Fognini, che cuore Ribalta pure Opelka Sinner alla Federer
Super Fabio, altra vittoria in Slam da 0-2 La «prima» di Jannik a 18 anni e 5 mesi
Colazione dolcissima per l’Italia del tennis: la rimonta miracolosa di Fognini e il battesimo vincente di Sinner all’Australian Open. Il sollievo dopo la paura e la gioia di una prima volta Slam da fenomeni.
Il re delle rimonte
Fognini ormai ci ha abituato a tutto, ma la versione double face da un giorno all’altro, dopo l’interruzione per la pioggia, rimarrà tra le memorie più belle della carriera cui comunque non è mai mancata l’elettricità. Fabio riparte sotto di due set (e 0-1 nel terzo), per la prosecuzione della sfida contro il monumentale Opelka, il giocatore più alto del circuito (2.11) che lo aveva annichilito agli ultimi Us Open, anche se il nostro si era preso la rivincita in Davis. In aggiunta, ha la mano destra martoriata e gonfia per le lesioni che si è procurato malmenando più volte la racchetta. Eppure, si capisce subito che stavolta la musica sarà diversa: Fogna risponde meglio alle seconde dell’americano e dunque può controllare più agevolmente il gioco del gigante.
Lite con l’arbitro
È una partita calda, c’è in ballo tutto: e nel quinto Fabio sbrocca contro l’arbitro Bernardes per un penalty point (spacca un’altra racchetta): «Non mi piaci, non so più come dirtelo, quando ci sei tu mi viene l’ansia. Non sono tranquillo quando sei sulla sedia». Fortunatamente il marito di Flavia Pennetta non perde la concentrazione e nel tie break decisivo rispedisce in aeroporto il gigante yankee, bagaglio fuori misura. Così, Fognini completa il personale Slam delle rimonte, avendo vinto partite da uno svantaggio di due set a zero in tutti e quattro i Major, come è riuscito ad appena otto giocatori prima di lui (senza approfittare di ritiri). Fabio torna in campo nella mattina italiana, contro il giocatore di casa Thompson.
Sinner il prediletto
Ormai tra i top player è tutto un darsi di gomito: «Oh, ma hai visto Sinner?». Jannik da Sesto Pusteria, allevato a Bordighera da Riccardo Piatti, ha vinto a Melbourne contro il qualificato Purcell la prima partita in un torneo dello Slam a soli 18 anni e 5 mesi. Cose da grandi, e anche se in Italia il più giovane a farcela è stato Diego Nargiso al Roland Garros del 1988, Jannik condivide l’età della prima volta con Roger Federer. Non male come precedente: il Magnifico, nato ad agosto come Sinner, ha centrato il primo successo in uno Slam proprio all’Australian Open. Era il 2000 e l’avversario era Michael Chang, il primo a restare stregato dai magici tocchi del futuro re di 20 Slam. Non è stato abbastanza veloce da accoglierlo sotto la sua ala protettrice anche dal punto di vista manageriale, ma di sicuro Federer stravede per Sinner. Lo ha più volte voluto come compagno di allenamento, anche in queste giornate australiane, e stimolato sull’argomento ha ancora una volta intessuto le lodi del teenager italiano: «Sentiremo parlare di lui a lungo — ha detto —. Tira con la stessa forza di dritto e di rovescio, una qualità che ho riscontrato in Aliassime e in pochi altri. In campo è uno spettacolo e per di più è un ragazzo d’oro — ha detto —. Una combinazione di aspetti che adoro». Jannik è già il prediletto di zio Roger.
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