«BUSTO, TORNO PER VINCERE E L’OLIMPIADE LA MERITERÒ SOLO SUL CAMPO»
L’azzurra a 41 anni firma sino a fine stagione: «In un mese sarò al top» Già domenica in panchina a Chieri
La regina del volley rimette divisa, ginocchiere e polsini. Francesca Piccinini ha firmato per la Uyba Busto Arsizio fino al termine della stagione. Nel settembre scorso, la più vincente del nostro volley aveva annunciato il ritiro, ma con la testa non è in realtà mai uscita dalle palestre, tanto da continuare ad allenarsi in proprio con serietà, forzando parecchio nelle ultime settimane grazie all’ospitalità del Club Italia. Mercoledì sera, dopo la gara di campionato, il presidente Giuseppe Pirola ha comunicato il colpo direttamente alle ragazze di Busto. «Ho grandi obiettivi e stimoli, l’entusiasmo è quello della ragazzina che esordì in serie A a 14 anni. Sono pronta ad accogliere questa sfida insieme a un club che ho sempre stimato molto. Ci divertiremo, ve lo prometto», le dichiarazioni di Francesca nel comunicato ufficiale del club.
3Francesca Piccinini, un clamoroso ritorno.
«Mi mancano campo e spogliatoio, ho ancora tanta fame e voglia di sudare. E avendo sul tavolo progetto e passione di Busto, è stato un attimo decidere: torno per vincere, per essere protagonista, non certo per soldi o altro. Trovo una piazza importante, perfetta per me. E poi, in generale non voglio rimpianti».
3Quella medaglia olimpica... «Sì, è l’unica cosa che mi manca. Dopo mesi di riflessioni ho deciso di darmi una possibilità visto che siamo proprio nell’anno di Tokyo e che fisicamente sto bene, sono integra. Non posso non provarci, fossimo stati a un anno e mezzo dalla competizione avrei magari svoltato definitivamente, ma così è diverso. Sia comunque chiara una cosa, non cerco regali. Non ho in tasca questa o quella garanzia, mi rimetto in gioco per conquistare sul campo l’eventuale convocazione in Nazionale. Lavorerò duro, co
me sempre, e in Nazionale ci devo andare da giocatrice vera, utile alla causa. Non ambisco a un posto da mascotte. Insomma, prima Busto, poi tutto il resto. Non sono così sciocca da non dare il giusto peso alla mia carriera, a ciò che ho fatto finora».
3Perché Busto Arsizio?
«È un club che mi è sempre piaciuto, e ha saputo corteggiarmi nel modo giusto. Mi sono sentita davvero importante, e non vedo l’ora di ripagare tutti sul campo. È una società seria, fresca, ambiziosa. Sono emozionatissima, è la prima volta nella mia vita che entro in corsa in uno spogliatoio, sarà particolare, diverso». Piccinini?
«In un mesetto sarò al top».
3Stefano Lavarini, l’allenatore, è un suo coetaneo. Che effetto le fa?
«Ci abbiamo scherzato su, anzi lui mi ha fatto notare di essere più giovane di qualche giorno (ride). Conosco bene Stefano, abbiamo lavorato insieme ai tempi di Bergamo. È cresciuto, oggi è un tecnico importante, di livello internazionale, bravissimo anche alla guida della Sud Corea con la quale ha da poco conquistato il pass olimpico».
3E con il c.t. azzurro Mazzanti si è sentita?
«Sono molto legata anche a sua moglie (Serena Ortolani, ndr), per questo è normale che ci si senta spesso...».
3Lei non veste la maglia azzurra dal 2016.
«Per mia scelta. Ci qualificammo per Rio, e avrei tanto voluto andare all’Olimpiade in Brasile. Ma a un certo punto respirai un ambiente non adatto a una competizione tanto importante, non vedevo le condizioni generali per puntare in alto come l’Italia dovrebbe sempre fare. Il mio feeling con Marco Bonitta (il commissario tecnico di allora, ndr) non era oltretutto il massimo e allora a 37 anni mi sembrò il caso di farmi da parte. Non mi è mai piaciuto scendere in campo per partecipare e basta».
3E oggi?
«Mazzanti è un tecnico eccezionale, all’avanguardia, in continua evoluzione. Perfetto per un gruppo giovane, pieno di talento, ambizioso».
3E in mezzo a tanta freschezza, il c.t. cerca appunto un equilibratore nello spogliatoio, una figura che sappia anche contenere gli inevitabili sbalzi di umore ed emozioni tipici della gioventù.
«Mi sta dando della vecchia? Scherzi a parte, speriamo che lei abbia ragione (sorride)».
3Beh, non è per esempio un segreto il grande feeling che la lega a Paola Egonu, giocatrice chiave per la nostra Olimpiade.
«Paola è una ragazza dolcissima e sensibile. L’ho vista crescere, mi vede forse come una sorella maggiore e io le voglio un gran bene. Fra noi c’è davvero una bella amicizia. Sul campo, poi, parliamo della più forte del mondo».
3Egonu a Tokyo arriverà da stella assoluta, con tanta pressione addosso. Che rischi ci sono in questo senso per una ragazza che ha appena compiuto 21 anni?
«Intanto, non dimentichiamoci che Paola gioca ormai da tempo con addosso grandissime responsabilità, è senza discussioni una fuoriclasse. In generale, comunque, le dico sempre di pensare a divertirsi con la consapevolezza che certe sicurezze sul campo e fuori si trovano solo lavorando con serietà ogni giorno della settimana in palestra. E se fa le cose per bene in fase di preparazione, una come Paola diventa letteralmente devastante in partita».
3L’Italia è da medaglia? «Assolutamente sì».
3E in campionato? «Conegliano in pole position, occhio però a tutta una serie di outsider, fra le quali ci siamo noi di Busto Arsizio».
3Proprio perché lei non gioca mai solo per partecipare... «Appunto».
3Cosa dicono in famiglia di questo suo rientro?
«Papà è il più felice».
3Cosa chiede al 2020? «Sognare in grande con Busto, vincere una medaglia a Tokyo e poi... Vabbé, e poi mi trovo un fidanzato come si deve, promesso».
In bocca al lupo “Leggenda”. E domenica, a Chieri, sarà già in panchina con la sua nuova squadra, Busto. L’ultima volta in campo fu un trionfo a Berlino: 18 maggio 2019, vittoria in Champions League con la maglia di Novara contro Conegliano.
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