Nicola pallone e chiesa è rinato con la Bibbia Che esame a Pescara
La svolta del nuovo tecnico con gli Atleti di Cristo Soluzione provvisoria, ma se fa bene può restare
Difficile, se non impossibile, separare l’allenatore (e prima il giocatore) dall’uomo di fede, l’atleta peccatore dall’Atleta di Cristo. Nicola Legrottaglie, allenatore ad interim del Pescara, ma potrebbe non fare solo il traghettatore, è abituato a stupire con le parole più che con il pallone. E non ha mai nascosto quanto sia stata importante la svolta che ha raccontato in due libri. Tutto è cambiato dopo l’incontro con alcuni sportivi di fede evangelica. Tomas Guzman, il paraguaiano con lui a Siena, gli aveva spiegato le basi del gruppo di cui faceva parte Kakà. Nicola era rimasto fulminato.
Al congresso
L’anno scorso ha parlato della sua esperienza al contestatissimo congresso di Verona sulla famiglia: «Prima di mettere in pratica gli insegnamenti di Dio non ero un vero professionista: arrivavo al campo, mi allenavo in modo superficiale». Un talento che si era perso per strada. La Juve lo aveva mandato a Bologna e a Siena per ritrovare la retta via calcistica. Oltre a quella ne aveva scoperta un’altra. Amava ricordare che «le risposte le ho avute dalla Bibbia, in un contatto diretto con Dio. Una promessa che gli avevo fatto a 13 anni, ma poi avevo dimenticato. Me ne sono ricordato nei momenti di difficoltà, quando sembrava che la mia carriera stesse per finire: gli avevo chiesto di diventare un calciatore famoso, in cambio lo avrei onorato per sempre».
La castità
Un giorno quel perfido egocentrico di Ibrahimovic, suo compagno al Milan (una presenza, uno scudetto nel 2011), l’aveva riportato sulla terra: «Ricordati che i campionati non te li fa vincere Gesù, quelli te li faccio vincere io». Ma la doppia vita di Nicola è continuata senza scosse. Sposato e padre di Pietro, prima del matrimonio aveva fatto la scelta, dire controcorrente è poco, della castità per i 5 anni del fidanzamento. Pallone e fede convivono da dieci anni. E certe similitudini non nascono per caso. «Credo nell’uomo, nella donna e nei figli nati dal loro amore. Nella famiglia ci sono dei ruoli, come nel calcio: Del Piero faceva l’attaccante, a volte aiutava la difesa, ma il suo compito era fare gol. Anch’io segnavo, ma il mio compito era difendere». Ora la responsabilità del comando proprio nella città dove ha debuttato in Nazionale nel 2002. Dalla Primavera alla prima squadra, come Massimo Oddo e il salto gli aveva portato bene visto che si era concluso con la promozione in A. C’è un solo precedente per Legrottaglie allenatore: con l’Akragas in Lega Pro. Dopo aver ottenuto una serie di risultati deludenti, il 17 gennaio 2016 aveva deciso di dimettersi. Ma sarà ricordato soprattutto per aver coinvolto i giocatori nei lavori di manutenzione dello stadio. Gradinate da verniciare al posto di corsa e partitelle. Lui aveva spiegato così l’insolito allenamento: «Ho imparato dalla Bibbia che se voglio un cambiamento devo essere il primo io a cambiare. Oggi siamo qui per dare l’esempio». Cosa farà per sorprendere a Pescara? La Bibbia va bene, ma i tifosi sperano ancora in qualcosa di molto più prosaico. La promozione per esempio.
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