ASTON MARTIN
James Bond sgomma anche in F.1
Nel nuovo film di James Bond, No Time To Die, ci saranno quattro Aston Martin protagoniste delle riprese: le storiche DB5 e V8 Vantage, accanto all’attualissima DBS Superleggera e alla Valhalla, destinata a essere prodotta solo a partire dall’anno prossimo. Ma chissà che l’attore Daniel Craig in futuro non reciti anche al volante di una F.1 vestendo i panni dell’agente segreto più famoso del mondo. La Aston Martin darà infatti il suo nome ufficiale a un team nel 2021. La collaborazione con la Red Bull, cominciata quattro anni fa, si concluderà al termine di questa stagione, come annunciato ieri. E il marchio passerà sulle monoposto della Racing Point, la squadra “salvata” dalla bancarotta nel 2018 grazie a un gruppo di investitori guidato da Lawrence Stroll, oggi a capo della compagine per cui corre il figlio Lance.
Operazione rilancio
Sempre il magnate canadese è autore adesso di questa nuova operazione, che consiste nel rifinanziamento della Aston Martin automobili grazie a un contributo iniziale di 182 milioni di sterline (216 milioni di euro) garantito da un’altra cordata di soci, presupposto per il rilancio dell’azienda inglese e lo sviluppo di nuovi progetti industriali. La ricapitalizzazione dovrebbe arrivare in seguito a 500 milioni di sterline, secondo quanto ha dichiarato Stroll, ma soprattutto ci sarà uno sbocco nei GP, con il duplice vantaggio di ottenere un’esposizione planetaria per Aston Martin e la partecipazione diretta di un altro grande Costruttore gradita a Liberty Media.
Dubbi e smentite
Per la Red Bull cambierà poco. L’alleanza con il colosso Honda, oltre alle power unit, garantisce la solidità economica rappresentata da un extra budget da centinaia di milioni. L’unico rapporto con Aston Martin resterà legato alla costruzione della supercar stradale Valkyrie, gioiello di Adrian Newey, che nasce nella sede di Milton Keynes e il cui primo esemplare sarà distribuito alla clientela a fine anno. Invece la vicenda Aston Martin-Stroll potrebbe assumere contorni ben più ampi qualora si aprissero scenari imprevedibili riguardanti la Mercedes. Il team d’argento, a quanto trapela, ha lavorato molto bene nell’inverno sia sul telaio della monoposto 2020 sia nello sviluppo della nuova power unit, chiamata a colmare il divario di potenza con la Ferrari ovviando ai problemi di raffreddamento della precedente. Fra le mura di Brackley e di Brixworth sarebbero tutti molto contenti. Tanto da guardare al via del campionato (15 marzo a Melbourne) con la convinzione di poter allungare la striscia vincente di 12 Mondiali consecutivi Piloti e Costruttori. Ma il futuro a lungo termine della squadra di Toto Wolff è ancora avvolto da qualche interrogativo. Le voci di un addio della Mercedes, che metterebbe da parte l’impegno diretto in F.1 per restare solo come fornitrice di motori, continuano a spuntare. E l’amministratore delegato Ola Kallenius è dovuto intervenire per smentire che il vertice Daimler del 12 febbraio servirà a discutere di questo, ribadendo che la Stella resterà nei GP, senza precisare in quale veste.
Il piano B
Nella peggiore delle eventualità, quella di un passo indietro della Mercedes a partire dal 2021, un soccorso a Wolff potrebbe arrivare proprio dal suo amico Stroll e dalla Aston Martin. Come? Il piano B sarebbe di rilevare il team e la sede di Brackley, offrendo a Wolff un ruolo di alto profilo all’interno della stessa Aston Martin e cedendo la Racing Point a un altro acquirente (il russo Dmitry Mazepin?). Lo scenario vedrebbe coinvolto anche il sei volte iridato Lewis Hamilton, pupillo di Toto, che potrebbe diventare testimonial del marchio britannico dopo avere rinnovato il contratto. Un’ipotesi non troppo fantasiosa...
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