La Gazzetta dello Sport

«Troppo alcol» Il grido d’allarme scuote il gruppo

Besnati, il medico: «Serve un segnale forte». Saronni: «Lo sport ricalca la società»

- Di Claudio Ghisalbert­i

La Lotto-Soudal, team belga di World Tour diretto da John Lelangue, nei giorni scorsi ha deciso di vietare l’alcol in squadra. Eccezioni solo per vittorie e compleanni. Ma anche se a termini di regolament­o Wada, l’alcol nel ciclismo è libero, esiste un problema di abuso in gruppo? «Dell’uso e abuso di alcol sono anni che se ne parla afferma Massimo Besnati, medico responsabi­le profession­isti strada della Nazionale -. E all’alcol aggiungere­i sonniferi e snus, il tabacco da masticare. Sono problemi che esistono anche perché in dosi eccessive l’alcol è come una droga». la decisione presa nei giorni scorsi quindi ha un fondamento. «Limitare la libertà degli altri non mi piace mai - prosegue Besnati - ma serve un segnale forte. Io stesso mi sono trovato in squadre dove, personale e corridori, bevevano come spugne. Nel 2015 Sillin e Trofimov, prima della preolimpic­a di Rio, furono cacciati perché ubriachi fradici. E ci sono precedenti anche che riguardano incidenti causati dal personale in stato di ebbrezza (in molti Paesi le strade del fuori corsa sono battute in modo assiduo dalle polizie con gli etilometri, ndr). Credo che sia anche un problema di educazione e istruzione. Invece, ubriacarsi fa figo. Poi bisogna anche tenere conto di una cosa. seppure gli effetti più visibili di una sbornia scompaiono dopo qualche ora, la botta che si dà al fegato è pesante. Ci vogliono giorni e giorni per smaltirla».

Più fattori

«E’ un problema non facile da affrontare ma che esiste - conferma Giuseppe Saronni -. Le cause scatenanti possono essere: solitudine; stress; l’abitudine ad alzare il gomito che, senza volere polemizzar­e, è tipica di alcune zone. Il fatto che dialogare tra staff e corridori è sempre più difficile complica le cose. Poi il mondo dello sport ricalca la società e, non nascondiam­oci dietro a un dito, i giovani sono sempre più portati a esagerare in certe cose. E bere è un paradosso anche se si considera un altro problema ormai già arrivato, quello dell’esasperazi­one del peso».

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BETTINI Uomo d’esperienza Giuseppe Saronni, 62 anni

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