«PAPÀ DANIEL LO SA AMO L’URUGUAY MA È L’ITALIA LA MIA NAZIONALE»
Centravanti, figlio d’arte dell’attaccante di Napoli e Juve, idee chiare: «Che emozione la chiamata di Conte all’Inter»
Il papà con l’Uruguay ha vinto una Copa America e disputato il Mondiale del ‘90. Ha giocato una trentina di volte in 7 anni segnando alcuni gol. Daniel Fonseca non è arrivato ai livelli di Suarez, Cavani o Forlan, però nella storia calcistica Charrua ha avuto la sua importanza. Suo figlio Matias, che fa l’attaccante come Daniel, ha scelto di giocare con l’Italia, dove è nato e cresciuto, il Paese di mamma Lisa.
Mercoledì ha debuttato in azzurro con l’Under 19 di Alberto Bollini, una manciata di minuti contro la Spagna. L’albiceleste al momento è lontanissima, anche se papà Daniel si è lamentato pubblicamente e parlando del figlio ha accusato il Maestro Tabarez, che gestisce anche le giovanili dell’Uruguay, di miopia e qualcosa di peggio. Matias si mantiene al margine della cosa.
3Un po’ di storia famigliare, per favore.
«Sono nato nel 2001 a Napoli dove i miei genitori si erano conosciuti quando papà giocava li. È scoppiato l’amore ed è arrivata la famiglia. Nel 2001 vivevamo a Torino perché papà era alla Juve. Mia madre, napoletana, ci teneva che nascessi nella sua città e così è stato. Sono stato lì un mese, poi siamo tornati a Torino e quando papà è andato al Como l’abbiamo seguito. Sono rimasto sempre lì sul lago».
3Sulla maglia della nazionale da indossare in casa c’è stata discussione?
«No. Mio padre è felicissimo che giochi con l’Italia perché parte da un presupposto diverso: se io sono contento lo è anche lui. E al momento la mia volontà va verso la nazionale italiana. È stato tutto molto naturale, mio padre ci scherza su».
3Mai avuto dubbi?
«No, ho sempre pensato solo all’Italia. È ovvio che mi piace tantissimo anche l’Uruguay, è una passione che mi porto dentro grazie a mio padre, però la nazionale per cui un giorno vorrei giocare è l’Italia».
3 Dall’Uruguay è stato chiamato? «No, che io sappia no».
3E se più avanti dovesse arrivare il momento della scelta tra le due nazionali?
«Ho una grande passione per la nazionale uruguaiana però sceglierei quella italiana. Io mi sento italiano. Al momento non ho dubbi. Poi più avanti si vedrà».
3Che
rapporti ha col Paese di suo padre?
«Parlo la lingua, che è un castigliano un pochino diverso da quello che parlano qui a Madrid, perché con mio padre comunichiamo così. E mi piace il Paese: ci sono appena stato per le feste natalizie a trovare la famiglia. Era quattro anni che non andavo, è lontanissimo, per arrivare ci vogliono 18 ore. Però il legame è fortissimo».
3E con l’Inter?
«Speriamo bene. È arrivata la prima convocazione in A ed è stata una bella emozione, non me lo sarei mai aspettato. A settembre, pensare che in tre mesi sarei stato in panchina con Conte, era un sogno. Spero di poter vivere altre emozioni così. Nella vita ci vuole tanto impegno, non bisogna mai mollare anche quando le cose non vanno per il verso giusto, perché i sogni possono diventare realtà».