Ricomincia la Bundesliga In testa non c’è il Bayern
Stasera l’anticipo: si chiude la maxi sosta di 26 giorni Comanda il Lipsia, i bavaresi in crisi sono terzi a 4 punti
Entrare nelle crepe del Bayern per porre fine a una dittatura che non lascia spazio a qualsiasi opposizione, da sette anni e sette titoli consecutivi. E’ questo il tema del girone di ritorno della Bundesliga, al via questa sera dopo 26 giorni di pausa. E’ la sosta più lunga, fra i grandi campionati europei: una tradizione che resiste, nonostante la pressione del calcio show, che non dovrebbe essere mai interrotto per sfamare mercati globali e telecamere sempre accese. Si riparte alle 20.30 con Schalke 04-Borussia Moenchengladbach. La quinta contro la seconda, per offrire un antipasto di sostanza.
Tanti pretendenti
Al comando c’è il Lipsia del 32enne tecnico Nagelsmann; il Bayern è soltanto terzo, a 4 punti di distanza; il Borussia Dortmund, indicato come primo sfidante dei bavaresi in estate, è a 7 lunghezze dalla vetta, a pari con lo Schalke. La lotta è aperta come mai nel decennio scorso. Vero
che un anno fa i bavaresi girarono secondi a -6 dal Dortmund, e poi finirono ugualmente da trionfatori. Però ora la corsa è aperta a più contendenti, quindi si dovrebbe verificare una crisi di massa per lasciare strada libera ai detentori. I quali restano favoriti, per il numero di campioni, abitudine al successo, armonia (forse) ritrovata dopo l’esonero di Niko Kovac, deciso in gran parte dallo spogliatoio: però troppe magagne stanno ostacolando la stagione dei rossi, perciò la grande sorpresa della detronizzazione non sarebbe poi così grande, se dovesse realizzarsi.
I problemi del Bayern
La più grande impresa di spettacolo della Germania: questo è il Bayern secondo una definizione di Uli Hoeness, che non brillava per modestia. Ma anche una ditta costruita per lo show ha bisogno di ricambi. Hoeness in novembre ha lasciato ogni carica operativa; Karl-Heinz Rummenigge lo seguirà alla fine dell’anno prossimo. Quando è stato presentato il suo successore, l’ex leggenda Oliver Kahn, sul podio non c’erano più loro ma il nuovo presidente Herbert Hainer. La fotografia è sembrata un salto nel futuro. In questa ristrutturazione è coinvolta anche la squadra. Che non ha più continuità tecnica, tanto che da settembre 2017 sono passati quattro allenatori, con due esoneri: da Carlo Ancelotti a Jupp Heynckes; da Niko Kovac a Hansi Flick. E i giocatori sono astuti nello sguazzare tra le incertezze in panchina, scaricando i tecnici appena i risultati non arrivano. Inoltre la riedificazione della rosa è stata tormentata da troppi infortuni gravi: la difesa, con Süle e Hernandez out, è spesso improvvisata; facendo retrocedere dei mediani come possono essere anche Kimmich e Martinez, manca un elemento di protezione a centrocampo, fra troppi giocolieri. Il Bayern della prima parte di stagione si è retto spesso sulle reti di Robert Lewandowski, ben 30 in 25 gare; e sulle parate di Manuel Neuer. Per far perdere tranquillità al capitano però c’è stato l’annuncio dell’acquisto dall’estate prossima di Alexander Nübel, a costo zero dallo Schalke. Un portiere che dovrebbe essere il successore di Neuer anche in nazionale, ma sbarcato a Monaco con una tempistica che ha infastidito il titolare, che a 33 anni si sente ancora nel pieno dell’attività.
Assalto e speranze
Inserirsi nelle difficoltà dei rossi è quindi il compito principale per il Lipsia, campione d’inverno per la prima volta; per il Borussia Moenchengladbach rivitalizzato da Marco Rose e che ha girato secondo; per il Borussia Dortmund rinforzatosi con Erling Haaland, 19 anni, attaccante preso dal Salisburgo battendo la concorrenza di mezza Europa. Quattro mesi e 17 partite di tempo, perché la stagione non diventi un rimpianto. E la Bundesliga il solito torneo scontato.
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