La Gazzetta dello Sport

Sainz si riprende la Dakar E Alonso invece si capotta

Il Matador allunga sui rivali Al Attiyah e Peterhanse­l: terza vittoria più vicina. Fernando tradito da una duna

- Di Paolo Ianieri - INVIATO A SHUBAYTAH (ARABIA SAUDITA)

Sembra di essere tornati agli anni della colonia. Lunghe camerate con file di letti a castello a tre piani, materassi per terra e tutt’intorno stivali, tute, caschi. Il bivacco di Shubaytah è disperso in mezzo al nulla dell’Empty Quarter, l’immenso deserto che l’Arabia Saudita condivide con Emirati Arabi e Oman, le cui frontiere distano meno di 100 chilometri. «In passato venivo spesso con mio papà a cacciare in queste zone, le conosco abbastanza bene. Quindi domani andrò all’attacco». Così parlava Nasser Al Attiyah due sere fa nel bivacco di Haradh, dove oggi la Dakar ritornerà per la seconda parte della tappa marathon, dove l’assistenza è vietata e ciascuno deve riparare il proprio mezzo da sé, 379 chilometri di dune e sabbia. Partito ieri mattina da 2o alle spalle di Stephane Peterhanse­l, il principe del Qatar era convinto di annullare i 24” di svantaggio che lo separavano da Carlos Sainz, per portarsi al comando a due tappe dalla fine. E invece, al termine di una speciale accorciata dai previsti 534 a 345 chilometri per le forti raffiche di vento che rendevano pericoloso il prosieguo, ad andare a letto soddisfatt­o è stato proprio quel volpone di Sainz. Il più bravo di tutti (e fortunato) a non perdersi intorno al km 200, quando la maggior parte dei concorrent­i è andata a zonzo tra le dune in cerca del passaggio giusto. «Ci siamo persi con Peterhanse­l» allarga le braccia Al Attiyah. «Abbiamo fatto un errore dove la navigazion­e era più complicata, girando per una decina di minuti. E proprio quando abbiamo trovato la strada ecco arrivare Przygonski e Sainz, che ci hanno seguito. Un timing perfetto» racconta Peterhanse­l. Che al traguardo paga 11’48” al compagno in Mini. Ma ancora peggio va ad Al Attiyah, che ne perde 17’46”.

In vantaggio di 18’

«Diciamo che oggi ci credo un po’ più di ieri» sorride sornione El Matador. Che con 18’10” su Al Attiyah e 18’26” su Peterhanse­l inizia a sentire profumo di terzo successo . «Ho fatto quello che non mi era riuscito ieri (martedì; n.d.r.), ho attaccato, rischiato e soprattutt­o siamo stati molto bravi nella navigazion­e. Ma non possiamo rilassarci, perché arriva la speciale più dura e abbiamo visto tutti come basta incasinars­i nel cercare un “way point” che la classifica cambia». «Sì, ma contro uno come Carlos 18’ quando li recuperi?» sembra quasi arrendersi Al Attiyah.

Senza parabrezza

Dai migliori del giorno manca Fernando Alonso, la cui speciale è durata un chilometro o poco più: uscendo troppo aggressivo dalla prima duna, lo spagnolo si è capottato con la sua Toyota Hilux. «Sono partito forte perché volevo vincere la tappa. A volte si può sbagliare». Un’ora dopo e senza il parabrezza, Fernando è ripartito, chiudendo 38o e scivolando in generale al 14o. «Ma anche se non è quello che vorreste sentirvi dire, sono contento lo stesso. Adesso aspettiamo il camion assistenza e poi proviamo a sostituire il parabrezza».

Abbiamo attaccato, rischiato, e siamo stati bravi a navigare Adesso alla vittoria ci credo di più

Decisivo il nostro errore: ci siamo persi in un punto difficile girando a vuoto per dieci minuti

L’ex ferrarista: «Volevo vincere la tappa e ho spinto subito. Si può sbagliare»

TEMPO DI LETTURA 2’23”

 ?? DPPI ?? Due volte re Carlos Sainz, 57 anni, al volante della Mini. Il madrileno ha già vinto due Dakar: nel 2010 (VW) e nel 2018 (Peugeot). E’ stato iridato rally nel 1990 e 1992 (Toyota)
DPPI Due volte re Carlos Sainz, 57 anni, al volante della Mini. Il madrileno ha già vinto due Dakar: nel 2010 (VW) e nel 2018 (Peugeot). E’ stato iridato rally nel 1990 e 1992 (Toyota)
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Stephane Peterhanse­l
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Carlos Sainz

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