Brabec resiste e la Honda “rivede” la Dakar dopo 31 anni
L’americano a un passo dal successo Sainz (Mini) ok tra le auto. Incidente per l’olandese Straver: è gravissimo
Èarrivato anche Yorhishige Nomura, presidente HRC, per il gran giorno Honda. A 31 anni dalla vittoria di Gilles Lalay nella Dakar africana moto, oggi Ricky Brabec riporterà la Casa di Tokyo sul gradino più alto del podio. Mancano solo 374 sui 5097 km complessivi a spasso per l’Arabia in quella che è stata una magnifica prima volta nel terzo continente visitato dalla corsa ideata da Thierry Sabine. La Honda ha strameritato di vincerla, conquistando 5 delle 10 tappe fin qui disputate (una è stata cancellata dopo la morte di Pablo Gonçalves) con 4 piloti, prendendo la testa della corsa dai primi giorni con un Brabec superlativo: «Resta un ultimo sforzo, la squadra lavora bene e io sono parecchio carico», è il suo pensiero. Ieri, in una tappa straordinaria per la sua bellezza tra le dune del deserto di Shubaytah, l’americano ha chiuso 10°, cedendo 11’48” a Pablo Quintanilla, che con l’Husqvarna ha vinto la seconda speciale in 3 giorni, consolidando il 2° posto in classifica. Ma il vantaggio di Brabec (13’56”) resta solido.
In rianimazione
In una tappa che ha visto Maurizio Gerini (Husqvarna) cullare sogni di gloria, 5° prima di restare senza benzina a poco dal rifornimento e alla fine 22° (e 20° in generale), c’è da registrare un brutto incidente al pilota olandese Edvin Straver. «È in condizioni critiche all’ospedale di Riad, con la sua famiglia - spiega David Castera,
direttore della Dakar -. Non sappiamo bene cosa sia successo, è caduto a una velocità bassa, sui 50 km/h, e ha subìto un arresto cardiaco. Siamo riusciti a rianimarlo e ora è in terapia intensiva». Straver nel 2019 aveva vinto la categoria Original by Motul (gli amatori senza assistenza) ed era 38°.
Peter fa 80
Nelle auto, Carlos Sainz è invece vicino al tris. Lo spagnolo della Mini ieri apriva la pista, ma ciò nonostante si è difeso alla grande: 3° a 8’03” dal compagno Stephane Peterhansel. Che per soli 10” ha avuto la meglio su Nasser Al Attiyah. Per “Peter” è l’ottantesima vittoria di tappa, la 47esima nelle auto (a 3 dal record di Ari Vatanen) e la quarta, come solo Sainz, del 2020. Se lo spagnolo oggi potrà correre controllando, visti i 10’17” su Al Attiyah, tra il qatarino della Toyota e Peterhansel sarà invece lotta all’ultimo secondo. Anzi ai 6” che li separano, per la piazza d’onore alle spalle del Matador. Dopo il capottamento del giorno primo, bella tappa di rincorsa per Fernando Alonso, 8° e 13° assoluto. Oggi arrivo a Qiddiya, alla periferia di Riad. E sarà festa per tutti.
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