La Gazzetta dello Sport

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PAISÀ GAROPPOLO SOGNA L’ANELLO ALL’INSEGUIMEN­TO DEL MITO MONTANA

- di Riccardo Crivelli

Jimmy, avi siciliani e abruzzesi, è il faro dei 49ers favoriti nella corsa al Super Bowl: può riportare in vetta San Francisco dopo i fasti di un altro grande quarterbac­k «italiano»

Pronto oppure no. E stavolta non è il titolo di uno dei più celebri album live dei Grateful Dead, la band di culto che regalò la psichedeli­ca colonna sonora alla Summer of Love, diventando un simbolo della cifra culturale aperta e sperimenta­trice di San Francisco. No, nel mese che da tradizione conduce due squadre al Super Bowl, il quesito accompagna Jimmy G, al secolo Jimmy Garoppolo. L’uomo che deve riportare sulla baia l’anello dei campioni Nfl dopo 25 anni, rinverdend­o una tradizione capace, per più di un decennio, dal 1982 al 1995, di rendere i 49ers una delle squadre più iconiche della Lega.

Il sangue dell’erede

Quella fu una dinastia, con cinque finali vinte e la consegna alla leggenda della palla ovale di alcuni tra i più grandi giocatori di sempre. Ecco, più che dalla forza degli avversari (e comunque i Packers della finale di Conference rimangono un pessimo cliente), Garoppolo deve guardarsi dal peso di un’eredità gravosissi­ma: perché se fai il quarterbac­k a San Francisco, e per di più hai origini italiane, la tua pietra di paragone è quel signore cui è stata eretta una statua davanti al Levi’s Stadium, la nuova casa dei Niners a Santa Clara. Joe Montana, perché è di lui che stiamo parlando, in città non è sempliceme­nte il condottier­o di quattro Super Bowl (il quinto fu vinto da Steve Young, un altro califfo), mai intercetta­to in una finale per il titolo: è dio incarnato nel football. Montana aveva antenati lombardi e siciliani, Garoppolo discende da una famiglia con radici siciliane e abruzzesi di Vasto. E, come dice lui, «gioco nello stesso ruolo di Joe e ho sangue italiano pure io, ma per il momento fermiamoci qua». Non si tratta di allontanar­e le responsabi­lità (i 49ers adesso sono i favoriti per i bookmaker), ma di prendere atto della realtà: Jimmy per la prima volta in carriera ha giocato tutte e 16 le partite della stagione regolare (record 13-3) e quello contro i Vikings di sabato scorso è stato il suo primo vero match di playoff dopo una breve comparsata dalla panchina nel 2014.

L’ombra del numero 1

Eppure, interpella­ti da una radio locale, i fan dei 49ers non hanno avuto paura di esagerare: «Alla sua età (28 anni, ndr) è già più forte di Tom Brady». Boom. Anche se la scuola è quella, letteralme­nte. Perché del numero uno di tutti i tempi, Garoppolo è stato riserva per tre anni. In realtà, mamma Denise, di profession­e poliziotta a Chicago, dove Jimmy è nato, terzo di quattro figli maschi («Appartengo orgogliosa­mente a una legatissim­a e numerosiss­ima famiglia italiana»), avrebbe sperato che giocasse a calcio, meno traumatico, mentre papà Tony, elettricis­ta, era troppo impegnato a portare a casa i dollari necessari a una dignitosa sopravvive­nza per occuparsi del destino sportivo della prole. Al liceo alterna il ruolo di linebacker (che gioca in difesa) a quello di quarterbac­k (il fulcro dell’attacco), ma quando si tratta di passare all’Università non lo cerca nessun ateneo di prestigio. Finisce a Eastern Illinois, college di Division I, e batterà tutti i record scolastici sottraendo­li a Tony Romo, poi un big della Nfl. A New England, dove per i quarterbac­k hanno l’occhio lungo, lo scelgono al

draft 2014 per farne appunto l’erede di Brady. Ma quando hai davanti Mister Eternità, ti tocca guardare gli altri dalla panchina. Vince due Super Bowl da semplice riserva e, nel giorno di Halloween del 2017, viene ceduto a San Francisco per una seconda scelta: potrebbe essere lo scherzetto del secolo. Gioca le ultime 6 partite di quella stagione e poi, a febbraio, con appena 8 partite complessiv­e da titolare in Nfl, i 49ers gli fanno firmare un contratto da 116 milioni di euro per 5 anni, in quel momento il più ricco per un qb. Ma la sorte maligna gli tende l’agguato : a settembre, dopo tre vittorie in tre match, si rompe un crociato. E allora ricorderà il pane duro delle fatiche familiari: «C’erano giorni, da bambino, in cui mio padre neppure riuscivo a vederlo, perché usciva al mattino presto e arrivava la sera tardi per riuscire a guadagnare i soldi necessari. Da lui ho imparato lo spirito di sacrificio per tornare più forte». La sua filosofia è condensata in una massima su Instagram: «Vivere la vita un giorno alla volta». Il 2019 è l’anno del boom. Per la prima volta dal 1990 i Niners iniziano la stagione con otto vittorie di fila. Non basta ad allontanar­e tutte le critiche: per alcuni esperti le sue cifre sono gonfiate dalla tendenza a cercare sempre lanci lunghi, tra l’altro più a rischio intercetti. Soprattutt­o, però, accusano lui, bello e atletico in una città tradiziona­lmente spumeggian­te, di non avere esattament­e l’etica lavorativa del fuoriclass­e e una passione mai nascosta per le bellezze dell’altro sesso, che siano modelle o addirittur­a la pornostar Kiara Mia. Ma se riporterà il Super Bowl sulla baia, tutti i peccati gli saranno rimessi.

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Jimmy Garoppolo non è soltanto un fenomenale giocatore di football: a San Francisco è diventato presto un idolo delle tifose e gli sono stati attribuiti numerosi flirt, compreso quello con la pornostar Kiara Mia
Icona glamour Jimmy Garoppolo non è soltanto un fenomenale giocatore di football: a San Francisco è diventato presto un idolo delle tifose e gli sono stati attribuiti numerosi flirt, compreso quello con la pornostar Kiara Mia
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