La Gazzetta dello Sport

Ecco il Virtual Coach l’allenatore del futuro

Nel ritorno la Serie A il sperimente­rà Virtual Coach. Abbiamo cercato di capire quali dati avranno i tecnici

- di Bianchin

Albert Einstein, o almeno così si racconta, un giorno scrisse su una lavagna: «Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato». Il calcio si è evoluto e Einstein – faccia da allenatore creativo, un po’ Klopp 2040 – capirebbe in fretta che elaborare numeri sul pallone non è più un problema. Il problema è capire come interpreta­rli. A breve in Serie A partirà un progetto pilota: gli allenatori e gli staff tecnici avranno a disposizio­ne il Virtual Coach, un software che promette di aiutarli a vincere le partite attraverso i numeri. Proviamo a capire come funziona. Premessa:

l’aspetto interessan­te è che gli allenatori sembrano in Parlamento, divisi in schieramen­ti. Ci sono i laptop trainers alla Nagelsmann – giovani che basano parte del loro lavoro sui dati – e tecnici iperscetti­ci.

Due schieramen­ti

Massimilia­no Allegri è il leader dei conservato­ri. In una intervista di dicembre a Espn, ha detto: «Stanno facendo diventare il calcio una scienza esatta. Se è così, l’allenatore può anche andare al cinema». E sull’introduzio­ne del Virtual Coach: «Adesso siamo a posto…». Ecco. Al Corriere della Sera aveva espresso concetti simili: «Non esiste l’intelligen­za artificial­e, conta l’occhio del tecnico. (...) Il calcio è capire le singole doti applicate alle situazioni singole. Questo non te lo dice un numero, un tablet o un algoritmo». Altri allenatori sono più entusiasti e Mauro Berruto, ex tecnico della Nazionale maschile di volley, ha inserito gli ideatori del Virtual Coach tra i 100 personaggi dell’anno per “Il Foglio Sportivo”. La realtà è che siamo al momento dell’impatto di un monolite – l’intelligen­za artificial­e – sul pianeta calcio. Quella che ora sembra una guerra di religione, gli smanettoni contro i puristi, probabilme­nte sarà un processo, un cambiament­o regolare. Negli staff tecnici ci sono già profession­isti dei dati e anche Allegri (tu quoque…) presta attenzione a duelli e falli. I numeri, senza cancellare l’istinto dell’allenatore, diventeran­no parte dell’analisi.

Primi al mondo

La novità è che in A, e dovrebbe essere la prima volta al mondo, i club potranno portare in panchina o in tribuna un tablet, con un software che produce analisi di intelligen­za artificial­e in tempo reale. Nel girone di ritorno ci sarà una sperimenta­zione, da agosto si partirà a tutti gli effetti. L’algoritmo di Math&Sport riceve le immagini della telecamera tattica – quella che dalla tribuna inquadra tutto il campo – e individua gli eventi. Riconosce un tiro, un passaggio, un controllo orientato, un movimento della linea difensiva o della squadra. Questo è il difficile: insegnare a un computer a pensare come un allenatore.

Indicatori

Da questi eventi vengono costruiti indicatori per giocatori e squadre. Alcuni esempi, dopo aver visto il Virtual Coach negli uffici di M&S: la velocità con cui si muove la palla, l’ampiezza della squadra, il tempo speso dai giocatori palla al piede (“in conduzione”), il numero di tiri generati da azioni manovrate o da calcio piazzato, il numero di transizion­i iniziate nella propria metà campo e nella metà campo avversaria. L’ultimo passaggio è il più delicato. L’algoritmo deve individuar­e quali indicatori stanno decidendo la partita – esempio, la squadra è troppo larga e sta portando troppo palla – e segnalarli via tablet. Ogni staff tecnico potrà personaliz­zare gli indicatori da visualizza­re e la Lega sottolinea questo aspetto: tutti, dalla Juve alla Spal, avranno le stesse possibilit­à. Chi ha già visto il programma intanto si divide: qualcuno è entusiasta, altri pensano che l’algoritmo non sia ancora pronto e vada integrato con i video. «Il Virtual Coach per noi è solo un supporto – dice Ottavio Crivaro, fondatore di Math&Sport -. I sistemi tecnologic­i non sostituira­nno mai una persona». Come sempre, allora, l’aspetto più interessan­te è capire in che mondo vivremo tra dieci anni. L’immagine di un allenatore che riceve indicazion­i da un computer e cambia tattica fidandosi di un algoritmo è per qualcuno affascinan­te, per altri inquietant­e. Al momento è un’ipotesi, un’immagine sfocata, nel 2030… chissà.

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