Gattuso e Cutrone contro Quelli che non mollano mai
L’allenatore del Napoli al Milan stimava «il veleno addosso» del nuovo centravanti della Fiorentina
Guarda i casi della vita. Capita che alla fine di un JuventusMilan dell’aprile scorso Rino Gattuso per difendere il suo figlioccio Patrick Cutrone abbia un incontro ravvicinato con il vice di Massimiliano Allegri, Marco Landucci: «Il calcio è una ruota che gira, come la vita» ringhia il nostro. Filosofia semplice e diretta, quella del tecnico calabrese, che però quel giorno non poteva pensare come quella frase potesse riguardare proprio lui e Cutrone. La ruota gira e quella loro esperienza al Milan è finita in maniera amara per entrambi. L’allenatore che ha preferito togliere d’impaccio tutti, il giovane centravanti che in rossonero voleva rimanere e che dopo la sponda inglese torna contento e motivato in Italia e nella Fiorentina.
Il veleno
Proprio quel «veleno addosso» – che Gattuso ha sempre riconosciuto di avere al ragazzo comasco – ora può creare timori al Napoli del suo ex allenatore. Con una Fiorentina in fiducia dopo la vittoria sull’Atalanta che domani arriva con la testa giusta al San Paolo. Cutrone la sua esplosione nel Milan la deve a Vincenzo Montella, ma quando poi fu la volta di Rino il feeling nacque spontaneo. L’allenatore predilige i giocatori che danno tutto in campo e arrivò persino a cambiare sistema, passando al 44-2, per far giocare Cutrone accanto a Higuain. Un piccolo malinteso cementò poi la stima reciproca.Era il dicembre 2018 quando a Bologna, Cutrone sostituito chiese verso la panchina: «Perché proprio io?!». Rino non “bastonò” pubblicamente il ragazzo ma a quattr’occhi gli fece capire senza tanti fronzoli l’errore fatto, ammesso poi dallo stesso Patrick qualche giorno dopo.
Da Piatek a Milik
Poi l’arrivo di Piatek e la sua esplosione, relegò Cutrone a un ruolo più subalterno. Capitò proprio contro il Napoli un anno fa in Coppa Italia. Doppietta del polacco e Gattuso in conferenza stampa che dice: «Sì ma adesso non esaltate solo lui e mi ammazzate Cutrone». A dimostrazione di una stima calcistica e di un affetto umano non sempre presente in questo mondo più pieno di soldi che di valori. Già Piatek, con Gattuso ha avuto il suo periodo migliore che ha portato il Milan a sfiorare (per un punto) la qualificazione in Champions. L’obiettivo qui a Napoli è ancora più complicato da raggiungere considerando gli undici punti di distacco dalla quarta posizione, ma l’eventuale rimonta prende le sembianze di un altro centravanti polacco: Arek Milik. Questi ha mantenuto un’ottima media gol anche nel momento nero della squadra e ora deve diventare il naturale terminale del gioco impostato da Gattuso, che però ci tiene a precisare: «Finora abbiamo lavorato tanto su movimenti di reparto e sulle terziglie, per sistemare gli equilibri di squadra. Ora dovremo concentrarci di più su quello che facciamo negli ultimi trenta metri per concretizzare di più».
Ecco Rrahmani
Intanto in chiave mercato oggi farà le visite mediche a Roma, Villa Stuart, il difensore centrale kossovaro Amir Rrahmani, 25 anni, che resterà al Verona sino a fine stagione. Con la stessa formula (per un investimento complessivo di 30 milini) dovrebbe arrivare in estate pure il centrocampista marocchino Sofyan Amrabat, ma il condizionale è d’obbligo visto le «sparate» di procuratori e affini che il d.s. Giuntoli sta cercando di smussare. A fine mese Tonelli andrà alla Samp, definivo. Può partire in prestito Younes (Torino o Genoa), più difficile che ciò avvenga per Ghoulam. Per questo motivo è in stallo la trattativa che riguarda il terzino mancino greco Tsimikas dell’Olympiacos.
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