L’IDENTIKIT
Quando è venuto a giocare a Milano, presero De Piccoli se no in allenamento tra me e lui finiva male.
3Sandro
All’inizio della nostra carriera insieme, a una mia osservazione, mi ha risposto in modo brusco. Gli ho detto: «Ascoltami bene, ho giocato e allenato per 30 anni. So più cose di te e se mi dai retta sarai il miglior giocatore italiano». Così è stato e mi è grato ancora oggi.
3Nando
Quando arrivai a Milano era team manager e mi accompagnò a cercare casa. Sotto quella che trovammo, c’erano le... signorine di strada: «Nando, questa è perfetta per te, ma devi lasciare tua moglie a casa», mi disse. Non presi mai l’appartamento.
3Enrico
Sin dagli esordi ha sempre fatto di tutto per non far sentire a disagio ragazzi come me e Brunamonti. Sempre giocoso, disponibile, mai arrogante, una guida sicura per tutti noi.
3Mario
Con Pittis eravamo i giovani di Milano e lui ci ha trasmesso gli strumenti per affrontare la vita: serietà e leggerezza. Ci divertivamo più con Dino che con i nostri coetanei, ma quando arrivava il momento di darci dentro diventava un esempio. Un uomo eccezionale.
3Chuck
Ricordo le cene con lui e Yelverton al Brigantino di Varese. E quella volta che si è vestito da donna per farci ridere. Avversari in campo e amici fuori.
3Dado
Ancora oggi, in forma splendida e con un fisico da 30enne, ti vedrei volentieri in campo con la palla in mano o a fare blocchi, prendere rimbalzi e cancellare il pivot avversario. Sono sicuro che potresti farcela.
3Massimo
Una volta ero a cena da lui e i genitori, suona l’allarme. Parte con il suo ruggito per beccare il ladro. La mamma: «Vai Lucky, aiutalo, proteggilo». Meno male che il ladro è riuscito a scappare, avrei dovuto proteggere lui non Dino che lo avrebbe squartato.
3Pier
Una capacità straordinaria di passare dall’aggressività e la rabbia agonistica agli scherzi e al fare guascone dopo la doccia. Come diceva Gamba, era il pesce pilota della Nazionale.
3Bob
Quando sono andato a Milano, ho lasciato la maglia numero 11 con cui avevo sempre giocato solo per un motivo: era più vecchio di me.
3Andrea
Auguri papà! 70 da campione!
3Ettore
Ricordo una partita con Trieste al secondo anno da capo allenatore della Virtus. All’intervallo un tifoso (?) mi apostrofò pesantemente perché stavamo giocando male, nervoso anch’io cercai di reagire e lo mandai a quel paese. Mi sentii afferrare per il braccio e Dino mi disse: «Coach, lascia stare! Non vale mai la pena». Era già il Monumento della nostra pallacanestro e si era preso cura di questo giovane esordiente perché non si mettesse nei guai. Poche parole, un grande esempio. Come mille altre volte.
3Riccardo
Quando giocavi contro sempre la stessa storia: prendevi un sacco di botte ma era sempre fallo tuo. Gli arbitri mi urlavano: «Morandotti, stai zitto». Una volta mi fece: «Vai vai poppante, vai a bere il latte». Io reagii portandogli il dito sul naso, prendendo ovviamente tecnico. Il giorno dopo, mentre raccontavo quest’episodio ai miei amici me lo trovo faccia a faccia in via Durini: «Ehi Riccardo, ma tu hai i maroni, vieni con i tuoi amici che vi offro il caffè». Era tanto stronzo in campo quanto spassoso fuori.
3Bob
Ricordo una serata di San Silvestro quando io e te, Lucarelli, Peppo e Luisa fra altri, abbiamo festeggiato in una baita in montagna in mezzo alla neve sopra Arcumeggia dove abbiamo mangiato e bevuto bene, e siamo andati in slitta e ci siamo tirati le palle di neve. Quanto ci siamo divertiti!
3Carlton
Non so come nel 1998 tu abbia potuto sopportarmi e tollerarmi in Nazionale e avere la pazienza di mediare tra me e Tanjevic. Te ne sarò sempre grato.
3Oscar
Non faceva punti, non prendeva tanti rimbalzi, ma giocava come nessuno mai, una bestia davvero ad affrontarlo. Il primo giocatore con il quale avrei costruito una mia squadra.
3Aldo
Ho una stima enorme di questo ragazzo di 70 anni. Il primo a riprendere chi non si impegnava in allenamento. Bisognerebbe stamparne un altro, perché di uno come lui si sente un grande bisogno.
3Dan
Prima di ogni partita gli dicevo sempre: «Dino, voglio sentire la tua voce». Voleva dire tutto, che lui era il leader.
