VALANGA ROSA Brignone da favola, risorge la Goggia
Una lezione. Di caparbietà, di fiducia in se stesse, di ottimismo prima ancora che di sci. L’Italia femminile ci sta lasciando a corto di aggettivi, ci sbalordisce di gara in gara per il numero di podi ottenuti — col superG di ieri siamo a 20 su 22 gare —, per la competitività diffusa, per la forza del gruppo. La doppietta sulla pista di Rosa Khutor, con Federica Brignone prima — e in testa a tre classifiche diverse: gigante, superG, combinata — e Sofia Goggia seconda, aggiunge però qualcosa in più. Perché sia la valdostana sia la bergamasca in Russia non dovevano nemmeno andare.
Testarda e fredda
A inizio stagione Federica Brignone aveva deciso che questo sarebbe stato un weekend di stacco. La pista di Sochi 2014 non le si addiceva, il superG e la discesa non dovevano essere il suo focus, qualche giorno di riposo e di allenamento le avrebbero fatto bene in vista della volata per il vero obiettivo stagionale, la Coppa di gigante. Poi, però, succede che Federica prenda fiducia, che diventi consistente anche nella velocità, che nella prima metà della stagione porti a casa tre vittorie e quattro podi, tre dei quali tra discesa e superG, insomma che si ingolosisca. Capita che si trovi al secondo posto in Coppa del Mondo e che a Bansko, in un superG che sembrava disegnato addosso a lei, vanifichi una vittoria pressoché certa a poche porte dalla fine. Cosa fa la tigre? Torna a casa per il weekend di stacco che aveva programmato? Certo che non lo fa, perché sarebbe una resa. E allora a Sochi ci va, contro tutto e tutti. A spingerla non è certo l’assenza di Shiffrin, Vlhova e Bassino, anzi: lei sa che le avversarie sono rimaste ad affilare le armi verso la volatona per la Coppa del “suo” gigante e questo pensiero l’assilla per giorni. Lei però parte comunque. Rischia, ma con consapevolezza. La Fede di qualche tempo fa si sarebbe fatta travolgere dall’orgoglio, dalla bramosia di dimostrare, dalla voglia di strafare. Magari si sarebbe fatta innervosire da condizioni che non sente sue, da una pista facile e da una neve molle. Questa volta no. Questa volta Federica è più forte di tutto, anche di una pista che si sta già sgretolando sotto le sue lamine sebbene abbia il pettorale 13, anche di un errore madornale nella parte centrale, più piana, che le toglie almeno sette decimi. Ma non si abbatte, anzi trova la forza di attaccare l’ultimo muro come una forsennata, per prendersi il primo posto.
Forte ovunque
«Sono orgogliosa di essere venuta fin qui e di ciò che ho tirato fuori — racconta Fede —. La crescita più grande sta nel riuscire a sciare bene con tutte le condizioni, non solo sul ghiaccio». «Federica ha fatto non uno, ma due passi avanti — spiega Gianluca Rulfi, responsabile di un gruppo élite che finora ha portato 16 podi su 20 all’Italia —. Prima in superG faceva curve fantasiose, che non esistevano, adesso osa delle linee straordinarie. Nella parte bassa è stata quella che ha avuto più coraggio. Sta pagando il lavoro estivo, perché in passato faticavamo sul pendio medio, sulla neve facile, sui gigantoni in cui bisogna spingere. Ora andremo a Garmisch, venerdì si vorrebbe recuperare la discesa saltata qui in Russia, ma fino a mercoledì danno brutto tempo, non sarà facile. Procediamo per obiettivi. D’accordo, la Shiffrin è la Shiffrin ed è avanti di 270 punti nel
la classifica generale, Federica fa bene a dire che affronta gara per gara e che vuole continuare a sciare bene e a divertirsi, però è anche vero che come non mai è in corsa per qualcosa di grosso. È in testa alle classifiche di gigante, superG e combinata, in trent’anni ha visto qualsiasi cosa, ha iniziato le ultime due stagioni stando male e invece quest’anno è stata bene, insomma questo è il momento di giocarsi qualcosa di importante».
Senza aspettative
Sofia Goggia scende col 15, poco dopo Federica. Anche lei ha voluto essere a Sochi contro ogni logica: la caduta in discesa a Bansko l’aveva ferita, nel fisico per la brutta botta alla tibia destra, e nel morale per aver mancato il weekend della rinascita.
Ha meditato, lunedì è volata in Italia per farsi fare un tutore, martedì era già in Russia. «È una follia ma ne varrà la pena» aveva confidato. E allora attacca, domando una pista che richiede ritmo e sembra non darle le pendenze per scatenare i cavalli. Mette la testa davanti alla compagna nella parte centrale, ma poi sul muro finale paga e resta dietro per 20/100: è seconda, primo sorriso di un 2020 iniziato male. «Non avevo aspettative e forse questa incertezza mi ha aiutato, quando non ho riferimenti tiro fuori il meglio». Davanti, contro tutto e tutti. Che belle queste ragazze d’Italia.
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