo meglio. La vera sorpresa è Demiral per De Ligt che peccò all’Olimpico su Milinkovic. A differenza dell’incrocio di campionato, la Juve non riesce a pressare feroce e a ostacolare la costruzione dal basso della Lazio che prende il comando del match, anche perché Leiva pare rifiorito e dà una buona mano a Luis Alberto e Milinkovic, i protagonisti del 7 dicembre. Non è bastato appendere in città i manifesti “wanted”. Rieccoli al 16’: Lulic si mangia De Sciglio e crossa, Milinkovic serve Luis Alberto che arriva a rimorchio: 1-0. Vantaggio meritato, perché la Lazio costruisce facile e nasconde la palla al Tridente.
Ci vuole CR7
La Juve invece è lenta, lunga e senza pressione, cioè ciò che non vuole Sarri. Bentancur non è quello di Roma. Il tridente non semplifica la riconquista, ma dovrebbe compensare a palla recuperata. Qui non avviene perché Pjanic viene schermato bene
e dalle fasce non salgono idee. Alla fine si agitano quasi solo Dybala e Cristiano. Il portoghese è una scintilla che vaga cercando di accendere i compagni. Cambia fascia di continuo, tira, si procura un’ottima punizione dal limite e, al 45’, costruisce il pareggio: rasoterra e tap-in di Dybala.
Come a Roma
La prima mossa della ripresa è di Sarri: più spinta a destra. Entra Cuadrado. Inzaghi risponde con Cataldi, anche perche Leiva è ammonito. Sarri smonta il tridente per avere più pressione e rifinitura: Ramsey per lo spento Higuain. Simone risponde recuperando fisicità: Parolo per Luis Alberto. Pagano le scelte di Inzaghi
Luis Alberto apre, pareggia la Joya. Nel secondo tempo bianconeri mai pericolosi e gol di Lulic e Cataldi
perché Parolo prolunga il cross di Lazzari che Lulic mette in rete (28’). Sarri aggiunge pure Douglas Costa, mentre, con Caicedo, Simone ripete i tre cambi del 7 dicembre. Una macumba che riesce magicamente perché la partita finisce con lo stesso risultato, grazie alla punizione di Cataldi al 49’. La Lazio festeggia il trionfo, alla Juve non basta volare lontano per dimenticare. Si porta nella testa una fastidiosa convinzione: la squadra che ha alle spalle in campionato non si accontenterà della Supercoppa. Lo ha già fatto due volte, può rifarlo ancora.