Cimurri, mani d’oro e bici dei campioni A Reggio Emilia in mostra trenta gioielli
«Sono trenta gioielli di una raccolta che ne comprende centodieci. Una raccolta che è ancora in attesa di una sede definitiva dove essere esposta. Ma tra questi gioielli diciotto sono di grandi campioni, le altre bici storiche. E in vetrina c’è anche la bici con cui Coppi vinse il Mondiale del 1953. Fausto la regalò subito a papà».
Chi parla è Giorgio Cimurri, figlio di Giannetto e promotore della mostra «Giannetto Cimurri: il masseur e le bici dei suoi campioni»: è allestita in suo onore e alla sua memoria al Credem di via Emilia San Pietro a Reggio Emilia e resterà aperta fino al 30 aprile (ingresso gratuito, biciincredem@credem.it).
Trenta biciclette. Per ciascuna c’è una storia da raccontare, un’impresa da tramandare, un uomo da ricordare. E c’è una collezione che è, allo stesso tempo, squadra e famiglia, matrimonio e patrimonio, storia e geografia, letteratura e antologia. Reggiano di Bazarola, corridore mancato, massaggiatore nato, Giannetto Cimurri (1905-2002) era «mano santa»: guariva con le mani, ma anche con le parole, con la pazienza, con la saggezza. Da Bartali a Coppi, da Moser a Bugno, Cimurri è stato il massaggiatore della Nazionale di ciclismo per 34 anni, ha vissuto 74 campionati del mondo fra strada, pista e cross, 40 Giri d’Italia e 11 Tour de France, e ha partecipato a 8 Olimpiadi. Giorgio Cimurri, a nome della sua famiglia, ha aggiunto: «Giannetto sarebbe incredibilmente fiero di vedersi onorato con una mostra così».