La Gazzetta dello Sport

La terra promessa della Williams (con Nissany al volante)

Uno sponsor e un pilota di Israele per il team che aveva portato gli arabi nei GP E Claire diventa ambasciatr­ice di pace

- Di Giovanni Cortinovis - TEL AVIV (ISRAELE)

Dopo il ciclismo, con il Giro d’Italia 2018 e la squadra nel World Tour, Israele cerca di promuovere la propria immagine attraverso la Formula 1: al Peres Center for Peace di Tel Aviv è stata annunciata ieri la partnershi­p con la Williams, il cui risultato più evidente è l’ingaggio di Roy Nissany come test driver per il 2020. Guiderà nelle prove libere in tre occasioni, probabilme­nte Francia, Canada e Ungheria. Operazione resa possibile dall’investimen­to del canado-israeliano Sylvan Adams (1,6 miliardi di euro di patrimonio), che porrà il suo marchio Israel Start-Up sulle FW43 nei week-end in cui il 25enne Roy sarà al volante: «L’obiettivo è averlo titolare nel 2021, sarebbe un sogno vedere in gara un israeliano, anche per l’audience tv di 350 milioni di persone».

Singolare ricordando che a fine 1977 Frank Williams si fece sponsorizz­are dai sauditi, inclusa la famiglia di Osama Bin Laden. In Israele i motori sono in crescita, come dimostra l’impennata delle auto circolanti: da un milione e mezzo nel 2002 a quasi 3 milioni nel 2018. Due anni fa è stato inaugurato il primo circuito, Motor City, che misura 2,1 km, ma l’obiettivo è ampliarlo per ospitare la F.1. Anche sul versante piloti il gap è in calo: Nissany si è messo in luce nel 2010 vincendo in Formula Bmw Junior a Monza con un duplice sorpasso prima della Parabolica. Nel 2016 per lui 3 successi e altrettant­e pole nella Formula

V8 3.5 Series ma nel 2019 è rimasto fermo per un infortunio al polso patito in bici.

Precedente difficile

Il padre di Roy, Chanoch, guidò nelle libere del GP Ungheria 2005 la Minardi: aveva 42 anni e non fece una grande figura, ma correva da soli 4 anni. Roy ha invece iniziato dai kart: «È stato un lungo viaggio, quasi vent’anni. Ma non ho mai considerat­o la F.1 un sogno, piuttosto un obiettivo. Mi ci sono dedicato anima e corpo, avvicinand­omi passo dopo passo. La Williams rappresent­a il posto migliore per imparare e io tifavo Montoya. Sono grato a Claire e Sylvan per l’opportunit­à».

Vice team principal dal 2013, Claire Williams guarda al futuro: «Abbiamo fatto molti cambiament­i anche se i risultati non si sono visti. Ma l’ultimo biennio non definisce la nostra squadra. I nostri 750 dipendenti lavorano sodo e Roy ci aiuterà a progredire, gli ingegneri dicono che è diligente nel lavoro». Per l’occasione Chemi Peres, figlio di Simon, ha nominato Claire ambasciatr­ice di pace: «È un privilegio, vorrei ispirare le nuove generazion­i», ha commentato la figlia di Frank.

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Alti e bassi Roy Nissany, 25 anni: in F.2 nel 2018 e infortunat­o nel 2019

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