Ma ora Sarri renda CR7 più funzionale al sarrismo
I parametri zero arrivati quest’anno non brillano ancora Il tedesco chiede di partire: rischia di saltare l’Europeo
Ma davvero senza CR7 la Juve è più bella e Dybala si esalta sentendosi libero psicologicamente (oltre che tatticamente)? Non scherziamo: nessuno si sogna di fare a meno del più forte del mondo con Messi, uno dei due/tre che vincono da soli una partita. Ma non c’è niente di male nel ricordare che i meccanismi di inserimento sono ancora perfezionabili. Soprattutto in una Juve che, diversamente da quella di Allegri, ha uno sviluppo di gioco fondato più su sincronismi tattici e velocità, e meno su gestione e improvvisazioni “jazzate”. La chiave del miglioramento è una: convincere una volta per tutte Ronaldo che il suo peso specifico è dieci volte superiore quando si traveste da finalizzatore d’area, com’era per l’altro Ronaldo, il Fenomeno, negli ultimi anni. CR7 è l’inevitabile catalizzatore della manovra e riceve/chiede più palloni del necessario proprio per l’autorevolezza che i compagni gli riconoscono. Sebbene questo implichi un rallentamento, aiutando le difese a posizionarsi (e velocissima la Juve già non lo è con quella mediana). I movimenti un po’ barocchi, la finta, la “mossetta”, spesso sfociano in innocui appoggi orizzontali. Ma quando CR7 sente l’odore del gol diventa letale, impareggiabile, il più forte centravanti moderno. S’avvicina la Champions e Sarri ha un mese per insistere e rendere CR7 più funzionale al sarrismo. Gli serve accentrarsi, toccare meno palloni ma tutti più decisivi, lasciare a Dybala la regia offensiva e sfruttare la collaborazione di un 9 votato al sacrificio come Higuain. Sublimando così una coesistenza dalle potenzialità inespresse.
Da zero a 100 c’è in mezzo un mondo. Un’infinità di sfumature, tante stellette da appuntarsi al petto e scettici da convincere. Adrien Rabiot e Aaron Ramsey, parametri zero arrivati in estate tra squilli di fanfare, vorrebbero tendere al 100, ma al momento ne sono distanti: convincere la Juve è l’obiettivo ancora da raggiungere. Il girone d’andata ha detto che il processo è lento: ci vorrà ancora tempo per un posto duraturo in casa della Signora, per non deludere le ambizioni estive. Nei piani di Sarri, Rabiot dovrebbe essere il centrocampista universale che combina un sinistro raffinato a un fisico da centurione, Ramsey sarebbe invece l’assaltatore specializzato da scatenare sia alle spalle delle punte sia nelle terre di mezzo. Le doti in questione, finora, si sono viste solo a tratti, colpa del complesso equilibrio fisico del gallese e della lunga inattività da cui arrivava il francese. Negli ultimi tempi qualche segnale è, comunque, arrivato. Rabiot ha sfruttato l’occasione che gli ha dato la squalifica di Rodrigo Bentancur avventurandosi sul centrodestra; Ramsey nelle ultime due di campionato ha occupato la delicata posizione del trequartista. Per entrambi pacche sulle spalle di Maurizio Sarri: «Hanno margini di crescita», ha detto il tecnico. Nell’attesa, a Torino ci si aspetta una crescita reale: il centrocampo, reparto con più incognite, ha bisogno di certezze. Quelle totalmente smarrite da Emre Can, lui sì ormai ridotto a fantasma.
Stesso destino
Aristocratico, un po’ altezzoso il francese coi riccioli: lo chiamano “Duca” e, a vederlo in certe pose sinuose, sembrerebbe uscito dalla corte del Re Sole; per gli amici il gallese è semplicemente “Rambo” e, in questo caso, il pensiero vola al bambino rotolante nel fango sui campi di rugby. I parametri zero del 2019-20 sarebbero separati dai soprannomi: il mancino etereo, il destro bellicoso. Eppure il destino li ha uniti dall’estate: sono stati presi gratis (pagati “solo” gli oneri accessori: 1,4 per Adrien, 3,7 per Aaron) e hanno strappato ingaggi robusti (7 mi1 3 lioni netti a testa). In teoria, con loro la mediana avrebbe dovuto guadagnare in estetica, grinta e soprattutto gol. Invece, latitano le reti del centrocampo: solo Pjanic ha il piede caldo (3 centri) e, considerando tutto il resto della compagnia in mediana, si somma solo un golletto del gallese. I bianconeri hanno addirittura esultato di più con i difensori: sette volte. Lo scatto a cui sono chiamati entrambi passa anche da questo aspetto: urgono reti. Ramsey è un totem del Galles e a Euro 2020 sarà comunque leader, Rabiot ha invece un rapporto più complicato con la sua nazionale. Del tema ieri ha parlato Veronique, temuta mamma-agente di Adrien, che come sempre non si è morsa la lingua: «Il signor Le Graët (presidente della federcalcio francese, ndr) è un bugiardo. Mio figlio non si è mai rifiutato di essere una riserva... Per il resto adesso gioca di più e sta imparando l’italiano, Torino è una bella città e penso che sia felice».
Il trio in mezzo
Enigma Emre
Il parametro zero della stagione prima, ‘18-19, ha invece avuto sorte più dura: Emre Can non ha giocato neanche un minuto in Coppa Italia e non ci poteva essere bocciatura più fragorosa. Fuori dalla lista Champions, il tedesco sperava di poter cambiare la stagione dopo il k.o. di Khedira: voleva tornare nel giro europeo, ma adesso pensa solo a partire. Fabio Paratici ha negato di volerlo mettere sul mercato per una plusvalenza, ma il tedesco ha chiesto tramite l’agente un confronto per decidere il futuro in tempi brevi: lo ha ammonito direttamente il c.t. Löw, continuando così addio Europeo.
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