«Milano, il Fenerbahce non è quello dell’andata»
Oggi l’Olimpia a Istanbul: «A inizio stagione tutti giocavamo male. L’azzurro? Se sto bene, io ci sono»
Un inseguimento che dura dall’inizio dell’Eurolega. Dopo la nona giornata, era il 20 novembre, la classifica vedeva ancora Milano prima assieme a Barça ed Efes (bilancio 7-2) e Fenerbahce ultima con Stella Rossa e Zenit (bilancio 2-7). Ora le due avversarie odierne sono distanziate di soli quattro punti: l’Olimpia è sempre dentro i playoff, i turchi restano a ridosso. «Non è stato un grande inizio ma ora va molto meglio – racconta Gigi Datome, alla quinta stagione di fila in maglia Fener –: soprattutto siamo al completo, e questo aiuta a lavorare bene in settimana. Veniamo da un buon momento, col Barça potevamo fare una partita migliore ma è tornata in tutti noi grande fiducia».
3 Obiettivo playoff dopo che s’era quasi temuta una stagione da bassifondi?
«Sì, playoff. Di più, ossia entrare nelle prime quattro per avere subito il fattore campo, direi che è quasi impossibile. Ci vorrebbe il suicidio di qualcuna davanti e un nostro percorso praticamente netto. Mancano tante gare, vero, ma è meglio concentrarsi soltanto sull’approdo ai playoff, poi lì ci giocheremo le nostre chance».
3All’andata finì 87-74 per Milano: cosa c’è di diverso rispetto al 25 ottobre?
«Tanto. Siamo tutti disponibili e più in forma come squadra a livello fisico e atletico. Lì ancora non ci conoscevamo bene tutti, avevamo lavorato poco assieme. Ora siamo più quadrati, il gioco è più fluido. Va però detto che non era solo un problema di assenze. Molti di noi, a cominciare da me, giocavano male, spesso le scelte erano sbagliate».
3Memorabile un time out di coach Obradovic durante il quale lei è stato maltrattato... «Sì, ma non di più nè di meno di altre volte. Quelle immagini sono diventate virali, lui è così con tutti pur se in quel time out diciamo che è stato molto diretto. Le telecamere non sono sempre con noi, ma vi assicuro che quei momenti succedono spesso. Io ero amareggiato perché non stavo aiutando la squadra come avrei voluto, al di là della sfuriata del coach, col quale c’è un grande rapporto».
3Questa gara con Milano vale davvero molto: vincendo andreste a meno 2 da loro.
«Sì, sappiamo che sarà importante vincerla. Milano la conosciamo bene. È una squadra con una struttura e un sistema definito, Messina dà sempre delle linee guida chiare, con i suoi punti di riferimento che sono Rodriguez, Micov e Scola. Hanno fatto bene all’inizio, poi c’è stato un momento così così ma resta molto pericolosa e ha battuto da poco il Panathinaikos. In campionato fa un po’ fatica ma non è mai facile gestire questi doppi e spesso tripli impegni durante la settimana».
3Già, ma non si gioca un po’ troppo? Lei dal 2018 è presidente dell’Elpa, l’associazione dei giocatori di Eurolega: cosa fate per migliorare la situazione e limitare gli infortuni che aumentano di anno in anno? «L’obiettivo è portare la voce dei giocatori per aiutare l’Eurolega a crescere ulteriormente. Intanto, è importante fare di tutto per facilitare i viaggi. Qualcosa già accade, mettendo trasferte vicine quando ci sono i doppi turni, ma si può migliorare. Inoltre, sarebbe fondamentale che tutte abbiano un charter: questo faciliterebbe molto i viaggi. Lavoriamo per trovare il numero giusto di gare stagionali, anche per mantenere una freschezza tale che consentirebbe di limitare le brutte partite che poi rendono il prodotto meno appetibile e quindi vendibile. La gente vuole vedere partite combattute, senza gente stanca in campo».
3Da quest’anno a Istanbul è senza Melli, andato in Nba coi Pelicans e diventato pure scrittore grazie al diario che tiene per la Gazzetta...
«Mi fa piacere avere ispirato Nick a buttare giù qualche pensiero. È un ragazzo attento, curioso, sta scoprendo un mondo nuovo ed è bello che lo racconti e dia la possibilità a chi lo segue di sbirciarlo da dietro le quinte. Certo, non potrà mai avvicinarsi al mio capolavoro letterario “Gioco come sono” che ho fatto con l’amico Carotti. Scherzi a parte, sono contento per la sua stagione. Sta facendo il suo e anche di più: bravo. A proposito del mio libro: a febbraio uscirà qui, tradotto in turco. Quello di Bobby Dixon è andato a ruba e ha venduto 50mila copie: mi acconterei di 20mila...».
3Quando tornerà a giocare in
Italia?
«Non lo so. Detto che alla fine di ogni stagione può succedere di tutto e che ho altri due anni di contratto al Fener e sto benissimo qui, io cerco sempre di trovare la situazione che mi renda felice. Potrà essere l’Italia, il Giappone che mi attira tanto o altro, insomma non mi precludo niente».
3Ultima domanda sulla Nazionale: che ne pensa del nuovo corso in arrivo?
«Bisogna capire qual è l’obiettivo, se puntare tutto sul preolimpico o dare subito spazio alle novità. È un discorso che spetta a Petrucci, Sacchetti e Trainotti. Per quanto mi riguarda, se sto bene e mi vorranno io a giugno a Belgrado ci sarò».
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Quella sfuriata di Obradovic? Con me è stato molto diretto, ma con lui c’è un grande rapporto
Sto bene qui, ho altri due anni di contratto. Poi non mi precludo nulla. Mi attira il Giappone
Luigi Datome
Chiediamo a Barella se ha una bella voce. Il quarto? Aru
Luigi Datome e la band I Quattro Mori