Ferrari macchina da soldi Il team vale 1,2 miliardi
Maranello in pole per appeal economico secondo “Forbes”. Hamilton il più pagato: 45 milioni di euro
Nessun mondiale da oltre un decennio ma la Ferrari è la scuderia dal maggior valore economico in F.1. Secondo un’indagine pubblicata qualche settimana fa dalla rivista statunitense Forbes, il Cavallino, che resta la più vincente con 15 titoli piloti e 16 costruttori, gode di un appeal finanziario da 1,2 miliardi di euro, davanti alla Mercedes campione in carica con Lewis Hamilton. Forbes attribuisce al team anglo tedesco il valore di 902 milioni di euro, in crescita del 46% rispetto alla precedente rilevazione. Ma le Frecce d’Argento (14 titoli tra piloti e costruttori nella storia) vincono la corsa sui ricavi nell’ultimo anno: 402 milioni, rispetto ai 380 ottenuti da Maranello. Sul terzo gradino del podio si piazza la Red Bull. La scuderia di Max Verstappen, terza nello scorso mondiale piloti, davanti ai ferraristi Leclerc e Vettel, vale meno della metà della Ferrari, 572 milioni di euro, con un utile da 291 milioni.
Volanti d’oro
A guadagnare non sono solo i team. Il re tra i piloti, anche nella speciale classifica degli stipendi 2019 — premi esclusi — è sempre il campione del mondo Lewis Hamilton, con un ingaggio da 45 milioni di euro. A ruota il ferrarista Sebastian Vettel, stipendio da 36 milioni, 14 in più di Max Verstappen, prima guida Red Bull: 22 milioni per l’olandese, terzo anche nella classifica degli ingag
Il duello nei conti Mercedes leader dei ricavi: 402 milioni contro i 380 della rossa
gi. Daniel Ricciardo, nonostante la stagione avara di soddisfazioni in pista, è stato il quarto pilota più pagato (18 milioni), davanti alla seconda guida Mercedes, Valtteri Bottas, fermo a 8 ma fresco di rinnovo. A proposito di rinnovi, l’altro ferrarista, Charles Leclerc, nel 2019 si è accontentato di 2 milioni: però è del 23 dicembre l’ufficialità del prolungamento con la rossa fino al 2024 e il relativo aumento di ingaggio a 9 milioni con salario a crescere.
La McLaren in rosso
Tornando ai team, dietro ai primi tre, che confermano con i ricavi la superiorità espressa in pista, c’è la McLaren, decaduta di lusso - che in Brasile con Carlos Sainz ha riassaporato il podio nel 2019 a 5 anni dall’ultima volta – che secondo Forbes vale 555 milioni di euro (ricavi per 147 milioni, ma un risultato operativo, differenza tra valore e costi della produzione, in negativo per 122 milioni), scambiandosi la posizione con la Red Bull rispetto all’ultima edizione dello studio Forbes, poi ecco la Renault a 384 milioni di euro (ricavi per 174 milioni). Dietro la Williams, a quota 357 milioni di euro e 157 milioni a bilancio con segno positivo, anche se mai competitiva in pista nel 2019, nonostante il ritorno di Robert Kubica, a otto anni dall’incidente nel rally di Andora nel quale rischiò la vita. Completano il lotto delle scuderie di F.1 la Toro Rosso che diventerà Alpha Tauri e vale 178 milioni di euro con ricavi da 153 milioni, Racing Point, 116 milioni e 93 di utili, Haas (102 milioni, 85 in attivo) e l’Alfa Romeo di Raikkonen e Giovinazzi, valore 94 milioni di euro, ricavi per 75.
Boom in tv e in borsa
La cassa sorride per tutti i team, ma non basta: secondo sportspromedia.com, l’audience tv dei GP 2019 sull’americana Espn è cresciuto del 21%, con un boom nella fascia 18-34 anni. Tutti più ricchi nonostante gli equilibri potrebbero cambiare dal 2021, con le novità di regolamento e il tetto alla spesa voluti da Liberty Media, che ha però potuto brindare per le entrate nel 2018 da 1,65 miliardi di euro, con oltre 4 milioni di spettatori (1,8 milioni, il dato relativo alla sola domenica, media 81 mila a GP, poco meno del doppio di una partita di Champions League) negli autodromi e il prezzo delle azioni salito del 48% rispetto alla data d’acquisto.