3Gianni
Per parlare di lui esiste un solo vocabolo: omnia, parola latina che significa tutto. Dino nel nostro basket è tutto, è uno degli sportivi italiani più conosciuti al mondo. Quando ero segretario generale della Fip andammo a Tel Aviv: Dino scese dal pullman, si bloccò il traffico con la gente impazzita che lo accerchiò per abbracciarlo, una cosa che nel calcio ho visto solo con Falcao a Roma e può accadere oggi per Ronaldo e Messi.
3Simone
Quando mi ha chiamato in Nazionale ho scoperto una persona che rappresenta lo sport allo stato più puro e migliore. È l’essenza del basket e di come andrebbe interpretato. Passione, voglia di vincere sempre ma senza fanatismi, correttezza con tutti, schiena diritta in ogni situazione, stessa coerenza nella vittoria o nella sconfitta. Un esempio per tutti.
3Riccardo
L’ho conosciuto che avevo appena compiuto 17 anni e insieme a D’Antoni è stata la persona più importante della mia carriera per l’insegnamento e l’esempio. Di giocatori ne ho incontrati tanti, ma lui è unico.
3Gianmarco
Il più grande di tutti. In Nazionale, prima del Mondiale 1998, ne combinai una delle mie e lui mi venne a cercare all’allenamento. Mi chiusi in bagno per 20 minuti, ero terrorizzato. Abbiamo fatto grande Varese vincendo 8 scudetti e 5 Coppe Campioni. Io ho vinto uno scudetto, lui tutto il resto...
3Roberto
Gli otto anni insieme all’Olimpia sono stati incredibili. Eravamo compagni di stanza e abbiamo condiviso tutto: in campo e soprattutto fuori dove è nata la vera forza di quella squadra.
3Dodo
A 15 anni non era capace di giocare ma era un vero atleta. È stato un campione in campo e soprattutto in allenamento. E si scherzava tanto. Si giocava per divertirsi. E così si divertiva anche il pubblico.
3Meo
Ho giocato con lui in Nazionale e ho vinto, peccato non averlo avuto come compagno di squadra nel club, avrei vinto qualcosa. Una volta coach Asti me lo fece marcare, fu una fatica incredibile. La sua abilità è stata di non giocare mai per le sue statistiche, ma solo per far vincere la squadra.
3Russ
Non sapevo nulla di Milano, ma coach Peterson mi disse: «Russ, non preoccuparti, abbiamo Dino Meneghin».
3Gigi
Compie 70 anni ma per me è sempre un eterno ragazzo, compagno di tante battaglie.
3Boscia
Miglior italiano di sempre senza dubbio, uno come lui non si è ancora visto nemmeno da lontano. Giocare quasi 30 anni ad alti livelli come ha fatto è da record mondiale. Mi ha sempre colpito il suo essere leader senza pensare a se stesso e ai 20 punti a partita. Con lui in campo non si scherzava mai. Ricordo ancora in un CasertaMilano le botte che si diede con Tato Lopez.
3Sergio
Ricordo un pomeriggio di tantissimi anni fa, quando nella partita del sabato sulla Rai entrò questo imberbe marcantonio e Aldo Giordani disse la sua data di nascita. «Non è possibile, questo ha la mia età - e mi ritenevo ancora poco più di un bambino - e già gioca in Serie A!». Conoscendolo di persona la mia stima è aumentata vieppiù, visto che come carattere siamo molto simili, cioè bambini perenni nell’animo.
3Francesco
Avevo 17 anni, in un allenamento, dovevo marcare lui. Ne presi un sacco, restai tramortito per un giorno ma quell’esperienza valse 100 partite. Un’altra volta, mi lanciò in contropiede ma misi il piede sulla linea: s’incazzò come una bestia perché non tollerava distrazioni in allenamento.
3Paolo
È stato fortunato che a 20 anni ha trovato uno come Flaborea che gli ha insegnato tantissimo. Non ne nascono più così, come diciamo noi a Gorizia, è un altro legno.
3Domenico
Con Dino non ti annoiavi mai: una volta in raduno con la Nazionale comprò una pistola ad acqua, bussò alle porte delle camere e non appena aprivi ti inondava di acqua. Dopo cena si andava in qualche baita e si cantava: «Filusé son le 3, sono sempre accanto a te, a sedere sul sofà a fa’ flikke flikke flakke» (vengono passati i bicchieri a tempo di canzone, chi sbaglia beve).
3Marino
Ricordo quella vacanza assieme in Turchia. Facevamo spettacoli, balletti come La morte del cigno, vestiti con gonnellino e banane. Per il 14 luglio organizzammo una sfida a wrestling contro due francesi piccoli ma cattivi: finì pari.