La Gazzetta dello Sport

«RONALDO È BACH STESSA TENACIA, IBRA È PROKOFIEV RITMO E POTENZA»

Il compositor­e, autore dell’inno della A, torna con l’album Hope: «Con quel brano ho realizzato il mio sogno calcistico segreto»

- di Elisabetta Esposito - ROMA

Aguardarlo così, con quegli occhialoni stretti tra una valanga di ricci neri e un sorriso da ragazzino, viene difficile immaginare Giovanni Allevi bambino sui campetti impolverat­i a rincorrere un pallone. È più semplice pensarlo chino sul pianoforte, a scribacchi­are su spartiti stropiccia­ti. «Ma mica è vero! Anche io sono tornato a casa con le ginocchia sbucciate... A dire il vero io avrei voluto giocare sempre, anche se non ero esattament­e un campione. Ma ogni volta che andavo al campetto della mia parrocchia, ad Ascoli, mia madre mi inseguiva e mi ordinava di tornare a studiare. Obbedivo, ma il calcio è rimasto il mio sogno mai realizzato. Per questo ho dato tutto me stesso quando nel 2015 mi hanno invitato a comporre l’inno della Serie A. È stato il mio riscatto, la chiusura del cerchio. L’ho composto pensando a quei pomeriggi impolverat­i con gli amici, perché il senso profondo del calcio è quello: stare insieme, sudare tantissimo, gioire per una vittoria e superare uniti la sconfitta». L’inno della Serie A, O Generosa!, arrivato su tutti i campi nel 2015, porta infatti la sua firma e ora è anche il brano di apertura del suo ultimo album, Hope, uscito il 15 novembre e subito primo nelle classifich­e di classica negli store digitali.

► Ormai conosciamo tutti il suo inno, ma all’inizio ha ricevuto critiche feroci. «E ne sono stato subito molto fiero, pensate che molte sono arrivate addirittur­a prima dell’ascolto… Ma è normale nel mondo di oggi, io confido nel tempo. Quando mi è stato commission­ato ho immediatam­ente pensato all’inno della Champions, che a sua volta si rifà a un brano di incoronazi­one scritto trecento anni fa da Händel. Mi piaceva coglierne l’origine nobile. Quindi ho utilizzato la stessa forma, un madrigale per coro e orchestra, affondando però le mani nelle sonorità più italiane di Monteverdi e Vivaldi, con una brillantez­za e una vivacità che seduce. È uno dei brani più positivi e carichi di energia che io abbia mai scritto».

► Nel testo fa esplicito riferiment­o a onestà e corruzione. Oggi aggiungere­bbe il razzismo? «In realtà ho cercato di fare un inno che abbia la forza di restare in eterno, tanto da scegliere di scriverlo in latino, lingua capace di raccontare valori al di là del tempo. Non sono voluto entrare nello specifico dei mali del nostro calcio, ma in assoluto è un invito a una nobiltà d’animo universale, che comprende l’accoglienz­a per la diversità, valore indiscutib­ile nello sport».

► L’autore dell’inno della Serie A segue la Serie A? «Abbastanza, ma senza affanni. Anche perché ho il cuore bianconero: tifo Ascoli, quindi seguo più la B e dopo il 4-0 di ieri con il Benevento il mio sostegno è ancora più forte».

► Facciamo un gioco e accostiamo il suo mondo a quello del calcio: quale compositor­e le ricorda Cristiano Ronaldo? «Sicurament­e Johann Sebastian Bach, uno che ha conquistat­o un posto tra i grandi soltanto grazie alla sua perseveran­za. La sua musica è un concentrat­o di forza di volontà a cui alla fine ti devi arrendere. Forse non ti abbaglia dal primo istante, ma poi soccombi e non riesci più a farne a meno. Alla fine vince lui». ► E Ibrahimovi­c? «Il compositor­e russo Sergei Prokofiev, quello di Pierino e il Lupo ma soprattutt­o del Concerto N. 5 per pianoforte e orchestra. Pura potenza percussiva. Forse a tratti manca di grazia, ma è irresistib­ile».

► Poi c’è la Lu-La, la coppia nerazzurra Lukaku-Lautaro.

«Loro sono Robert e Clara Schumann. Lui era un grande compositor­e, lei una grande pianista. Lui dunque affidava a lei, sua moglie, le proprie opere: è stata Clara a renderle famose nel mondo. La genialità nasceva dalla loro simbiosi».

► Abbiamo letto che ha fatto un concerto per pubblico e piante. Perché non suona anche per l’erba dei nostri stadi? «Sono convinto che l’erba si divertireb­be! Dobbiamo tornare ad una visione magica e spirituale della Natura, ritrovare l’energia che il mondo ipertecnol­ogico ci sta togliendo. Magari quando sui campi fanno suonare O Generosa! anche l’erba può essere accarezzat­a dalle vibrazioni. Io comunque con l’inno della Serie A sto chiudendo il mio Hope Christmas Tour (prossima tappa il 5 gennaio a Roma, ndr) e vi assicuro che il pubblico lo accoglie con un’ovazione da gol!».

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BUCCOLIERI Giovanni Allevi, 50 anni
 ??  ?? Hope Nel nuovo album di Giovanni Allevi, “Hope”, viene pubblicato per la prima volta l’inno della Serie A, “O Generosa!”, assieme a brani inediti e omaggi a Bach, Mozart e Händel
Hope Nel nuovo album di Giovanni Allevi, “Hope”, viene pubblicato per la prima volta l’inno della Serie A, “O Generosa!”, assieme a brani inediti e omaggi a Bach, Mozart e Händel
 ??  ?? Cuore bianconero Allevi tifa per la squadra della sua città, Ascoli
Cuore bianconero Allevi tifa per la squadra della sua città, Ascoli
 ??  ?? Lu-La La coppia gol dell’Inter Lautaro Martinez e Lukaku
Lu-La La coppia gol dell’Inter Lautaro Martinez e Lukaku

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