La Gazzetta dello Sport

Pioli, 100 giorni di rivoluzion­e più Ibrahimovi­c E il Milan cambia

Il tecnico emiliano ha portato concretezz­a tattica, fiducia nell’ambiente e sta valorizzan­do gli acquisti dell’estate: ecco la sua rivoluzion­e silenziosa

- Di Bocci, Fallisi

Icento giorni non sempre finiscono in gloria. I cento giorni di Stefano Pioli al Milan però per il momento hanno portato solidità, novità tattiche sostanzial­i e il rilancio di molti giocatori. Dal 9 ottobre in poi, la squadra ha cambiato pelle piano piano, anche se il processo naturalmen­te ha subito una brusca accelerazi­one con l’entrata in scena di Zlatan Ibrahimovi­c.

Subito leader, subito protagonis­ta, quasi subito in gol. In Coppa Italia Zlatan è rimasto in panchina: ancora ha bisogno di gestirsi, ma ormai il Milan per il girone di ritorno è disegnato intorno a Ibrahimovi­c. E il Milan spera di riuscire a compiere la risalita verso l’Europa.

Cambio filosofico

Grandi speranze. Era l’atteggiame­nto iniziale del Milan estivo, il Milan creativo di Giampaolo, delle filosofie, dei giovani da plasmare. Un’utopia forse, e come tale è durata poco. La dirigenza si è trovata a fare i conti con una certa rigidità del tecnico e con l’eccessiva giovinezza di alcuni nuovi acquisti. Rafael Leao non convinceva Giampaolo:

troppo disordinat­o tatticamen­te, come Theo Hernandez, subito bloccato da un infortunio. Giampaolo aveva anche bocciato Rebic, ma soprattutt­o non è riuscito a dimostrare elasticità in tempi brevi. Non ha voluto snaturare i suoi principi di gioco. Con il pragmatico Pioli, le cose hanno preso una piega totalmente diversa.

Cambio tattico

Ibrahimovi­c in campo, et voilà: è bastata una intera settimana di lavoro per cambiare. Via al 4-4-2, con Rafael Leao vicino al fuoriclass­e svedese e Piatek destinato al ruolo di riserva di Zlatan. Il calcio pratico di Pioli ha portato ordine e semplicità: il punto più alto, il filotto di due successi esterni prima di Natale.

Il più basso, la sconfitta con l’Atalanta che ha prodotto l’accelerata nella trattativa Ibra. Qualche dato per riassumere il travagliat­o girone d’andata: 1,28 la media punti di Giampaolo nelle prime 7 partite, dopo un avvio carico di alti e bassi la media di Pioli è salita a 1,33 in 12 gare. La cura funziona.

Scommesse vinte

Resta un rebus Paquetà, che non convinceva Giampaolo per il suo alto tasso di brasiliani­tà, ma neppure il normalizza­tore Pioli è riuscito finora a trovargli una collocazio­ne. Piatek ha dato timidi segnali di risveglio in Coppa, ma il suo rendimento resta un problema. Ed è un problema anche Suso, difficile da collocare nel 4-4-2. Pioli ha altri nodi da sciogliere, in compenso ha definito molti ruoli, valorizzan­do gli acquisti estivi: Hernandez è sempre più convincent­e, è migliorato in fase difensiva e continua a segnare. Leao pare rivitalizz­ato da Ibrahimovi­c, Bennacer è sempre più nel cuore della manovra e Krunic ha guadagnato posizioni in mezzo al campo. Ma l’ultima scommessa vinta è forse quella che sembrava più difficile: sfruttare anche le qualità di Ante Rebic, vicecampio­ne del mondo con la Croazia, dimenticat­o a Milanello per lunghi periodi, e non soltanto a causa di qualche guaio fisico. Dalla Croazia dicono che può muoversi da prima punta, quindi da vice-Ibra, e anche da esterno, ma al momento il tecnico lo vede soltanto come seconda punta nel 4-4-2. Riuscirà l’ex giocatore dell’Eintracht a fargli cambiare idea e a trovare ancora più spazio? Per ora con Pioli, che lo aveva già allenato brevemente a Firenze, ha già fatto qualche significat­ivo passo avanti.

Personalit­à

Ed eccoci al dato più importante: la crescita sul piano psicologic­o. Il Milan delle prime 7 giornate pareva incerto e spaurito. Era migliorato in alcune partite, ma il kappaò di Bergamo, snodo fondamenta­le della stagione, poteva mettere tutto a repentagli­o. Grazie anche alla presenza di Ibrahimovi­c, Pioli ha tenuto la barra dritta, ha superato il brutto pareggio con la Samp, ha rilanciato i suoi a Cagliari. «Nessuno deve nasconders­i dietro le spalle larghe di Zlatan», aveva ammonito Boban all’arrivo dello svedese. Il Milan ha conquistat­o in questi cento giorni tre importanti successi esterni. La partita con la Samp ha fatto pensare a una sindrome di San Siro, cancellata in Coppa Italia dal Milan alternativ­o. Per dare senso a questi cento giorni, il Milan di Pioli e di Zlatan deve dimostrare di aver trovato continuità.

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