Pioli con il vento in Coppa «Proviamo a vincerla»
L’allenatore alza l’asticella: «Sarà difficile, però... Ibrahimovic ci dà tantissimo anche se non gioca»
Tra Cagliari e Milano ci sono quasi settecento chilometri di distanza in linea d’aria, ma il travaso di entusiasmo è andato ugualmente a buon fine: prima di imbarcarsi sul volo che sabato ha riportato il Milan alla base, Stefano Pioli aveva chiesto ai suoi ragazzi di mettere in valigia l’entusiasmo del successo della Sardegna Arena e ieri è stato accontentato. Perché il 3-0 con cui Romagnoli e compagni si sono sbarazzati della Spal, regalandosi la sfida con il Torino nei quarti di Coppa Italia, nasce prima di tutto nella testa: la serata di San Siro ha offerto spunti interessanti sotto l’aspetto tattico – il 4-4-2 funziona ed esalta pure chi prima faticava come Piatek –, i singoli hanno risposto presente e la difesa ha chiuso la porta per la terza volta di fila tra campionato e Coppa, ma il tecnico rossonero non smette di ripetere quanto sia stato determinante l’approccio. «Prima della partita sono stato chiarissimo: ho detto ai ragazzi che i momenti positivi vanno cavalgruppo cati, che bisogna restare attaccati all’entusiasmo e trasmetterlo sul campo. Ci siamo riusciti giocando una partita coraggiosa e intensa, abbiamo meritato di passare il turno. Se vincere la Coppa diventa un obiettivo? Tutte le grandi vogliono alzare un trofeo, sarà difficile ma dobbiamo provarci».
Risposte
Le notti di Pioli magari resteranno ancora agitate – l’etichetta di normalizzatore lo perseguita, ma chi lo conosce sa che il tecnico parmigiano vive l’avvicinamento alle partita molto intensamente −, ma vuoi mettere addormentarsi contando gli uomini che meritano una chance da titolari anziché elencando le occasioni da gol non sfruttate, come succedeva fino a qualche tempo fa? Pioli sorride perché il suo Milan si è scoperto affamato e concreto come non gli capitava da una vita: una vittoria con almeno tre gol di scarto mancava dal 22 febbraio 2019 contro l’Empoli. Tutto adesso gira per il verso giusto perché il lotta e corre da squadra, spiega l’allenatore, e perché chi finora ha avuto meno spazio ha dato risposte convincenti: «Castillejo sa giocare in profondità, aggredisce e recupera, ha doti da Milan. Rebic sa produrre giocate di qualità, penso sia più seconda punta che esterno e sarà una valida alternativa per quel ruolo. Suso è entrato e ha servito subito una palla gol, ringrazio la Curva perché lo ha sostenuto dopo i fischi, ora Jesus dovrà uscire dal momento difficile che sta vivendo con grande carattere». Magari prendendone un po’ in prestito da colui che riesce a infondere fiducia nei compagni anche senza mettere piede in campo: «L’arrivo di Ibra è stato importantissimo – spiega Pioli −, per quello che ha fatto vedere a Cagliari e che farà vedere nelle prossime partite, ma anche per l’esempio che offre ai compagni ogni giorno, lui dà tantissimo anche quando non gioca».
Non mi aspettavo un impatto del genere in Italia ma volevo dimostrare le mie qualità
Vivo un momento professionalmente molto bello, come la squadra: speriamo di continuare
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Ha lasciato a Piatek un vantaggio di 46 minuti, poi ha deciso di accelerare per andare a riprenderlo, per la gioia dei 32mila di San Siro che lo hanno eletto idolo rossonero ormai da mezza stagione: perché il Pistolero si sarà pure rimesso a sparare come ai bei tempi, ma la costante del Milan si chiama Theo Hernandez. Uno che di mestiere fa il difensore, ma che continua a segnare come un attaccante. Con il siluro che ha arrotondato il risultato contro la Spal, Hernandez è arrivato a 5 centri stagionali, stesso bottino di Piatek, stessa poltrona condivisa − miglior marcatore della banda Pioli – e rendimento persino più sorprendente di quello di Kaladze, difensore che da esordiente al Milan, nel 2000-01, si era fermato a 4 gol. Theo però va veloce e riesce a bruciare anche se stesso. Prendete i tornei stagionali: in Coppa Italia ha segnato al debutto, migliorandosi rispetto al campionato, dove gli erano servite 4 partite di “studio” prima di esultare al Ferraris contro il Genoa. La cosa esalta i tifosi, ieri incantati anche da un tunnel su un difensore della Spal, e stupisce il diretto interessato, che ai microfoni di Milan Tv ha spiegato: «Non mi aspettavo un impatto del genere in Italia, ma volevo dimostrare tutte le mie qualità. Sto lavorando bene, vivo un momento professionalmente molto bello come pure tutta la squadra: speriamo di continuare così».
Attenzione
Partenza lenta, progressione graduale e turbo inserito nella seconda metà della partita: l’Hernandez in versione diesel visto ieri sera è un piacevole déjà-vu che si è ripetuto più di una volta durante la stagione, uno schema che Pioli vorrebbe perfezionare per sfruttare le potenzialità del francese lungo tutti i novanta minuti: «Theo deve assolutamente migliorare nell’approccio alla gara – ha osservato il tecnico rossonero −, partire più concentrato e reattivo di quanto non faccia adesso. Deve crescere nel leggere le situazioni anche per il ruolo delicato che interpreta: quando ha la palla è un giocatore fantastico, non si discute, ma lui è un difensore e può ancora migliorare molto quando la palla ce l’hanno gli altri. È un ottimo giocatore, può diventare un grande: dipende solo da lui».