La Gazzetta dello Sport

MILLION DOLLAR ROMA

Il prezzo complessiv­o comprende i debiti e l’aumento di capitale. Adesso scatta l’ultima due diligence sui conti. Pallotta assicura: «Farò il meglio per il club»

- di Cecchini, Pugliese, Zucchelli 3 (Fotomontag­gio: dollari con il volto di Dan Friedkin, 54 anni)

Da un americano all’altro per 790 milioni di euro: mai una società di A valutata così tanto. Alla scoperta dei progetti del texano che sta comprando da Pallotta

Houston 16°, Boston 4°, Miami 24°, Roma 5°. Dal costume da bagno al cappotto, la cerimonia degli addii si sta consumando in un dicembre il cui clima cambia a seconda della sede dei protagonis­ti. Il punto di caduta però è uno: dopo 8 anni il pacchetto di maggioranz­a dell’As Roma è pronta a passare di mano, anche se il comunicato su cui si è lavorato nella notte (i fusi orari differenti, com’è ovvio, hanno rallentato messa a punto) e licenziato prima dell’apertura della Borsa, ancora non parla dei dettagli specifici.

Il comunicato

Il 2019, quindi, si porterà via la gestione della cordata guidata da James Pallotta per aprire le porte a un 2020 che — a meno di colpi di scena — vedrà al timone il «Friedkin Group» guidato, appunto, da Dan Friedkin. Sulle cifre ufficiali c’è un comprensib­ile riserbo, ma la valutazion­e data al club è di circa 790 milioni. Naturalmen­te, Friedkin non verserà l’intera cifra per due ragioni: la prima è che non avrà bisogno di acquistare il 100% delle azioni per controllar­e il pacchetto di maggioranz­a; la seconda è che la valutazion­e dovrà essere defalcata dell’indebitame­nto (circa 270 milioni), per la cui ristruttur­azione in estate sono stati emessi bond con un tasso d’interesse del 5,125%, e dell’aumento di capitale varato due mesi fa (150 milioni), la cui prima tranche (circa 50 milioni, di cui 10 come riconversi­one crediti) sarà coperta tecnicamen­te dalla vecchia proprietà entro una decina di giorni, magari attraverso un finanziame­nto ponte che consentirà di manovrare sul fronte delle quote azionarie. Adesso partirà l’ultima «due diligence», quella legale, che farà convergere a Roma gli avvocati di Friedkin e che prenderà 4-5 settimane, anche perché sono 12 le società che compongono la galassia dell’As Roma. A quel punto, si deciderà se il prezzo pattuito sarà realmente congruo oppure se sia necessaria qualche limatura al ribasso. Intendiamo­ci, tuttora margini per cui la trattativa possa saltare tecnicamen­te ancora esistono — e i vertici di Trigoria lo ribadiscon­o — ma c’è un reale ottimismo diffuso, tant’è che già si pensa all’Opa azionaria (offerta pubblica di acquisto) per il 13,5% del flottante sul mercato, visto che l’attuale proprietà detiene l’86,5%. Sulla questione stadio potete leggere a parte, ma il senso è che per ora la valutazion­e data è quella delle spese sostenute finora dai proponenti, circa 80 milioni, ma nei contratti sarà messo un robusto premio se e quando arriverà il via libera del Comune, per il quale comunque c’è serenità.

Tristezza Pallotta

Una cosa è certa: Pallotta esce di scena a malincuore, convinto che il salto di qualità del club — anche dal punto di vista sportivo — fosse ad un passo. La mancata qualificaz­ione in Champions, che ha portato la necessità di iniettare nuova liquidità nelle casse nonostante le eccellenti plusvalenz­e, ha però convinto alcuni soci di peso della cordata, primo fra tutti il fondo Starwood, a uscire di scena, e così il presidente è stato convinto a sedersi al tavolo per trattare, partendo comunque da una base di un miliardo di euro, la cui faticosa limatura ha portato allo stallo per alcune settimane, prima dell’accelerazi­one natalizia. «Tutto quello che ho fatto è stato solo per il bene della Roma — ha fatto filtrare il presidente — così come quello che farò», non mancando di fare nuovi compliment­i a Paulo Fonseca, il suo ultimo allenatore. Tenendo conto delle due precedenti ricapitali­zzazioni già effettuate per complessiv­i 200 milioni circa, la decina di soci della controllan­te Roma Spv Llc, che ha sede in Delaware — stato che consente la segretezza sulla composizio­ne del pacchetto azionario — sulla valutazion­e pura e semplice ottiene un surplus pari più o meno a duecento milioni, che dividerann­o in base all’esposizion­e. Ecco, se si tiene conto che la valutazion­e della società al momento dell’acquisizio­ne, nel 2011, era stata di 110 milioni (70 versati dalla cordata statuniten­se e 40 da Unicredit), si capisce come il valore si sia moltiplica­to. Tutto sommato, un segno del buon lavoro svolto in questi an

ni, che hanno portato Pallotta a essere il presidente con la migliore media punti in Serie A della storia della Roma, senza che questo fiore all’occhiello sia stato accompagna­to da alcun successo, oltre che da un’assenza presidenzi­ale che ormai è di 566 giorni. Forse troppi.

Manager e bandiere

Quando tutto sarà definito, Friedkin potrà finalmente operare, ma in che maniera? Detto che il rampollo Ryan entrerà nella stanza dei bottoni, l’attuale management, guidato dall’a.d. Fienga resterà in carica. Parliamo soprattutt­o di Petrachi, Zubiria e Calvo, mentre la posizione di Rogers (media), nonostante l’ottimo lavoro, sarà da valutare, come quella del consulente Baldini. Una cosa è certa: si opererà molto sui ricavi, cominciand­o dalla ridefinizi­one dell’accordo con la Nike, che non è stato finora così redditizio come ci si aspettava. Delle strategie calcistich­e parliamo nelle pagine successive, ma non ci saranno da aspettarsi operazione da sceicchi, così come, sul fronte bandiere, è meglio non aspettarsi operazioni populistic­he legate ai ritorni di De Rossi (panchina delle giovanili) e Totti (dirigenza). Questo non significa porta chiusa, ma solo che tutti saranno valutati in base alle loro capacità e non per quello che hanno fatto nella Roma del passato. D’altronde, questo è il calcio del Terzo Millennio, e la nostalgia non va più di moda.

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James Pallotta, 61 anni LAPRESSE
Presidente James Pallotta, 61 anni LAPRESSE
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